TRASPORTO PUBBLICO
Atm-Trenord: bene la fusione ma dentro anche i piccoli operatori

Comune di Milano e Regione devono decidere sull'accorpamento delle due aziende. Giovanni Abimelech (Fit-Cisl): collaborazione utile e inevitabile ma bisogna procedere con pazienza, partendo dal territorio. Necessario anche cambiare la legge regionale: non più di 4 o 5 bacini d'utenza. 

La fusione  tra Atm-Trenord  si può e si deve fare ma deve essere la conseguenza finale di un percorso di coordinamento dei servizi di trasporto locale a partire dalle piccole società che operano nel territorio. Questa la posizione della Fit, la federazione dei trasporti, Cisl della Lombardia. Un messaggio chiaro al sindaco di Milano Giuliano Pisapia e al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che hanno in agenda un faccia a faccia per affrontare la questione

. “La collaborazione  Atm-Trenord non solo è utile ma inevitabile – precisa Giovanni Abimelech (nella foto) che della Fit Lombardia è il segretario generale-  Un progetto a cui bisogna lavorare con pazienza, magari ragionando sui due tempi: prima il coordinamento dei servizi, poi la fusione . Nel territorio  della  futura città metropolitana di Milano, ci sono attualmente, oltre ad Atm-Trenord, una decina di operatori del servizio di trasporto pubblico. Troppi. Se non c’è  coordinamento non ci potrà essere nessuna economia di scala, nessun risparmio.

In Lombardia – prosegue Abimelech- ci sono 120 aziende che operano sul territorio. Mezzi vecchi che si fermano,  orari  non rispettati. In una parola disservizio che, alla fine, pesa sui passeggeri. Le  responsabilità di questo stato di cose, sono tutte della Regione che deve modificare la legge  e definire, al massimo, 4 o 5 bacini di trasporto pubblico. Così, tra l’altro, si risparmierebbero un sacco di soldi .

In questo senso –  precisa il segretario di Fit-Cisl-  il progetto di fusione Atm-Trenord  non può essere ridotto a pura operazione finanziaria e nemmeno utilizzato come  stratagemma per alleggerire i costi delle amministrazioni locali.  Occorre, invece,  creare un gruppo forte, in grado di competere in Italia e nel resto dell’Europa. Il management c’è  in entrambe le aziende  e ci sono  anche la competenza e l’esperienza  necessarie per vincere le gare d’appalto.  Deve essere chiaro però, – insiste l’esponente della Cisl - lo dico sia a Maroni che a Pisapia, che  la figura del direttore generale non può essere di nomina politica.  Non si può tenere in ostaggio un’azienda strategica per il territorio in funzione delle oscillazioni partitiche. Il dg deve essere un tecnico che fa gli interessi dell’azienda e dei cittadini, non può essere il portatore d’acqua di questa o quella maggioranza”. Concludendo Abimelech spiega cosa ci guadagneranno passeggeri e lavoratori. “I passeggeri ne guadagneranno in efficienza e affidabilità del servizio. I dipendenti  faranno parte di  uno dei più grandi gruppi europei del settore, con la possibilità  le proprie condizioni di e offrire nuove opportunità d’impiego"

27/01/2014
redazione
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