IL BILANCIO DEL COMUNE
Che ne facciamo di Milano?

di Danilo Galvagni
In questi giorni a Palazzo Marino si sta discutendo del bilancio di previsione, lo strumento fondamentale per attuare le scelte dell’amministrazione. Si fanno soprattutto i conti per capire come colmare il ‘buco’ di oltre 400 milioni, determinato da diversi fattori alcuni indipendenti dalla gestione del Comune. A oggi non sappiamo come la Giunta intenda recuperare questi soldi, dove tagliare e dove risparmiare, dove soprattutto investire le risorse che ci sono, poche o tante che siano. Sicuramente sarebbero inaccettabili nuovi sacrifici a carico dei cittadini. I milanesi hanno già pagato con l’aumento del biglietto dell’Atm, con l’addizionale Irpef, con l’Imu e altro ancora. Non si può parlare d’insopportabilità della crisi e poi scaricare le difficoltà sulle fasce di reddito e sociali più deboli. A tutto c’è un limite e il limite è stato abbondantemente superato.
Chiarito questo punto, per noi irrinunciabile, c’è un discorso più generale che intendo fare e che nel linguaggio della politica si definirebbe di ‘metodo’ ma che è pieno di sostanza. Noi non ci stiamo, com’è successo anche nel recente passato, a essere chiamati a cose ormai fatte. Non ci stiamo a esprimere giudizi e pareri su provvedimenti che non possono essere modificati. Quello che invece ci piacerebbe è, insieme alle altre forze sociali, poter dire la nostra in fase di elaborazione delle scelte che poi, ovviamente, nella sua autonomia e responsabilità, competono all’amministrazione comunale. Sono ormai passati due anni dall’insediamento a sindaco e, sinceramente, al di là di molti principi condivisibili, non abbiamo ancora capito cosa intenda fare nel concreto Giuliano Pisapia per rilanciare il sistema Milano, quali le priorità e quali gli investimenti per incentivare lo sviluppo. I pasticci fatti con le partecipate (Sea, A2A, Amsa compresa e la stessa Atm) non confortano. Le non scelte su problemi vitali come la casa, non tranquillizzano. Il malessere che serpeggia fra i dipendenti comunali dimostra come ancora non si sia messo mano in modo efficace e condiviso alla riorganizzazione della macchina dell’amministrazione che è una ambito di esclusiva competenza della Giunta e non ammette alibi. L’impressione è che “prima si decide poi si comunica” non sia un caso, ma un metodo. Lo ribadisco: noi siamo disponibili a ogni confronto ma per favore, non chiamateci quando già avete deciso. Non ci accontentiamo di essere presenti a qualche ‘tavolo’ di lavoro, vogliamo poter dire la nostra e portare il nostro contributo su tutto.
02/05/2013
Danilo Galvagni - segretario generale Cisl Milano metropoli
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