IL DECRETO CULTURA
Il Governo mette fuori gioco Scala e Piccolo

E non solo, a farne le spese è tutto il settore dello spettacolo che non può essere considerato parte della Pubblica amministrazione. Zambelli (Cisl) "Tutto questo alle soglie di Expo. E' necessario difendere le eccellenze milanesi.

Il decreto Cultura non può considerare il settore dello spettacolo dal vivo come una sezione della Pubblica amministrazione, da sottoporre a spending rewiew. Lo sostiene Renato Zambelli della segreteria di Cisl Milano Metropoli, che prosegu. L’enorme patrimonio culturale rappresentato dalla Scala, dal Piccolo Teatro e dalle Fondazioni musicali è uno dei volani, al pari della moda, su cui si deve investire per fare ripartire Milano e aiutarla ad uscire dalla crisi economica. Cultura vuole anche dire turismo, sviluppo del terziario e, quindi, più occupazione. Il governo e gli enti locali devono cominciare a considerare la cultura come una risorsa e non una spesa. E devono capire che Milano ha diritto ad una legislazione che riconosca le sue eccellenze, sia sul piano economico che delle autonomie funzionali. Il decreto Cultura va in direzione diametralmente opposta, perché limita il possibile flusso di capitali sulla Scala, pone in seria difficoltà il Piccolo Teatro e ignora il diritto alla continuità delle altre Fondazioni musicali. Il paradosso è che si metta fuorigioco un settore strategico, proprio alle porte di Expo. Basta parole, è giunto il tempo di agire.

07/10/2013
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