SICUREZZA
Una nuova legge per limitari gli incidenti stradali

In occasione della Giornata mondiale delle vittime della strada, si è svolto un convegno dove è stato fatto il punto sul un dramma che interessa molte famiglie e dagli evidenti risvolti sociali. Ora tocca al Parlamento decidere.

"Non identificando il carnefice, non si identifica la vittima". Si puó riassumere con questa frase chiave il convegno "L'omicidio mortale. Il dramma, la legge" tenutosi il 9 novembre presso Palazzo Marino, grazie all'iniziativa dell'Aivis (Associazione italiana vittime e infortuni della strada) e con il patrocinio del Comune di Milano. Organizzato in occasione della Giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada, istituita nel mese di novembre dall'Assemblea generale delle Nazioni unite, ha ospitato esperti nei rami urbani, giuridici, clinici e scientifici tentando di porre l'attenzione sul grave problema degli incidenti stradali in Italia. La riflessione è centrata in particolare sulla proposta di legge della stessa Aivis che prevede una modifica dell'art.444 del codice di procedura penale, introducendo il "no al patteggiamento" in alcuni casi di incidente stradale (guida sotto l’effetto di alcool e di sostanze stupefacenti, alta velocità). Elaborata dall'avvocato Giuseppe Bellanca, vicepresidente dell' Associazione, si tratta di una legge di rapida approvazione da parte del Parlamento, giá presentata nel mese di settembre, che dovrebbe ridurre  notevolmente il numero degli incidenti stradali, rispondendo alla necessità morale di giustizia per le vittime della strada e per le loro famiglie.

Al convegno hanno partecipato, tra gli altri, il comandante della Polizia locale di Milano Tullio Mastrangelo, il quale ha posto l'attenzione sugli impressionanti numeri degli incidenti stradali e delle vittime nella sola area urbana, che peró, afferma, sono in netta diminuzione rispetto al passato; Maurizio Lanfranchi, dirigente medico del Centro riabilitativo Villa Beretta di Costa Masnaga (Lecco) , che nel suo intervento porta l'esperienza di chi tutti i giorni vive a contatto con i "sopravvissuti" all'incidente stradale, con i loro bisogni e le loro famiglie. Importante anche la riflessione di Alberto Giannelli, primario emerito di psichiatria di  Niguarda, che si è concentrato sulle cause psichiche in cui spesso si trovano i cosiddetti pirati della strada, soffermandosi in particolare, più che sull'ovvio ma pericoloso mondo dell'alcolismo, sugli effetti delle droghe, ammonendo anche sull'uso di quelle definite più "leggere"

14/11/2013
Federica Lanfranchi
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