IL CASO
Sea handling non puo' fallire

di Giovanni Abilmelech

La vicenda legata alla procedura di infrazione nei confronti dell’Italia e alla sanzione che la Comunità Europea ha inflitto a Sea Handling presenta risvolti giuridici ed istituzionali che vanno affrontati e meglio approfonditi prima di assumere decisioni che sono evidentemente esiziali per il futuro di migliaia di lavoratori. Non è possibile, in una situazione di tale gravità, agire superficialmente o accettare soluzioni precostituite, pur nella consapevolezza che il tempo stringe e che non è pensabile avere atteggiamenti dilatori o che non tengano conto della realtà dei fatti.

La Fit Cisl sta lavorando in questo senso con i propri legali e con esperti di questioni comunitarie e si sta muovendo su tutti i tavoli istituzionali per tutelare tutti i lavoratori del gruppo Sea. La Fit Cisl ritiene che vada assolutamente evitato il fallimento di Sea Handling e che si debbano innanzitutto reintegrare nella capogruppo le attività di Handling e i lavoratori ad esse addetti. Siamo consapevoli che questa soluzione potrebbe incontrare forti ostacoli nelle pieghe della giurisdizione comunitaria e in assenza di una volontà politica tesa alla soluzione dei problemi piuttosto che a comodi atteggiamenti pilateschi, e siamo risolutamente contrari a fare ricadere sull’utenza gli effetti di decisioni assurde,  ma riteniamo questa l’unica soluzione in grado di garantire la continuità dei servizi aeroportuali e l’equità di trattamento dei lavoratori coinvolti. In data 22 marzo 2013 abbiamo inviato la procedura di raffreddamento per la proclamazione dello sciopero che si terrà nel mese di aprile, inoltre faremo manifestazioni anche a Bruxelles. Non si può usare la sentenza della commissione Europea come alibi per smantellare Sea Handling e mandare allo sbaraglio 2.200 famiglie.

articolo pubblicato da Il Giorno del 25/03/2013

26/03/2013
Giovanni Abimelech - segretario generale Fit-Lombardia
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