PRIMO MAGGIO
La 'nostra' Pina Stella al merito del lavoro

Da 30 anni, ogni giorno, fa la pendolare da Lodi a Milano dove fa l'aiuto cuoca alla mensa Cisl di via Tadino. Ieri la premiazione ufficiale al Centro congressi  di via Corridoni . Ecco il racconto della sua storia e i programmi per il futuro.

Milano, 1 maggio 2013 – “I 134 lavoratori che oggi hanno ricevuto il riconoscimento della Stella al Merito del Lavoro rappresentano il modo migliore per festeggiare il 1° maggio, la festa di tutti i lavoratori. Operai, impiegati, dirigenti, che hanno dedicato e dedicano quotidianamente il proprio ingegno, la propria passione alla professione. Storie e persone diverse che hanno saputo affrontare in modo creativo e innovativo le sfide giorno dopo giorno. Il lavoro del resto è il valore fondamentale su cui si basa la nostra Repubblica”. Lo ha detto la vicesindaco Ada Lucia De Cesaris intervenendo alla cerimonia di consegna delle Stelle al Merito del Lavoro, conferite dal Presidente della Repubblica, che si è tenuta ieri  mattina a Milano nel Centro Congressi di Via Corridoni. Fra le 134 'stelle' anche la Pina, conosciutissima da tutti frequentatori della mensa della Cisl di Via Tadino a Milano.

Quando ha aperto la raccomandata che le è arrivata da Roma qualche settimana fa non ci credeva quasi. Pina, classe ‘52, fa l’aiuto cuoco allamensa della Cisl di Milano dal 1982. «Mi ha scritto la Fornero dicendo che le ero stata segnalata come persona che lavora da tanto tempo nello stesso posto. Non ci vedevo dall’emozione. Poi ho pensato subito a quanto sono stata fortunata a iniziare a lavorare in un periodo buono, senza le tensioni di oggi». Proprio Elsa Fornero, il ministro che è associato a chi il lavoro (o la pensione) lo perde, ha scritto a Pina per darle la buona notizia. «Mi premiano perché sono stata sempre qui, non ho voluto fare altro nella vita» ci dice mentre è affaccendata nella preparazione della cucina, come ogni giorno negli ultimi 30 anni.

Giuseppina Abbrà è di Lodi e domani verrà insignita del riconoscimento di valore al lavoro alla Provincia di Milano. Lei che ogni giorno viene al centro della città per prendere servizio dal mattino presto alle 4 e mezza del pomeriggio, non si sognava nemmeno che un giorno l'avrebbero accolta con onori al palazzo provinciale. Per tanti anni con acqua, neve, gelo, pioggia o sole a picco, lei c’è sempre stata. E sempre in Cisl. «Quanti treni bloccati e binari invasi dai pendolari ho visto in 30 anni! I collegamenti non sono stati mai all’altezza, i disagi me li sono fatti tutti. La nevicata del 1985 è stata epocale, sono partita da casa alle 7 e sono arrivata a Milano alle 13». Eh sì perché anche quel mattino di febbraio di 28 anni fa lei c’era. «Non è che con il lavoro abbia rinunciato a far da mangiare a casa – puntualizza – è solo che qui io sono aiuto cuoco, a casa decido io. E l’ho fatto per tanto tempo, visto che vivo tuttora con una sorella e per anni ho assistito mia madre».

Chissà come sarà sembrata cambiata Milano a una signora che la vede tutti i giorni da esterna. «In verità non conosco molto della città. Se vado oltre questa zona, se valico Corso Buenos Aires mi perdo».

Provo a insistere sul tema della monotonia o noia ma non c’è verso. A Pina è sempre piaciuto fare quel che fa tuttora («Ho altri due anni prima della pensione») e le sembra la cosa più naturale continuare a farlo . «Ricordo questo quartiere anni fa, a prevalenza di italiani e tutti di estrazione popolare. Ora ci sono molti stranieri, ma da noi viene anche chi un lavoro non ce l’ha, e poi la mensa Cisl da sempre è stata accogliente con chi non poteva spendere troppo per pranzo». Le chiedo cosa ha significato dar da mangiare a tanta gente, in una sede sindacale, poi, è ancora più emblematico: «Non posso dire delle differenze rispetto ad altri posti di lavoro. Posso solo assicurare che qui ci si sente tutti una famiglia e non credo si stia meglio altrove». Mai un piano B, una sistemazione alternativa, mai voglia di andare a conoscere altro? «Ho fatto da assistente ai miei famigliari per 10 anni prima di approdare qui – ricorda con commozione – e le posso assicurare che è meglio andare  fuori a lavorare che restare in casa». E come si immagina la sua vita quando lascerà il posto per anzianità? «Più tranquilla, a Lodi, con i miei 11 nipoti. Potrò seguire di più l’associazione che ho fondato con i miei fratelli Amici di Serena, intitolata a una nipotina scomparsa per leucemia. Ogni anno invitiamo i bimbi bielorussi che si sono ammalati con l’esplosione di Chernobyl da noi». L’impegno per gli altri, quando è sincero, non finisce davvero mai.

02/05/2013
Christian D Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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