PARTNER UFFICIALE
San Pellegrino entra in Expo. “È il momento di dare”

La storica azienda di Bergamo che esporta in tutto il mondo prevede di investire oltre 6 milioni nell’operazione. Sala: le nostre realtà sono troppo piccole per seguire l’esempio.

Giuseppe Sala, amministratore delegato di Expo 2015, sa che siamo alle battute finali. E non nasconde entusiasmi e amarezze proprio nel giorno in cui, con una presentazione col fior fior del Made in Italy, la Sanpellegrino entra ufficialmente come partner in Expo 2015 e Padiglione Italia, l’iniziativa italiana all’interno della manifestazione. «Expo si fonda su un sottile equilibrio tra valorizzazione del paese ospitante e la consapevolezza che siamo in un mondo globalizzato nel vero senso, e che quindi bisogna dare spazio agli altri che verranno qui. Sarà un’occasione anche per dimostrare che solo chi si addentra nei rapporti e scambi e non rimane solo, ce la farà. In ogni caso per noi è uno sforzo genuino per investire e migliorare l’Italia». Poi un primo bilancio: «Dal punto di vista dell’adesione dei paesi siamo meglio del previsto, perché in questo momento tutti sono attenti a investire e non è scontato averne già 147, con 55 che costruiscono il proprio padiglione. Per le aziende italiane scontiamo la dimensione piccola dell’agro-alimentare. Per molti sarebbe inimmaginabile riuscire a fare operazioni come Sanpellegrino, che una ribalta internazionale ce l’ha già. Però dobbiamo essere convinti che l’opportunità di vetrina è valida per tutti».

Quindi proprio il food, il settore che dovrebbe essere traino del saper fare italiano, soffre il sotto-dimensionamento, che è tale da non poter permettere una grossa adunata per Expo 2015, così come ci si aspettava. È anche vero che il settore è tra i più colpiti dalle contraffazioni all’estero e dovrebbe prepararsi all’appuntamento in tutto il suo splendore. C’è ancora tempo, certo, ma a quanto si percepisce, il “drive” di Expo è più appetibile all’estero che da noi. «Una situazione singolare – dice Piero Galli, direttore generale dell’evento – è quella del catalogo digitale dove le aziende italiane si sono offerte di offrire servizi a quelle che arrivano da fuori. Già il fatto di aver predisposto come requisito il fatto di scrivere tutto in inglese ha prodotto una mini rivoluzione, con molti imprenditori che vogliono qualificarsi e stanno facendo cose che finora non avevano fatto».

EVENTO CONTRO MIOPIA – S. Pellegrino è finora la sola azienda del settore alimentare ad avere la doppia partnership con l’evento globale . Il budget prevede 5 milioni da spendere per l’evento globale e 1,2 per attività nel padiglione italiano. La portata di Expo è stata capita da imprenditori come Stefano Agostini, alla guida del gruppo Sanpellegrino che ogni anno fattura 800 milioni con 3,3 miliardi di bottiglie prodotte di cui 1,1 esportati. «Abbiamo le acque che sono diventate un sinonimo di buona cucina – dice Agostini – e abbiamo anche l’italianità delle bevande, con limoni e arance di Calabria e Sicilia. Spingiamo sulla sostenibilità della fonte, che è situata nelle montagne bergamasche e che in 18 anni riceve dal bacino acquifero l’acqua piovana che rigenera la sorgente. Un processo a cui stiamo molto attenti, che viene preservato nei secoli. Compito nostro è quello di proteggere il prodotto imbottigliato fino ai 180 paesi di destinazione dove esportiamo». Agostini precisa inoltre che l’impegno è solo di immagine e “per fare cultura”: nessuna proiezione sulle vendite effettive di bottiglie durante la manifestazione potrebbe dare certezze sul rientro dei soldi spesi.

Parte dell’internazionalizzazione passa anche dal capire cosa c’è da far capire al mondo: «Abbiamo per anni portato l’italianità nel mondo (Pellegrino, in molte parti degli Usa è sinonimo di acqua, ndr) e ora è arrivato il tempo di dare» dice convinto Agostini. Un genovese a capo del colosso bergamasco che ha dovuto spingere in prima persona per un investimento del genere: «Promuoviamo l’italianità nel mondo e ora è arrivato il momento di farlo in Italia. Avremo la nostra “piazzetta” nel percorso di Expo, con attività didattiche e di education. Promuoveremo il riciclo con i nostri partner, abbiamo in progetto una speical edition delle nostre bottiglie a partire a breve per lanciare la sinergia col marchio di Expo 2015. E vogliamo anche essere parte della coerenza con la mission di Expo, per un futuro sostenibile. Facciamo sistema e innovazione, e soprattutto riconosciamo che i valori dell’Italia che ci fanno grandi nel mondo, la sua storia e il suo territorio, ci sono arrivati, non li abbiamo creati noi».

Sintomatico il caso cinese, uno dei mercati su cui si sta puntando: «In Cina se chiedi acqua al ristorante al massimo ti portano quella calda per lavarsi le mani. È lì che agiamo, facendo leva sull’export dell’Italian way of living».

Lo sforzo sarà ripagato? Quando si iniziò a pensare a Expo nel 2010, dice Sala, l’obiettivo era quello di portare i visitatori cinesi per la manifestazione a un milione. «Impensabile – dice oggi – se solo si tiene conto del fatto che oggi ne arrivano al massimo 700mila e in tutta Italia. Ma già ci stiamo muovendo per snellire le procedure per i visti e rendere appetibile il flusso per le compagnie aeree. Abbiamo venduto 300mila pacchetti ai cinesi, a 11 mesi dall’inizio». Noi abbiamo una grande responsabilità - spiega Diana Bracco, Commissario Generale di Sezione per il Padiglione Italia all'Expo 2015 - quella di valorizzare le eccellenze del Paese evidenziandone le radici culturali, ma anche proiettandole nel futuro. Ecco perché la partnership con un marchio storico come S. Pellegrino ci rende particolarmente lieti. L’accordo, tra l’altro, prevede l’allestimento di una piazzetta dedicata all’acqua minerale all’interno del Padiglione Italia, che sarà basata sulla valorizzazione di questa risorsa naturale e del concetto di idratazione, nonché sull’importanza del riciclo delle bottiglie e sullo sviluppo sostenibile, collegandosi quindi perfettamente con i temi-chiave dell’Expo

DATI CERTI – Non ci si sofferma in questa occasione sui guai giudiziari degli appalti e i ritardi nei lavori. Ma partendo dagli effetti già visibili, Gallo parla di un record di presenze se si confronta l’appeal della scorsa Expo a Shanghai che aveva attirato 42 paesi con padiglioni propri. Al momenti le adesioni più ambite sono quelle dei tour operator. Galli ha detto di aver fatto già 50 missioni per vendere pacchetti Expo-Italia per raggiungere l’obiettivo dei 9 milioni di stranieri presenti nell’arco di tutta la manifestazione (da maggio a ottobre dell’anno prossimo). «Ce la faremo – dichiara - è un record già aver venduto 3,2 milioni di biglietti, siamo sicuri che l’appeal c’è».

26/06/2014
Christian D'Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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