IL POLO DI SESTO SAN GIOVANNI
Ma per favore non chiamatela Città della salute

Il progetto approvato ha poco a che vedere con quello originario di sei anni fa. Gli impegni presi comunque vanno rispettati. In discussione c'è tutto il sistema sanitario lombardo che non funziona più come un tempo. La discussione sulla riforma è iniziata: ecco le priorità e le proposte innovative.

L’idea nasce circa sei anni fa e il progetto prevedeva la creazione nell’area attigua all’Ospedale Sacco di un polo sanitario integrato da un polo universitario e di servizio a partire dallo spostamento dell’Istituto tumori e del neurologico Besta a cui si affiancava un presidio Ospedaliero come il Sacco, utile alla qualificazione dell’attività sanitaria futura. Su questo progetto c’era l’assenso sindacale e di quasi tutte le forze politiche e Istituzionali. Il dibattito e la poca coerenza dell’allora giunta regionale, nonché diversi e complicati interessi economici hanno modificato il progetto che ha visto in questi anni diverse e originali soluzioni. I cittadini lombardi si sono visti prospettare soluzioni ogni volta diverse.

Oggi siamo appunto all’epilogo la decisione è di costituire la “città” della Salute a Sesto S. Giovanni, trasferendo sull’area ex Falk l’Istituto tumori e il neurologico Besta. Premesso che dopo anni di incertezze riteniamo positivo che la giunta regionale abbia sciolto la riserva e risolto i problemi con la proprietà dell’area, in particolare perchè questo risponde all’esigenza del Besta di avere rapidamente una sede più funzionale e meno degradata, ma detto questo, chiamiamo le cose con il loro nome. Si tratta di un positivo riposizionamento di due Istituti di importanza nazionale che devono avere logisticamente condizioni migliori per operare, ma la soluzione trovata è lontana dall’idea iniziale di creare un polo sanitario integrato in primo luogo per l’assenza di un ospedale che appunto integri e razionalizzi le attività dei due Ircs. Ora ci aspetta un periodo in cui le organizzazioni sindacali e la Cisl in particolare vigilino sul percorso avviato e sull’utilizzo delle attuali aree che noi riteniamo debbano essere mantenute a vocazione sanitaria. In questi giorni sono programmati incontri con l’assessorato alla sanità lombarda al fine di condividere tutti gli aspetti che la realizzazione del progetto metterà in evidenza. Stiamo discutendo di organici, di mantenimento dei servizi, di potenziamento della ricerca, di effetti sui cittadini sapendo che stiamo parlando di due istituti sanitari di rilevanza nazionale. Non possiamo perdere per strada né qualità ne quantità dei servizi oggi prestati e di questo chiediamo conto alla giunta regionale. Inoltre, sono in programma incontri con l’amministrazione di Sesto S. Giovanni al fine di concordare le modalità di intervento di bonifica dell’area interessata, argomento che è stato oggetto di discussione accesa nei mesi scorsi e che ne ha di fatto bloccato l’avvio. Non è la Città della salute che abbiamo immaginato per il nostro territorio, ma con il realismo che ci contraddistingue saremo dentro i problemi cercando di mettere in evidenza le istanze dei cittadini e lavoratori che rappresentiamo.

Questo commento di Giuseppe Saronni  (nella foto) è parte di un servizio più ampio di Christian D’Antonio pubblicato sul nuovo numero di Job ( per sfogliare il giornale completo clicca qui ). Non solo  Città della salute e della ricerca di Sesto  (c’è anche un intervento del  sindaco Chittò) ma una ricognizione generale su come sta cambiando il sistema sanitario lombardo,  nel passato considerato modello di efficienza e da tempo in crisi e non solo per i problemi economici. Proprio in queste settimane si sta discutendo della famosa legge 31 voluta da Roberto Formigoni.

29/09/2013
di Giuseppe Saronni segretario Cisl Milano metropoli
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