BILANCIO COMUNALE
Giuliano, ora basta con le tasse
di Danilo Galvagn i
Quello che temevamo rischia di accadere realmente. Per far pareggiare i conti del bilancio comunale si dovrà ancora mettere le mani in tasca ai milanesi. Lo schema di delibera che ci ha presentato l’assessore Francesca Balzani prevede l’aumento dell’Imu (o quella che sarà la nuova tassazione sulla casa) dallo 0,4 allo 0,5% e soprattutto dell’Irpef dallo 0,5 allo 0,8% con l’aggravante che la fascia di esenzione passa da 33mila500 euro a 15 mila euro. Oltre a questo ci dovrebbero anche essere ritocchi verso l’alto alle rette per gli asili nido e per altri servizi. La speranza dell’amministrazione comunale di Milano è che il Governo consenta la sospensione del bilancio fino al 31 agosto quando sarà
definito il nuovo regime di tassazione degli immobili e che, sempre da Roma, si permetta alle amministrazioni comunali di incassare tutti gli introiti delle tasse immobiliari locali.
Per il momento, tuttavia, se non ci saranno queste, anche da noi, auspicate novità, il bilancio arriverà in consiglio con i nuovi aumenti. Tra l’altro -come avevamo detto anche in occasione della manovra dello scorso anno, carica di adeguamenti fiscali e tariffari - i criteri per definire chi quanto deve pagare in più sono sempre gli stessi: redditi Irpef e Isee, che, allora come ora, sono ampiamente inadeguati e sopratutto iniqui. Nel corso di un anno, forse nella speranza di non dover usare ancora la leva fiscale, non si è fatto nulla per accertarne l’equità e l’efficacia e ora ci troviamo punto e accapo. 33mila 500 euro rappresentano per il tessuto sociale di Milano, estremamente variegato, un redditoe una misuradel patrimonio complessivo della famiglia, che deve fare i conti con un
costo della vita maggiore rispetto ad altre città. Quindi l’intenzione di abbassare la soglia di esenzione farà comodo alle casse del Comune, ma dà una rappresentazione di Milano impoverita, specie per i lavoratori dipendenti e i pensionati che come sindacato tuteliamo a cui è già stato chiesto molto, forse troppo, considerando anche il non ancora scongiurato aumento dell’Iva di luglio che colpirà in modo indiscriminato tutti i consumatori a partire da quelli più deboli.
Lo diciamo da tempo e lo ribadiamo in questa circostanza: i milanesi non possono sopportare nuovi aumenti di tasse e tariffe, in particolar modo se questi non corrispondono a un miglioramento dei servizi, a un piano d’investimenti in grado di rilanciare la città,
incrementare l’occupazione, incentivare i consumi. Il sindaco Pisapia ha detto che da quando c’è lui Milano è cambiata. Ha fatto un lungo elenco di cose fatte: è nel suo diritto e del resto fanno così tutti gli amministratori e governanti. Avendo imparato a conoscerlo da vicino, sono convinto che sia in buona fede nel progetto della sua Milano, ma con altrettanta sincerità mi sento di dirgli che, finora, questi segnali di costruzione noi non li abbiamo visti. Evito di fare l’elenco delle cose non vanno, ne abbiamo parlato più volte e non mancano occasioni per ricordarle al sindaco e ai sui assessori. Anche dal sondaggio che pubblichiamo su questo numero di Job emergono due indicazioni interessanti: grandi cambiamenti non ce ne sono stati ma Pisapia gode ancora di un’ampia fiducia da parte dei cittadini. La utilizzi, noi lo aspettiamo alla prova.
03/06/2013
Danilo Galvagni - segretario generale Cisl Milano metropoli
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