CASSA INTEGRAZIONE
LOMBARDIA, 25MILA A CASA SE PASSA LINEA GOVERNO

Le nuove regole per il 2014 prevedono una riduzione delle risorse e dei tempi di applicazione degli ammortizzatori in deroga. Gli effetti sulla situazione occupazionale della regione sarebbero devastanti. Petteni "Uno schiaffo ai lavoratori e a  realtà come la nostra dove siamo riusciti a gestire al meglio le conseguenze della crisi. Il provvedimento va cambiato".

Nei prossimi giorni i ministri dell'Economia e del Lavoro emetteranno un decreto che regola i criteri per gli ammortizzatori in deroga a partire dal 2014. Dopo 5 anni di accordi regionali importanti per gestire la crisi, il governo si appresta ad adottare criteri unici, con l'obiettivo di ridurre la spesa, limitando ad 8 mesi nell'anno e 12 mesi nel biennio la durata della cassa in deroga, riservando la mobilità in deroga solo ai lavoratori delle grandi aziende, prevedendo deroghe aggiuntive per le regioni del Sud. In Lombardia  i lavoratori che attualmente usufruiscono della cassa in deroga sono 80 e, se passasse la linea del Governo centrale,  non meno di un terzo di loro si troverebbe  senza alcuna copertura del reddito. Una situazione insostenibili per chi ha già perso il lavoro, non ha prospettive a breve di ricollocamento e per di più, in molti casi, deve stare mesi senza stipendio in attesa  della cassa integrazione.

La Cisl Lombardia, insieme agli altri sindacati,  lancia l'allarme sugli effetti che i  provvedimenti  che ha in mente il governo, per ora sono in bozza , rischiano di avere nel concreto. "Siamo favorevoli a definire criteri unici e a controllare meglio la spesa per gli ammortizzatori, ma il governo deve rendersi conto che la crisi continua a colpire duramente imprese e lavoratori e che il taglio agli ammortizzatori non può essere indiscriminato. Dimezzare le durate della cassa in deroga per le piccole aziende che hanno solo quella, come il governo si appresta a fare, sarebbe un vero delitto e porterebbe ad aggiungere in Lombardia almeno altri 25mila licenziamenti nel 2014 a quelli che la crisi sta già producendo da sola”, afferma Gigi Petteni, segretario generale Cisl Lombardia. “Il ministro Giovannini vuole contrastare la povertà o contribuire a crearla? - prosegue - In Lombardia siamo da sempre stati virtuosi, abbiamo fissato delle durate massime per cassa e mobilità al contrario di altre regioni”.

“I nuovi criteri sono uno schiaffo alla Lombardia e un colpo al duro lavoro delle parti sociali e della Regione di continuare a gestire la crisi limitando le tensioni sociali - aggiunge Petteni -. Addirittura il governo proporrebbe di penalizzare i settori che vogliono con gli enti bilaterali aiutare produrre sostegno al reddito dei lavoratori come previsto dalla riforma Fornero. Ci sono modi molto più utili e capaci di risparmiare risorse. Il ministro Giovannini deve convocare i sindacati e le parti sociali e ridiscutere da capo il proprio decreto”. “Noi non staremo con le mani in mano di fronte a questo grave passaggio – conclude il segretario generale della Cisl lombarda - e lanciamo da subito alle altri parti sociali e alla Regione un appello per fare squadra e far pesare a Roma le nostre ragioni”.

29/11/2013
Twitter Facebook