«Io amo il gelato alla follia, soprattutto quello alla frutta, e quando si ama si ama sia di giorno sia di notte. Se c'è stato un errore di scrittura in una delibera è già stato sistemato» Parole di Giuliano Pisapia, di nuovo intervenuto sulla ‘guerra del gelato’ che da giorni imperversa su Milano e sulle prime pagine dei giornali nazionali. Si è scomodato anche Silvio Berlusconi che ha ironicamente twittato “Se abitate a #Milano, affrettatevi: avete meno di 6 ore per mangiarvi un gelato”, più un’altra serie di considerazioni sull’amministrazione comunale milanese, l’Unione sovietica e il resto del consueto repertorio. Ironizzare sulla vicenda è fin troppo facile e figuriamoci se uno come il Cavaliere si lasciava scappare un’occasione del genere. E poi, sinceramente, dei gusti e degli amori diurni e notturni del sindacato non è che c’interessa un granché sia si tratti di gelato, kebab o panzerotti. Quello che ha dell’incredibile e che quello della vendita del gelato dopo mezzanotte sia diventato l’argomento principale di discussione a Milano in questi giorni. Come se la città e la Giunta non avessero già abbastanza problemi: dai tagli dei sussidi ai pensionati (a proposito: alle parti sociali, sindacati compresi, a cui si è chiesto di partecipare alla “alla santa alleanza” per fare pressioni su Roma, non era stato detto niente), alle nuove tasse previste dal bilancio, a tutto il resto. Anche perché, sempre il sindaco, dovrebbe decidersi su cosa ha scatenato tutto questo putiferio. «Purtroppo c'è stato forse un errore di interpretazione, un errore di scrittura di una delibera che abbiamo già rivisitato e rivisto” (ma quanti giorni ci vogliono a correggere il testo di una delibera ?) oppure, sono sempre parole sue «una decisione presa non dall’assessore ma dopo un confronto. Probabilmente si è sottovalutato un problema, che abbiamo superato» (che è un po’ diverso da un refuso di scrittura). A meno che si sia voluto spostare l’attenzione sulla falsa “guerra del gelato” per non parlare di altro.
PS – E’ un caso che l’assessore protagonista (dopo la polemica sul “siamo qui da due anni ma non è cambiato niente” con chiari riferimenti al ruolo del maggiore partito della coalizione, il Pd), sia ancora una volta Franco D’Alfonso?