RAPPORTO ISDACI
La giustizia alternativa ha fatto boom, 250mila domande

In testa la mediazione civile e commerciale. Più 72% rispetto  al 2011. Il punto a due mesi dalla reitroduzione dello strumento che semplifica modalità e tempi dei contenziosi.

Sono state 243.281 le domande di ADR depositate presso i Centri di risoluzione italiani nel 2012, in crescita del +72% rispetto al 2011. A fare la parte del leone, com’era lecito aspettarsi, la mediazione civile e commerciale, che ha registrato un numero di domande pari a 154.879, addirittura +154,7% rispetto all’anno precedente.
Crescono anche le conciliazioni presso i Corecom, arrivate a quota 70.000 (+25,7% rispetto al 2011), mentre rimangono stabili le altre forme di giustizia alternativa, quali ad esempio la negoziazione paritetica, con ben 17.626 domande e l’arbitrato amministrato, con 735 domande.
Senza dimenticare l’attività svolta dalle Authority e dai Ministeri, che sembra costituire un modello efficace di risoluzione e prevenzione delle controversie, come dimostrato ad esempio dagli oltre 4.000 ricorsi e segnalazioni presentati all’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni e all’Autorità garante per la protezione dei dati personali.
Sono solo alcuni dei dati emersi dall’Indagine di Isdaci che, insieme a Unioncamere, Camera di Commercio di Milano e Camera Arbitrale di Milano, per il sesto anno consecutivo ha presentato questa mattina a Milano presso la sede della Camera di commercio, il Rapporto sulla diffusione della giustizia alternativa in Italia.
L’evento si situa in un momento storico di importanza cruciale per il futuro degli ADR nel nostro Paese, a due mesi di distanza dall’entrata in vigore delle disposizioni del c.d. Decreto del Fare che reintroducono la mediazione quale condizione di procedibilità per una serie molto ampia di materie.
I qualificati relatori susseguitisi sul palco - tra cui la Presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro, il Presidente della Camera di commercio di Milano, Carlo Sangalli, il Presidente Isdaci, Giovanni Deodato e il Presidente della Corte d’Appello di Milano, Giovanni Canzio - hanno evidenziato i vantaggi di ricorrere alle procedure alternative, tra cui la velocità, circa 180 giorni per l’arbitrato, 70 giorni per la mediazione e le negoziazioni paritetiche e 60 per la conciliazione presso i Corecom.
La discussione sulla mediazione non ha però tralasciato di evidenziare alcuni aspetti ‘critici’, tra cui spicca la mancata partecipazione della parte chiamata, che si ha nel 67% dei casi, un’anomalia che si spera possa venire superata in virtù dei correttivi apportati al D.lgs. 28/2010 dal cd. Decreto del Fare: il requisito della competenza territoriale per gli organismi di mediazione e l’eliminazione della condizione di procedibilità della mediazione nelle controversie in materia di RC auto, settore che, pur rappresentando oltre il 20% delle domande di mediazione presentate nel 2012, ha registrato la mancata partecipazione delle imprese assicuratrici nel 95% dei casi.
Tali criticità non hanno però offuscato gli ottimi risultati ottenuti da chi si rivolge agli strumenti extragiudiziali per trovare una soluzione ai propri conflitti: l’accordo viene infatti raggiunto nell’84,6% delle conciliazioni Corecom, nell’82% delle negoziazioni paritetiche e nel 50% delle mediazioni.
“La capacità di tornare a crescere per l’Italia dipende anche dalla possibilità per le sue imprese di contare su una giustizia veloce ed efficiente - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano -. In un contesto economico globalizzato e competitivo il contenzioso deve essere gestito in modo sempre più imprenditoriale. Il ricorso alle forme di giustizia alternativa, che la Camera di commercio di Milano promuove attraverso la sua Camera arbitrale, è uno strumento utile, dai tempi certi e costi contenuti, a disposizione di imprenditori e consumatori”.
Livia Pomodoro, Presidente del Tribunale di Milano: “Il “Decreto del Fare” ci ha restituito una mediazione ulteriormente arricchita di contenuti e protagonisti. L’importanza di questo Istituto non è però quella di essere strumento deflattivo delle attività del Tribunale quanto quello di contribuire alla diffusione di una cultura della mediazione che riconosca la capacità dei cittadini di risolvere, in modo autonomo e con strumenti diversi, le proprie controversie con altri cittadini o imprese”.
Giovanni Deodato, presidente di Isdaci: “Imprese e cittadini hanno bisogno di legalità e giustizia veloce. La diffusione degli strumenti di giustizia alternativa come mezzi per la risoluzione delle controversie può quindi aiutare la crescita del mercato e della competitività. È necessaria però la responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti affinché collaborino allo sviluppo di uno strumento che si basa sull’adesione volontaria. Infine occorre promuovere anche i controlli da parte del Ministero della Giustizia, attraverso l’Ispettorato Generale, per garantire la gestione corretta dei procedimenti”.
20/11/2013
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