TASSE - PER SAPERNE DI PIU'
Tasi, si paga entro il 16 ottobre (ma non tutti)

Ogni Comune si comportaa modo suo, sia per le aliquote che per i tempi di pagamento. Ecco una guida dettagliata per orientare i contribuenti e alcune considerazioni finali sul nuovo balzello.

Come già sapete la Tasi è il nuovo tributo sui servizi comunali indivisibili come l’illuminazione pubblica, la sicurezza e la manutenzione delle strade, ect…. quindi non solo la paga il proprietario dell’immobile ma anche l’inquilino che lo occupa: entro il 16 ottobre va pagato l’acconto del 50% mentre il saldo va versato entro il 16 dicembre. Chi vuole può pagare acconto e saldo in un'unica soluzione.

La Tasi è la prima tassa a scadenza variabile. Il termine di pagamento non è lo stesso nell’intero territorio nazionale, tutto dipende da quando il comune ha deliberato le aliquote:

  • qualcuno ha già versato l’acconto entro il 16 giugno, cioè i cittadini dei comuni che avevano pubblicato le aliquote Tasi entro il 31 maggio;
  • altri entro il 16 ottobre, e sono i residenti dei comuni che hanno pubblicato le aliquote Tasi entro il 18 settembre;
  • altri ancora, i cittadini residenti nei comuni che non hanno pubblicato le aliquote Tasi, saranno costretti a pagare la Tasi in un'unica soluzione entro il 16 dicembre con aliquota standard del 1 per mille su tutto il territorio nazionale.

Non verrà inviato dal Comune nessun bollettino precompilato, ma i contribuenti dovranno farsi i conti direttamente da soli, o rivolgersi a un Caf autorizzato, dopo aver letto e interpretato le migliaia di delibere comunali che si sbizzarriscono a definire tariffe e detrazioni diverse per ogni realtà. Non basta dover pagare una ulteriore tassa sulla casa, da sempre bene primario per ogni famiglia italiana, ma i cittadini devono anche perdere tempo, energia e tranquillità per calcolare “quanto pagare”. Siamo diventati ormai ostaggi di burocratici, ministri, sindaci e fisco!!!

Quanto si paga?

Ogni comune stabilisce le aliquote della Tasi avendo riguardo ai costi per i servizi indivisibili che prevede di sostenere nell’anno. Il comune definisce per ogni tipologia di immobile l’aliquota e, per gli immobili che non sono abitati direttamente dal proprietario, una quota di imposta la paga il proprietario e un’altra quota deve essere pagata dall’inquilino, in percentuali diverse che per l’inquilino possono variare da 10% a 30% (a Milano l’inquilino contribuisce con il 10% della quota pagata dal proprietario sulla seconda casa). Il pagamento Tasi dell’inquilino è dovuto solo nel caso in cui il contratto d’affitto abbia una durata superiore ai sei mesi nel corso dello stesso anno solare. Il proprietario non deve farsi carico di comunicare all’inquilino la quota dovuta o versarla per suo conto: spetta alle amministrazioni recuperare l’eventuale mancato versamento.

Le aliquote Tasi hanno una soglia massima che deve essere considerata unitamente a quella dell’Imu: 11,4 per mille su immobili diversi dall’abitazione principale e 3,3 per mille sulle abitazioni principali, escluse quelle considerato di altro pregio che potrebbero arrivare ad un’aliquota massima del 6 per mille. Importi inferiori a 12 euro non si devono pagare (salvo eventuale limite più basso fissato dal singolo comune).

Come si fanno i calcoli?

Come per l’Imu, anche per la Tasi,. ogni contribuente deve effettuare il calcolo considerando gli immobili posseduti e la loro destinazione d’uso, il periodo di possesso e la percentuale di quota possesso. rendita catastale x 1,05 x 160 x aliquota Tasi delibera comune per tipologia di immobile = imposta Tasi da pagare

Sono previste detrazioni?

Il comune può definire riduzioni o agevolazioni per particolari situazioni soggettive che possono essere riferite al reddito, alla rendita catastale e alla composizione del nucleo familiare. Per questo è necessario conoscere bene la delibera del comune o rivolgersi ad un Caf autorizzato per farsi aiutare.

Considerazioni finali

Tra acconti e saldi di Imu, Tasi, Tari e mini Imu occorre evidenziare che i cittadini sono stati costretti ad elaborare e pagare ben sette bollettini F24, solo per rispondere alle tasse comunali! E poi si parla di semplificazione amministrativa e di fisco amico dei cittadini! Nel merito delle cifre versate per il possesso del “mattone” ci piace ricordare quanto tempo si è discusso in questo paese su Ici, Imu e Tassa patrimoniale, con i risultati che tutti ormai conosciamo. Non stiamo parlando di ricchi “possidenti”, con più di mille appartamenti che non pagano le tasse, ma di quelle famiglie di lavoratori che hanno pagato anni di mutui e investito i loro sudati risparmi di una vita e di lavoro in un bene da conservare per cercare di avere una dignitosa vecchiaia o per lasciare ai propri figli in eredità.

Per gli anziani, ancora “fedeli nei secoli” al dovere sacrosanto di pagare le tasse, ogni scadenza tributaria diventa fonte di ansia e preoccupazione. Non sempre sono in grado di utilizzare le risorse che mette a disposizione l’informatica per calcolare l’ammontare del tributo ed effettuare i pagamenti online e, quindi, oltre a pagare (spesso con sacrificio rinunciando ad altro) devono anche affrontare il disagio di code agli sportelli di Caf, banche e uffici postali, e tutto questo per tante, tante, tante volte in un anno! Se tasse sulla casa hanno deciso di farcele pagare, almeno siano cosi gentili di evitare incazzature e disagi ai cittadini! Non ci sembra impossibile unificare pagamenti con date di scadenza certe e fise in tutto il Paese!!!! Non era questo lo scopo iniziale della Iuc che avrebbe dovuto riunire tutti i tributi sulla casa in un’unica tassa a scadenze fisse e uguali in tutto il Paese? Il compito della Fnp Cisl di Milano metropoli, non è solo quello di aiutare le persone a rincorrere le tante difficoltà create dalla burocrazia amministrativa, ma deve essere soprattutto quello di difendere i diritti di anziani e cittadini ad una vita più “serena”, opponendosi e incalzando la politica a cambiare queste scelte che creano solo confusione e tante difficoltà.

09/10/2014
di Pia Balzarini e Emilio Didonè
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