A PROPOSITO DEL DIVIETO D'ACCESSO NEI RISTORANTI DOPO LE 21
Lasciate che i bimbi vengano con noi

Un ristoratore bresciano ha avuto una trovata che fa discutere: no i bambini dopo le 21 nel suo ristorante. Questo problema in Italia dove abbiamo poche nascite, si chiede il segretario generale della Cisl di Milano , non sarà un attacco razzista, in territori con alto tasso di bimbi di colore?  Galvagni fa un appello al mondo della ristorazione. “Giustificare l’esclusione da un ristorante di una famiglia coi propri figli – come fa la Fipe, organizzazione di categoria dei ristoratori – riferendosi all’episodio di Bagnolo Mella nel bresciano, è un grave errore –  se è comprensibile la difesa della categoria, siamo lontani anni luce dal modello di ospitalità di cui Milano, la regione e il resto del Paese, hanno bisogno in vista di Expo. Ma come? Stiamo lavorando per offrire a decine di migliaia di turisti, italiani e stranieri, con le loro famiglie, una immagine di città e di Paese leader nell’accoglienza e accettiamo l’idea – sulla base di regolamenti arcaici – che si possono lasciare fuori dal ristorante i bambini? Qui occorre, a partire proprio dalle categorie del commercio, un salto di qualità. Serve la capacità, magari col sostegno delle amministrazioni locali anche attraverso cooperative di servizi, di rispondere alle esigenze delle famiglie, per essere più ospitali. I ristoratori dei centri storici o delle vie commerciali, possono lavorare per offrire un servizio in più alle famiglie. Parlo di babysitting e di accoglienza organizzata. Un valore aggiunto che può far crescere le presenze nei ristoranti, in una fase difficile economicamente ma che può essere una sfida nella stagione di Expo".

Altrimenti la strada resta in salita. Parte un appello della Cisl di Milano a favorire la maggior partecipazione possibile delle "famiglie" alla vita sociale, non isolarle, chiuse tra quattro mura, a volte coi loro problemi. L'intervento di Galvagni al Binario 21 per la giornata della Memoria e la Shoa, del resto, chiudeva ricordando che si inizia togliendo un nome da un registro, un volto da un'aula, un compagno da un banco", come dire "si inizia dai bambini e il passo dalla discriminazione per età a quella per religione, è breve". Si parte con l’escludere i bambini perché disturbano e poi si rischia di arrivare magari ai disabili. Discriminare è un errore. Occorre lavorare tutti assieme, e i sindacati come la Cisl ci sono – conclude Galvagni - per offrire opportunità in più, anche alle famiglie destinate ad arrivare nel nostro Paese prima durante e dopo Expo”.

30/01/2014
Twitter Facebook