PRIMA USCITA A MILANO
Furlan (Cisl): Renzi chiarisca sul tfr

Il segretario aggiunto parla di "opportunità che deve essere data ai lavoratori, non perdita di soldi". Sull'occupazione "il nodo sono i precari e i giovani". E loda il modello innovativo di Cisl Milano.

Annamaria Furlan, segretario aggiunto della Cisl, alla prima uscita a Milano da quando Raffaele Bonanni l’ha indicata come successore, risponde agli interrogativi del momento. Si discute del Tfr in busta paga, di salari e di bisogno dei lavoratori.

Come giudica la proposta Renzi sul tfr in busta paga?

“Vorremmo capire meglio cosa significa. Metà Tfr in busta paga, dal punto di vista della tassazione cosa vuol dire? Oggi il Tfr ha una tassazione più leggera rispetto alla busta paga, sentiamo tante ipotesi, ad esempio, per le Pmi, in qualche modo, ci sarebbe l’anticipo delle banche. Ma questo lo paga il lavoratore? Con che interessi? Sono cose importanti, perché parliamo di salario differito, di soldi che appartengono ai lavoratori. Deve essere una opportunità per i lavoratori non una operazione che finisce col fargli rimettere dei soldi”.

A Milano la Cisl coi confederali ha costruito una intesa innovativa con la società Expo, è un segnale positivo?

“Credo che sia la strada giusta per tante situazioni. Noi dobbiamo interpretare i nuovi bisogni del lavoro, i nuovi bisogni per rilanciare la produttività del sistema Paese nelle singole imprese. Credo che la Cisl di Milano abbia fatto un percorso innovativo che deve diventare un modello su come noi diventiamo protagonisti e facciamo diventare protagonisti i lavoratori sul nuovo che ci aspetta”.

Cosa ne pensa dell’apertura al dialogo coi sindacati del premier Matteo Renzi?

Per la prima volta dopo tanti mesi, il presidente del Consiglio apre al confronto. E questa è una cosa positiva. Noi dobbiamo farlo ripartire davvero questo Paese e per farlo, dobbiamo rilanciare la coesione sociale, rispetto e libertà e anche per chi il lavoro non ce l’ha e lo cerca, dobbiamo aprire al dialogo. Quindi la Cisl accoglie in modo positivo l’apertura di Renzi ed è pronta ad affrontare i temi che lui ha messo sul tavolo ma vogliamo anche affrontare i temi dello sviluppo. Davvero si riparte dallo sviluppo vera garanzia di lavoro e occupazione.

Lo scontro si è acceso attorno all’articolo 18, è il vero problema da risolvere?

Il problema vero del paese è il 13% di disoccupati e il 45% di giovani che non ha alcuna opportunità di lavoro. In questi anni noi abbiamo perso circa un milione di posti di lavoro, quindi è la crisi il vero problema del paese. Questa è la nostra urgenza, in più abbiamo tanti precari, circa un milione di persone che spesso sono finte partita iva o finti cococo, noi innanzitutto vogliamo che questo nuovo strumento contrattuale assorba questi contratti, che hanno creato precarietà e in molti casi anche distanza tra i giovani dal valore sociale del lavoro. Quindi la prima cosa che vorremmo capire bene è se questo nuovo strumento d’ingresso a tempo indeterminato a tutele crescenti riesce ad assorbire tutto ciò che di falsamente autonomo abbiamo in giro.

01/10/2014
Daniele Bonecchi
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