OCCUPAZIONE
Autorità per l'Energia: 150 lavoratori da Milano a Roma

Il decreto con cui il Governo intende riordinare le Autorità indipendenti penalizza i dipendenti del capoluogo lombardo.

Il trasferimento obbligato dell’Autorità per l’energia da Milano a Roma, è una misura ‘’penalizzante’’ che “non produce risparmi, ma fa lievitare le spese e indebolisce l’azione di un soggetto posto a tutela dei consumatori e del sistema”. E’ questo l’allarme lanciato dai rappresentanti sindacali di Fisac Cgil, Fiba Cisl e Falbi Confsal in relazione al decreto di semplificazione della PA che ‘delocalizza’ l’Authority nella Capitale entro il giugno 2015 cancellando la precedente dislocazione territoriale prevista per legge a Milano.
“Pur nella piena condivisione della spinta riformatrice condotta dal Governo, lo spostamento forzoso di 600 chilometri di oltre 160 persone (l’85% delle risorse totali dell’Autorità) è in netta contraddizione con il decreto stesso che fissa una mobilità massima di 50 Km per il personale della PA” affermano in una nota congiunta. Inoltre, sottolineano i sindacati, “l’Autorità non pesa e non ha mai pesato sul bilancio dello Stato perché i costi di funzionamento - peraltro già ridotti da 57 a 46 milioni fra il 2010 e il 2012 - sono per legge a carico delle imprese regolate”.

“Il trasferimento forzoso di personale con contratto a Milano, sarebbe ben più oneroso in termini umani, economici e di dispersione di professionalità rispetto a presunti tagli di spesa” affermano le tre sigle che propongono di adottare “misure di razionalizzazione ed efficienza auto-definite, sul modello Banca d’Italia”. Fra queste, ad esempio, individuare subito un edificio demaniale nel territorio di Milano, ottenendo così risparmi molto superiori senza ricorrere ad una ‘delocalizzazione’ nella Capitale.

“L’Autorità per l’energia –dichiarano Fisac Cgil, Fiba Cisl e Falbi Confsal - si è sviluppata ed è cresciuta, nei suoi 17 anni di vita, nella città di Milano dove ha gradualmente acquisito e formato personale altamente qualificato proveniente dalle più prestigiose Università del Paese e spesso con specializzazioni post-laurea. Queste risorse (la metà delle quali donne, quindi di difficile sradicamento familiare) rischiano di andare in gran parte disperse. Infatti, trattandosi di personale selezionato per concorso, con alta specializzazione e formazione, sarà inevitabile un ricollocamento sul territorio, dissolvendo un patrimonio professionale nazionale che ha dimostrato di sapere ben operare ed è apprezzato all’estero”.

Infine, i sindacati chiedono che in sede di conversione del decreto, all’Autorità per l’energia venga riservato lo stesso trattamento riconosciuto a Consob, che ha lo stesso meccanismo di finanziamento ma cui viene riconosciuta la non-incidenza sulla finanza pubblica.

“Nel disegno di legge n. 2486 sulla conversione in legge del decreto 90/2014, viene correttamente affermato che l'incremento del numero dei componenti della CONSOB non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica tenuto conto del fatto che attualmente la predetta autorità si finanzia esclusivamente con i contributi dei soggetti vigilati. Questa stessa logica –affermano Fisac Cgil, Fiba Cisl e Falbi Confsal – deve valere per l’Autorità per l’energia che, da sempre, si finanzia con una componente minimale a carico delle imprese regolate, senza che un euro provenga dal bilancio dello Stato.

Più in generale, concludono le organizzazioni sindacali, “riteniamo che un progetto di riordino delle Autorità indipendenti non possa essere perseguito con decretazione d'urgenza sulla base di mere ragioni di spending review, prescindendo da un ampio e approfondito dibattito parlamentare, senza un adeguato iter di confronto con tutti i portatori di interesse, ivi compresi i lavoratori”.

04/07/2014
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