INTERVISTA
Expo. Non c'è bisogno di più flessibilità ma di assunzioni

Galvagni (Cisl): "Le polemiche di questi giorni sono fuorvianti  e strumentali:   il lavoro a termine è già previsto e con Expo2015 l’accordo per regolamentarlo è cosa fatta.  I decreti legge non servono, ci pensa la contrattazione tra le parti  a fare gli accordi. E' arrivato il momento che questioni come quella dell'occupazione siano affrontate anche a livello nazionale. 

La questione del lavoro che Expo può produrre è cosa seria e non può essere utilizzata per altri fini. Ci vuole senso di responsabilità e di misura. Soprattutto, prima di fare sparate ad effetto, bisognerebbe conoscere la materia e il lavoro che finora  è stato fatto a livello locale dal sindacato insieme alle istituzioni e a Expo spa.”

Con Danilo Galvagni , segretario di Cisl Milano metropoli, parliamo del tema del giorno, o se vogliamo  del grande equivoco che vuole fare di Expo il pretesto per introdurre maggiore flessibilità nei rapporti di lavoro  a termine.

“Non c'è  nessun problema – prosegue Galvagni- ad affrontare il tema, per noi non è certamente un tabù. Deve essere però chiaro a tutti che la gestione della flessibilità attraverso l’utilizzo di contratti a termine non si  fa per decreto legge  e  ma con  la  contrattazione con il sindacato. Anche perché così già si fa. Expo spa e tutte le aziende che interverranno all’evento, possono già contare su normative contrattuali sia nazionali che territoriali che permettono una gestione concordata e flessibile del mercato del lavoro senza ricorrere a deroghe e normative che regolamentano sia le stagionalità che eventi straordinari. Questo anche in relazione delle professionalità che costituiscono il fabbisogno necessario per l’evento, sia all’interno che fuori dal sito, così come emerge dallo uno studio “I profili professionali generati da Expo 2015” elaborato da Cisl Milano Metropoli insieme a Cgil e Uil e Associazione Cultura & Lavoro e presentato alla Camera di Commercio”

Ma c’è già qualcosa di concreto che si adatta alla realtà e alle esigenze specifiche di Expo?.

Certo che sì. Cisl, Cgil e Uil insieme a Expo2015 spa hanno già prodotto un’ipotesi di accordo che regolamenta la materia dei contratti a termine, dell’apprendistato, dello stage e del volontariato, accordo che verrà perfezionato insieme alle associazioni di categoria del commercio e terziario nei prossimi giorni e propedeutico anche a determinare le condizioni per la costruzione del bacino territoriale delle professionalità in discussione con Camera di Commercio, Comune di Milano, Provincia di Milano, Expo spa, Cgil, Cisl e Uil di Milano.

E cosa resta da fare?

Ora è il momento che a livello nazionale alcune problematiche siano affrontate quanto prima. In primo luogo c’è la questione legata alla chiusura di Expo, a termine dell’evento, che riconsegnerà decine di migliaia di lavoratori ai quali andrà data una risposta. Nella prima fase della dismissione occorrerà il sostegno di un ammortizzatore sociale a complemento di un processo di occupabilità per questi lavoratori concertato con le associazioni datoriali, con i centri per l’impiego, Comune, Provincia e Regione, sulla falsa riga dei progetti già attivi sul territorio (come Ricollocami e le reti di partenariato ecc…). , ma va avviato fin d’ora,

Inoltre resta da discutere anche la modalità di gestione dei lavoratori stranieri che opereranno sul sito o in appoggio ai padiglioni esteri,  rispetto all’applicazione e al rispetto della legislazione italiana. Infine è necessario chiedere a INAIL ragione del fermo rispetto all’avvio del protocollo, siglato già nel 2011, su formazione aggiuntiva, assicurazione volontari e struttura sanitaria di riabilitazione all’interno di Expo.

12/07/2013
p.pic.
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