LAVORO E FORMAZIONE
Stage: tante opportunità, ma anche qualche insidia

Solo un tirocinio su dieci si trasforma in un posto di lavoro. In allegato la guida alle migliori opportunità.

Uno strumento utile, che però nasconde qualche insidia. Lo stage è un’opportunità offerta ai giovani per entrare nel mondo del lavoro, ma può anche rivelarsi un’esperienza negativa, soprattutto quando le aziende se ne servono come canale di reclutamento di personale, sostanzialmente
gratuito, senza alcuna volontà di stabilizzarlo. I dati parlano chiaro: secondo un’indagine di Unioncamere poco meno di un tirocinio su 10 (9,1%) viene trasformato in un contratto di lavoro. Il problema riguarda soprattutto le micro e piccole imprese (che assumono, rispettivamente, appena nel
6,3% e nel 7,1% dei casi), mentre va un pò meglio tra le medie (11,4%) e soprattutto le grandi (19,9%) aziende. Questione di cultura anche.

«Uno stage fatto bene - osserva Eleonora Voltolina, fondatrice e direttrice del sito repubblicadeglistagisti.it - dovrebbe essere svolto presto, da molto giovani; avere durata congrua (massimo sei mesi); prevedere un buon rimborso e al termine una ragionevole possibilità di assunzione. Per questo è fondamentale che vi sia la massima trasparenza sin dall’inizio: se le condizioni sono nebulose e si alimentano false aspettative non va
bene».


Va da sè che siano determinati, e molto, i contenuti della mansione. ll giovane che si avvicina a uno stage desidera imparare (fare le fotocopie tutto il giono non è molto formativo). La materia, dopo una sentenza della Corte Costituzionale, è diventata di competenza regionale.
La Conferenza Stato-Regioni, nel 2013, ha definito delle linee guida entro cui muoversi, poi, però, ogni Regione fa a suo modo, anche in tema di rimborsi mensili lordi da garantire agli stagisti. Così si può andare dai 640 euro indicati dalla Provincia autonoma di Bolzano, ai 300 di quella di Trento
o della Regione Sicilia. La Lombardia ha fissato una soglia di 400 euro.

I numeri

Non è facile stabilire quanti stage vengano svolti in Italia. Secondo Unioncamere nel 2012 ne sono stati attivati circa 307 mila. La Repubblica degli stagisti, incrociando i dati Unioncamere con quelli di altre indagini (Istat e Almalaurea), stima che siano intorno ai 425mila all’anno. Tra i settori, il 73% ha avuto luogo nei servizi, il restante 27% nell’industria. L’area più ricettiva è il Nord Ovest, seguita dal Nord Est. In Lombardia (sempre nel 2012) se ne sono contati 100mila, quasi 71mila dei quali in imprese private (il resto nel pubblico e nel non profit). Il tasso di assunzione medio post stage è stato del 9,7%.

14/07/2014
ALLEGATI
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