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Milano futura, il lavoro al primo posto

Le aziende e i milanesi in genere la pensano allo stesso modo:  senza nuova occupazione non ci sono prospettive. Gli investimenti e gli sforzi devono andare in quella direzione.  C'è comunque ottimismo: per 6 intervistati su 10 la qualità della vita migliorerà o rimarrà comunque alta. SFOGLIA LA RICERCA

Non ci sono dubbi, nè per i cittadini comuni e nemmeno per le aziende. Se Milano vuole avere un futuro al primo posto deve essere messo il lavoro.   Gli investimenti preferenziali devno essere fatti su   lavoro e formazione per 6 cittadini su 10 e quasi 7 aziende su 10. Tra i milanesi, molto alte le preferenze per investire in innovazione e ricerca (tot. indicazioni 3,5 su 10) e welfare/sanità (tot. indicazioni 3,6 su 10). Tra le aziende, molto alte le preferenze per creare un contesto favorevole allo sviluppo (per quasi 5 su 10 ), e poi – in modo simile ai cittadini – innovazione/ricerca e welfare (4 su 10).  Tutto questo emerge  “Milano al futuro” a cura della Camera di commercio attraverso l’ISPO di Renato Mannheimer. Se ne è parlato oggi al convegno “Oltre Milano, Idee e proposte per la città di domani” in Camera di commercio, con la partecipazione, tra gli altri, del Sindaco Pisapia, del presidente della Provincia Podestà  e del presidente della Regione Lombardia Maroni.

Gli aspetti positivi. Per quasi 6 milanesi su 10 la qualità della vita in città migliorerà o resterà comunque alta (una quota simile tra gli imprenditori), per 9 aziende su 10 e per 8 cittadini su 10 Milano sarà sempre più città cosmopolita ed internazionale, con una vita notturna sempre più vivace (per oltre 8 cittadini su 10, una percentuale simile tra gli imprenditori), una città tollerante che unirà gruppi e persone diversi per provenienza sociale, etnia e stile di vita (per 8 milanesi su 10), mentre per 6 rispondenti su 10 (imprese e popolazione) la solidarietà verso gli immigrati aumenterà/resterà alta come ora. Più complicata la situazione per l’occupazione: se infatti circa 7 cittadini su 10 e 6 imprenditori su 10 ritiene che l’offerta di lavoro nel futuro diminuirà o rimarrà come ora, si intravede un barlume di ottimismo: infatti il 25% delle imprese considera che le opportunità di lavoro aumenteranno, rispetto al 22% che si aspetta al contrario un trend in discesa.

Le criticità. Le percezioni di popolazione e imprese convergono con lievi differenze nell’immaginare con maggioranze larghe (tra l’80% e il 70%) una città che sarà sempre più disuguale (con un’accentuazione tra i più giovani), in cui sarà difficile trovare un’abitazione a prezzi accessibili (con un’accentuazione tra i 35-44enni), dove la presenza di mafia e ‘ndrangheta sarà alta (lo pensano soprattutto gli imprenditori del settore costruzioni). E ancora circa 7 cittadini su 10 e 6 imprenditori su 10 ritiene che l’offerta di lavoro nel futuro sarà bassa/diminuirà.

I desideri . I milanesi per la Milano del domani vorrebbero soprattutto una città internazionale e aperta al mondo (66%, soprattutto i più giovani (90%) e le aziende: 81%), che vive soprattutto di giorno (62%, anche se nella scelta conta molto l’età: i giovani sono per la città anche “notturna” (61%), viceversa i più anziani (76%). Le aziende si dividono circa a metà tra giorno e notte). Ma anche una città più solidale e dal volto umano (59%, un desiderio sentito in particolare dalle donne: 64%), anche se tra gli studenti prevale la voglia invece di una città più competitiva e meritocratica (69% rispetto al 41% complessivo dei milanesi e delle imprese). Una città della mescolanza (57%) dove fianco a fianco vivono persone diverse per provenienza e stili di vita (una percentuale che sale soprattutto tra le aziende (72%), gli operai (66%), gli studenti (66%) e i giovani (63%). C’è un sostanziale pareggio tra città orizzontale, diffusa ma con edifici di massimo 4/6 piani (53%), e una verticale, con sempre più grattacieli (47%) tra la popolazione. Le aziende preferiscono l’orizzontalità (60%). I giovani la verticalità (60%).

Quale immagini per la città di Milano? Cinque le proposte su cui indicare le preferenze: Città sostenibile (accogliente, solidale, a misura di uomo/donna, di bambini e di ambiente); Smart-city (città digitalizzata, con tecnologie e informazioni al servizio della qualità della vita dei cittadini e delle imprese); Città dell’innovazione, della ricerca, della formazione superiore qualificata; Città della cultura, dell’arte e della creatività (moda, design, editoria); Centro economico-finanziario europeo di eccellenza. Sulla prima risposta, tra la popolazione non emerge un’anima vincitrice su tutte, la popolazione si divide in modo simile su 4 immagini-concetti (cultura, economia, innovazione, sostenibilità). Anche tra le aziende non emerge un’anima vincitrice su tutte. Rispetto alla popolazione, sono relativamente più basse le indicazioni (prima risposta) per innovazione e più alte quelle per la sostenibilità. Considerando il totale delle risposte (due preferenze esprimibili), la popolazione mette al primo posto l’immagine di Milano città della cultura (43%) e poi centro economico-finanziario (41%). Le aziende collocano al primo posto l’idea di città sostenibile, accogliente e solidale (47%), poi l’idea di città della cultura(43%).

Le azioni prioritarie per ambito. Per la cultura, l’arte al primo posto troviamo “valorizzare le sue eccellenze (la Scala, Brera)”. Poi il rafforzamento delle biblioteche/la nuova biblioteca europea è una priorità per 4 su 10 cittadini, e  i “Giovedì di Milano” per quasi 5 su 10, con una prevalenza di giovani. Più eventi come Salone del mobile e Book city sono indicati da circa 4 aziende su 10. E anche l’ultimo item classificato “valorizzare le risorse culturali delle popolazioni straniere residenti” è indicato da quasi 3 cittadini su 10 e da 2 aziende su 10. Per la mobilità vince la mobilità sostenibile (7 aziende su 10 e 6 cittadini su 10) e poi migliorare i collegamenti tra Milano e hinterland. Importanti le quote di preferenze anche per le altre azioni. Per la qualità della vita, la vivacità e la sicurezza risulta vincente il rilancio dei piccoli/medi negozi e, a seguire, la valorizzazione anche temporanea di spazi inutilizzati. Da notare che 5 cittadini su 10 gradirebbero l’aumento di cinema/teatri/gallerie anche nelle zone periferiche. Per il lavoro, le imprese e l’istruzione vince il desiderio di snellire la burocrazia (8 aziende su 10 e 7 cittadini su 10). Circa 6 rispondenti su 10 vorrebbe fossero promosse start-up, ad esempio, mettendo a disposizione spazi a costi contenuti e 5 su 10 vorrebbero il miglioramento delle università. Per il welfare 6 cittadini su 10 e quasi 7 aziende su 10 chiedono centri per l’impiego e la formazione più qualificati e in grado di offrire consulenza anche a chi un lavoro lo ha già. Importanti preferenze anche per gli altri item dall’assistenza domiciliare, al rilancio dell’edilizia popolare e ai servizi di sostegno per chi ha figli piccoli.

12/04/2013
redazione
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