IL PROGETTO DI TRASFORMAZIONE IN SPA
Bpm, meglio la cooperativa

“Il  progetto di trasformazione in spa approvato dal Consiglio di gestione di BPM il 19 marzo scorso, al di là delle assicurazioni formali sulla" spa ibrida" , rappresenterebbe la pietra tombale sulla banca popolare cooperativa e sul suo modello di governo ispirato alla democrazia economica, dal voto capitario, al vincolo di possesso azionario, alla regolazione delle deleghe di voto, che ne fa la banca di tutti i soci”. Questa è la posizione della segreteria nazionale della Fiba (bancari) della Cisl in merito ai progetti di cambiamento  della natura giuridica della  Popolare di Milano.

“La banca cooperativa  - prosegue l’analisi  dei bancari Cisl - verrebbe sostituita da una banca SPA, con assegnazione gratuita di azioni ai dipendenti (specchietto per le allodole che compenserebbe solo parzialmente la soppressione della vecchia corresponsione del 5% degli utili), che non avrebbero alcun potere significativo nel governo della banca ed affiancata da una Fondazione-Onlus con finalità socio-assistenziali, nel tentativo, temerario, di mascherare il buco nero lasciato dalla soppressione della forma societaria cooperativa. L'equivalenza : banca popolare cooperativa = banca SPA + Fondazione-Onlus è, infatti, del tutto incongrua ed asimmetrica.

Una banca socialmente responsabile è tale a partire dal modello di governo allargato, aperto alla partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori e di tutti glistakeholders. Una banca SPA con un modello di governo, per sua natura giuridica, affidato all'oligarchia finanziaria che ne detiene il controllo, non può offrire alcuna garanzia stabile di governance democratica e plurale tipica delle imprese cooperative. È proprio la composizione e la sintesi democratica degli interessi nelle sedi decisionali strategiche che garantisce una gestione integrata nei territori ed una funzione della banca come leva di sviluppo delle economie e delle comunità di riferimento. Esiste una relazione strutturale tra società cooperativa, governance ispirata alla democrazia economica, strategia e gestione socialmente responsabili nei confronti dei lavoratori e di tutti gli stakeholders, promozione dello sviluppo delle economie di riferimento .

È questa matrice strutturale che, con la trasformazione in SPA, verrebbe smontata. A partire dal modello di governo nel quale, a quanto risulterebbe, i rappresentanti dei lavoratori e della Fondazione-Onlus sarebbero irrilevanti anche per le delibere straordinarie. La contendibilità derivante dalla trasformazione in SPA e dalla mancanza di una solida base azionaria saranno, inoltre, un valore speculativo per gli azionisti favorendo il rischio concreto che Bpm diventi una preda. Non ci convince, peraltro, neppure l'estrema accelerazione imposta al progetto, prima di aver verificato i risultati della recente introduzione del modello di governance duale, approvato dalla Banca Italia e da noi condiviso nonostante il depotenziamento del Consiglio di sorveglianza, che ha separato, rigorosamente, indirizzo strategico e gestione, mettendo quest'ultima al riparo da interferenze indebite, da noi sempre censurate, che rappresentarono il vero fattore degenerativo della vecchia BPM. Siamo convinti che la svolta positiva realizzata in questi anni sia figlia di questo nuovo modello di governance che, appena nato, si vuole sbrigativamente sopprimere prima ancora che dispieghi, compiutamente, le sue potenzialità.

Siamo, altresì, convinti che la svolta positiva sia figlia, non minore, della ritrovata unità delle organizzazioni sindacali che si è espressa, con lungimiranza, nel recente Accordo per la gestione delle ricadute sociali del Piano industriale 2012-2015. Pensiamo che all'interno di queste coordinate, profondamente innovative e dinamiche, possa essere mantenuta e difesa l'identità storica della banca popolare cooperativa e, con essa, valorizzato lo straordinario patrimonio umano, professionale, sociale, economico che storicamente ha prodotto.

Per queste ragioni non avanzeremo alcuna candidatura in sostituzione del Consigliere dimissionario Professor Carlo Dell'Aringa, eletto alla Camera dei Deputati e a suo tempo espresso dalla lista di minoranza. Ci riserveremo ulteriori valutazioni dopo un confronto leale ed approfondito, con le lavoratrici ed i lavoratori e con gli altri sindacati sull'alternativa secca: banca popolare cooperativa o banca SPA, alla quale è sospeso il futuro di BPM. Lo faremo  - conclude la nota della Fiba- con la massima apertura, trasparenza, rispetto di tutti gli orientamenti e, soprattutto, della volontà dei soci liberamente espressa in assemblea.

Ma non saremo agnostici. Diremo con chiarezza e lealtà che due secoli di impresa sociale cooperativa nel sistema bancario italiano per noi continuano a rappresentare un presidio di democrazia, di pluralismo e di civiltà!

12/04/2013
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