RICERCA ALDAI
In Italia solo 4 manager ogni 100 lavoratori

La media europea è 6 su 100. In Gran Bretagna addirittura 10 su 100. Federrmanager: la politica deve spingere lo sviluppo di professionalità.

Secondo una recente ricerca condotta da Aldai (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali), l’Italia detiene il primato negativo della minor presenza di manager, meno di 4 ogni 100 lavoratori (3,7%), contro una media di 6 in Europa e ben 10 in Gran Bretagna.

La situazione è più problematica per quanto riguarda i dirigenti e i quadri superiori che, soprattutto negli ultimi due anni, si sono dimezzati passando da 1 milione e 780.000 di fine 2010 a 841.000 di fine 2012.

Nel frattempo nell’Unione Europea sono scomparse oltre 5 milioni di scrivanie di manager: 1,3 milioni in Gran Bretagna, 600.000 in Spagna, 574.000 in Germania e 350.000 in Francia.

Giorgio Ambrogioni, presidente di Federmanager, l’associazione che rappresenta dirigenti, quadri apicali e professional dell'industria, dice: “Al di là di aspetti pur importanti quali il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro, la difesa delle pensioni e il sostegno alla rioccupazione, Federmanager ha un obiettivo strategico ed è quello di valorizzare e legittimare anche socialmente il ruolo della categoria facendone recepire alla politica, alle istituzioni ed alla società italiana tutta la propria funzione di driver di sviluppo, modernizzazione e competitività”.

L’Italia, con il 3,3% della produzione mondiale, rappresenta l’ottava potenza industriale del pianeta e la seconda in Europa dopo la Germania. Nonostante ciò, secondo Aldai, la Penisola detiene il più elevato carico fiscale sulle imprese nel Vecchio Continente: il 68% contro una media del 42%.

Il Presidente Aldai ha lanciato all’assemblea, con la partecipazione del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, la proposta di un Patto strutturato in 5 punti per il rilancio dell’Industria:

  1. Lanciare un “piano straordinario” per rafforzare le industrie strategiche, come meccanica, chimico-farmaceutica, ICT, energia, etc.;
  2. Varare un “progetto speciale” per le start up innovative: biotecnologie, nanotecnologie, new media, etc.;
  3. Investire in infrastrutture logistiche e digitali, almeno il 2% del PIL, per migliorare la competitività;
  4. Ridurre del 25% in 5 anni il carico fiscale e contributivo sulle imprese e sui redditi da lavoro;
  5. Favorire l’inserimento di figure qualificate nelle aziende (“Alto Apprendistato”) e promuovere il trasferimento di competenze dei manager “coach” nelle aziende, specie piccole e medie, con incentivi e piani di formazione.

Per ulteriori informazioni: www.aldai.com

24/06/2013
Paola Sardenna - info@jobedi.it
Twitter Facebook