SICUREZZA
Milano, vigili del fuoco senza mezzi. Però li regaliamo all'Egitto

Video: denuncia della Fns Cisl: mancano autoscale e autopompe e molte di quelle che ci sono hanno almeno 30 anni di servizio. 

Regaliamo mezzi antincendio all’Egitto, ma non ce ne sono per i distaccamenti milanesi. A denunciare questa paradossale situazione è la Fns (Federazione nazionale sicurezza) Cisl di Milano.


“Siamo ormai arrivati al cedimento strutturale del Corpo - afferma il segretario generale, Giovanni Pace -, non abbiamo i mezzi necessari per poter garantire una pronta risposta a tutte le richieste di aiuto che arrivano da parte dei cittadini. I tagli lineari sui servizi pubblici, in nome delle spending review,  stanno rendendo ordinaria una situazione che nella realtà è grave e rischiosa, sia per la sicurezza dei milanesi che per gli stessi vigili del fuoco”.


La situazione dei mezzi antincendio - in primis le autoscale, ma anche le autopompe – è critica: alcuni hanno addirittura 30 anni di servizio e sono ormai superati. Secondo il sindacato nel milanese servirebbero almeno 5 autopompe e 3 autoscale nuove. Che non ci sono.
In compenso si trovano le risorse per mandare mezzi in Nord-Africa. Nell’ambito della cooperazione tra nazioni, l’Italia ha infatti aderito a un programma (“Commodity aid”) finalizzato a sostenere lo sviluppo dell’Egitto, a cui nel 2014 sono stati donati 56 automezzi antincendio per un valore di 11 milioni di euro. In precedenza erano stati regalati altri 34 veicoli (negli anni 2002, 2007 e 2011) per  altri 7 milioni di euro. In totale fanno  90 automezzi e una spesa complessiva di 18 milioni di euro.


“Tutto questo è paradossale – aggiunge Pace - e pur comprendendo le necessità della cooperazione internazionale, non riusciamo a capire come si possano lasciare i vigili del fuoco italiani senza i mezzi necessari a svolgere il proprio lavoro. Se si dovevano fare delle scelte di ridimensionamento, perché non si è partiti dallo snellimento di un apparato dipartimentale sovradimensionato e burocratizzato, salvaguardando invece l'operatività del Corpo e le risorse  indispensabili a garantire un'attività di soccorso puntuale ed efficace?”.


Una domanda che la Fns Cisl rivolge ai vertici del Corpo e al ministero dell’Interno. Ma la situazione potrebbe addirittura aggravarsi nel futuro. Il pensiero va ad Expo 2015.


“Se allo stato attuale – conclude Pace -, e nonostante gli enormi sacrifici del personale, facciamo fatica a  garantire un adeguato servizio di soccorso, come si potranno affrontare le innumerevoli necessità che si presenteranno in tutta l’area metropolitana milanese in concomitanza con Expo 2015? Continuando di questo passo arriveremo al totale collasso del Corpo. Ma forse è proprio quello che si vuole, perché il soccorso pubblico può diventare un business molto interessante per il privato”.


Il territorio milanese è diviso in 5 distaccamenti (quello centrale è in via Messina), a cui bisogna aggiungere quelli dell’aeroporto di Linate, Sesto San Giovanni, Gorgonzola, Monza, Seregno, Desio, Rho e Legnano.

09/05/2014
Mauro Cereda - mauro.cereda@cisl.it
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