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Mediazione civile, la grande sfida di settembre

Per i mille Organismi di Mediazione, per i 40.000 e oltre mediatori e per i 1.500 dipendenti si apre la grande sfida per sopravvivere e contribuire sia alla deflazione del contenzioso, che a una soluzione alternativa delle liti, che rilanci l'economia, la pace sociale e il sistema Paese.

Il Mediatore lavoratore senza compenso (se il primo incontro si conclude con un verbale di non procedibilità della mediazione per volontà delle parti) è un caso unico, una sconfitta al buon senso, un ostacolo alle soluzioni dei problemi della Giurisdizione e della Giustizia, un'offesa ai principi della dignità del lavoratore sancita dalla Costituzione.

A settembre per i mille Organismi di Mediazione, per i 40.000 e oltre Mediatori e per i 1.500 dipendenti si apre la grande sfida per sopravvivere e contribuire sia alla deflazione del contenzioso, che a una soluzione alternativa delle liti, che rilanci l'economia, la pace sociale e il sistema Paese.

I Mediatori al primo incontro nello spirito della normativa dovranno conquistare la fiducia delle parti, aiutandole a comprendere l'Istituto e la procedura e responsabilizzandole ai fini della prosecuzione della procedura per una possibile conciliazione. Questo in un incontro programmato, formale e il cui verbale (negativo) permetterà il soddisfacimento della condizione di procedibilità in nove importanti gruppi di materie e nelle mediazioni delegate dai Giudici.

Nel primo incontro preliminare (e non più di programmazione come il testo originale del Decreto Legge 69 "del Fare") " il Mediatore chiarisce alle parti la funzione e le modalità di svolgimento della Mediazione (riceveranno un compenso per la prestazione) " e " invita poi le parti e i loro avvocati a esprimersi sulla possibilità di iniziare la procedura di Mediazione e in caso positivo, procede con lo svolgimento ".

Come si può immaginare un sistema formale e alternativo alla Giurisdizione e, sempre più, a disposizione della stessa (il Giudice ora può ordinare alle parti il tentativo di Mediazione anche nelle materie non obbligatorie e il mancato esperimento è condizione di procedibilità), dove gli Organismi e i Mediatori devono essere professionali, aggiornati, efficiente, capaci, competitivi. Le indennità, oltre  € 40,00 di spese di avvio sempre dovute da ogni parte , sono in caso di primo incontro negativo pari a € zero !

Ma quali sono i compensi per gli Organismi e, quindi, per i Mediatori se la procedura si apre?

Valore della controversia

Indennità per Mediazione Volontaria ex D.M.180/2010

Indennità per Mediazione Obbligatoria Ex D.M. 145/2011

Fino ad euro 1.000,00

Euro 65,00

Euro 43,00

Da 1.001 a 5.000,00

Euro 130,00

Euro 86,00

Da 5.0001,00 a 10.000,00

Euro 240,00

Euro 160,00

Da 10.000,01 a 25.000,00

Euro 360,00

Euro 240,00

Da 25.000,01 a 50.000,00

Euro 600,00

Euro 400,00

Da 50.001,00 a 250.000,00

Euro 1.000,00

Euro 665,00

Da 250,001 a 500.000,00

Euro 2.000,00

Euro 1.000,00

Da 500,001 a 2.500.000

Euro 3.800,00

Euro 1.900,00

Da 2.500.001 a 5.000.000

Euro 5.200,00

Euro 2.600,00

Oltre euro 5.000.000,00

Euro 9.200,00

Euro 4.600,00

Per ciascun scaglione di riferimento l'importo massimo delle indennità (anche per la presenza di un comediatore esperto):

- "può" essere aumentato in misura non superiore a 1/5, tenuto conto della particolare importanza, complessità o difficoltà; "deve" essere aumentato in misura non superiore a 1/5, in caso di successo della mediazione; "deve" essere aumentato "direttamente" di 1/5 in caso di formulazione della proposta da parte del Mediatore.

Un Mediatore guadagna dal 20% al 45% delle indennità; diciamo che l'equo, meglio la prassi, è dal 30% al 35%. Le spese di avvio sono evidentemente di competenza dell'Organismo perché legate ai costi amministrativi.

Qualche esempio di compenso per il Mediatore professionista specializzato, con evidenti e importanti responsabilità:

- Per qualunque Mediazione volontaria, obbligatoria anche del valore di € 5.000.000,00 con due o al limite X parti dichiarata improcedibile al primo incontro nulla è dovuto, il compenso al professionista è zero !

- Mediazione da € 100.000,00 con due parti con conciliazione in materia obbligatoria, compenso per il professionista circa € 650,00

- Mediazione da € 100.000,00 con tre parti senza conciliazione in materia volontaria, compenso per il professionista circa 1.000,00

- Mediazione obbligatoria da € 1.500,00 con due parti (statisticamente le più numerose) con conciliazione, compenso € 75,00 ; senza conciliazione € 60,00 ;

- Mediazione da € 20.00,00 volontaria con tre parti senza conciliazione compenso € 360,00 ;

- Mediazione da € 200.00,00 obbligatoria con due parti con proposta e conciliazione, compenso circa € 240,00 .

Ognuno può fare valutazioni, ma sicuramente sarà difficile che la categoria possa crescere culturalmente e professionalmente con queste tariffe. I Mediatori non possono, poi,  che ribadire il diritto naturale al compenso sancito dalla Costituzione e di logica evidenza per ogni prestazione.

Le spese di avvio del procedimento non solo sono, infatti, rimaste € 40,00 (ed è possibile richiedere i costi giustificati). Sicuramente gli Organismi "piangono", come i prestatori d'opera, che collaborano. E c'è il problema delle riduzioni, potendo ogni Ente ridurre le indennità per norma e legge del mercato. Il problema è aggravato dal fatto che Banche e Assicurazioni richiedono convenzionamenti con riduzioni del 20 - 30 % o nessuna maggiorazione nei casi di conciliazione, di proposta o procedura di particolare difficoltà.

Come si comporteranno gli Organismi e i Mediatori al primo incontro? Dedicheranno più di cinque minuti alla procedura, verificheranno correttamente i poteri di rappresentanza dei legali in mancanza delle parti? Potranno essere nominati (meglio accetteranno da " Francescani della Giustizia")  professionisti empatici, capaci , soprattutto, pronti  a dichiarare aperta la Mediazione al primo lampo di disponibilità delle parti? Lavoreranno veri Mediatori professionisti capaci o diventerà la Mediazione un Istituto per pochi super specialisti (nel caso delle volontarie) e una routine per tanti burocrati? Ci sarà, quindi, una possibilità di crescita della categoria? Il mancato rapporto di parità professionale dovuto alla conseguenza del lavoro a costo zero fra un buon Mediatore, parti e Avvocati potrà risolvere i problemi della Giustizia o sarà un passo indietro, un tentativo inutile di promuovere l'Istituto e la figura professionale? In una città come Milano un Organismo, che spende mediamente € 10.000,00 tra personale, affitto, pubblicità, aggiornamento, costi fissi ecc., forse potrà sopravvivere per la qualità e quantità degli affari, ma in Provincia? E nelle "zone calde" dove ora manca Giustizia e deve crescere il concetto dell'accordo e del rispetto, come potranno gli Organismi e i Mediatori avere le qualità necessarie giustamente richieste dal Ministero?

Questo perché il pagamento delle sole spese di avvio € 40,00 per il primo incontro (e per le mediazioni obbligatorie la previsione statistica è del 40%) è uno scandalo al buon senso, alla volontà dello Stato e, sembra dell'Avvocatura, di risolvere o iniziare a risolvere i noti problemi della Giustizia e della convivenza. Appare particolare che l'Avvocato debba ora accompagnare anche parti, che sanno disporre del proprio diritto (per esempio un dirigente di compagnia di assicurazione) e debba essere retribuito (giustamente); mentre il Mediatore dopo il "sermoncino" e dopo avere espresso la sua preparazione nella materia e nel caso specifico non sia retribuito, pur dovendo attestare da pubblico ufficiale la validità delle sottoscrizioni e sancire la procedibilità dell'azione giudiziaria sia nelle nuove materie obbligatorie, che nelle procedure delegate dai Magistrati!

E, poi, la Costituzione :

Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Art. 35 La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro. Omissis

Art. 36. Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. Omissis

Art. 41. L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Ricordiamo, poi, la Sentenza della Corte Costituzionale, che ha decretato l'equo compenso ai curatori dei fallimenti senza attivo. (Sent. 174/2006). L'importante pronuncia ha riconosciuto la manifesta incostituzionalità dell'art. 146 comma 3 DPR 115/02, il quale prevedeva che in caso di fallimento senza attivo il Curatore non percepisse compenso. Nelle motivazioni vengono accolte critiche e obiezioni a una prassi del tutto ingiustificata e mortificante rispetto alla dignità del lavoratore. In pratica si è affermata la disparità di trattamento del Curatore con tutte le altre categorie,  in relazione all'art. 3 della Costituzione, coinvolte nella procedura fallimentare a cui l'Erario assicura il compenso. Evidente, poi, la violazione dell'art. 36 e dell'art. 56 della Corte Costituzionale nel caso specifico, ma che ha sicure analogie con il problema del primo incontro non retribuito. Il Mediatore (tra l'altro pubblico ufficiale) svolge una professione intellettuale, di cui agli articoli 2229 C.C. e seguenti e, quindi, rientra nel concetto di "lavoratore", di cui all'art. 36 della Costituzione, cui deve essere riconosciuto il diritto alla retribuzione, proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto. Non potendo negare che, soprattutto, nel primo incontro il Mediatore è "ausiliario" della Giustizia dovrà essere riconosciuto un compenso equo così come previsto dal teso iniziale del D.L. 69 "Del Fare" a carico delle parti o dell'Erario. Stato, che in ogni caso, incasserà somme per la mancata e ingiustificata assenza al primo incontro. Stato, che sicuramente, risparmierà per la deflazione del contenzioso per le Mediazioni obbligatorie, volontarie e delagate. Stato, che sicuramente, risparmierà con il sistema della Giustizia alternativa.  Stato, che sicuramente, risparmia e sempre più risparmierà con l'abolizione degli Uffici Minori e dei Giudici di Pace con l'auspicata presenza sul territorio di Organismi e Mediatori efficienti.

La proposta è di ripristinare a carico delle parti le minime indennità previste dal testo originale del decreto legge 69 "del Fare", ossia da € 60,00 a € 200,00 oppure porre queste minime indennità a carico dello Stato, che trae enorme benefici dalle attività dei Mediatori sia per la deflazione dei contenziosi giudiziari, che per l'apporto dell'A.D.R. in un'ottica di  convivenza più civile e di un sistema economico più efficiente.

Al di là delle mille problematiche delle nuove norme è preliminare affrontare il problema del giusto compenso al Mediatore lavoratore qualificato e professionale. Sicuramente il Mediatore sarà trattato in molti casi come un burocrate, un "Fantozzi" che nulla può e nulla deve e non come un lavoratore protagonista preparato, disponibile, dedito e indispensabile.

SIMED CISL - Sindacato dei Mediatori Civili e Commerciali, Mediatori Familiari - aprirà un confronto sereno, ma fermo con il Ministero della Giustizia e delle Attività Economiche e (inevitabilmente) con l'Avvocatura, che ha probabilmente creato questa grave stortuna nella partenza della nuova Mediazione. Sicuramente in questa battaglia di civiltà Organismi e Mediatori dovranno collaborare. SIMED CISL è pronta a dialogare, negoziare e trovare le più opportune soluzioni per la dignità della categoria e la sua sopravvivenza economica.

03/09/2013
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