STUDIO BOCCONI SU 9 ANNI
EXPO - 25 miliardi di produzione e 200mila posti

L'analisi economica presentata oggi alla Camera di Commercio è al netto delle infrastrutture. E si fonda sulla speranza che arrivino davvero 20 milioni di visitatori. Sangalli: la consegneremo ai politici. Zambelli (Cisl): presto la mappa delle professioni.

Expo 2015, un impatto da 25 miliardi di produzione e 200 mila unità di lavoro

Investimenti significano lavoro. Questo è il punto secondo Diana Bracco, presidente di Expo 2015 Spa, che oggi ha presentato una ricerca commissionata all’università Bocconi sull’indotto economico e la “legacy” (l’eredità) che l’evento lascerà a Milano e all’Italia.

I risultati dell’indagine, c’è da dire, partono da presupposti dati per certi: che l’Expo funzioni, che davvero arrivino qui 20 milioni di turisti da tutto il mondo quell’anno, e che la malavita non si metta di traverso per quanto riguarda appalti e regolare svolgimento.

Posto questo, i numeri annunciati orgogliosamente da Bracco e Giseppe Sala, l’ad della società Expo 2015 sono impressionanti e già depurati rispetto al giro d'affari che riguarda le infrastrutture. Si stimano 24,7 miliardi di produzione aggiuntiva con un incremento di valore aggiunto stimato in 10,5 miliardi di euro e 199mila unità di lavoro aggiuntive annue occupate, collegate direttamente o indirettamente. I termini economici a volte traggono in inganno: non si tratta di quasi 200mila posti di lavoro in più calcolati sui 9 anni presi in considerazione (dal 2012 al 2020) ma di posti di lavoro che man mano si creano (a tempo, o meno).

Il tempo preso in considerazione è lungo perché lungo deve essere, nelle intenzioni di chi ci sta lavorando, l’impatto positivo sul tessuto produttivo locale e nazionale. Bracco spinge molto sul turismo: «Deve essere una vetrina per l’Italia, il Padiglione Italia infatti all’interno di Expo produrrà un’esposizione irripetibile dei nostri beni e servizi. E delle nostre bellezze turistiche e paesaggistiche, per questo ci stiamo attivando per proporre pacchetti ai visitatori ben prima che inizi l’evento e che vanno ovviamente al di là dei confini regionali».

L’impatto maggiore di Expo saranno nel campo turistico: i 9,4 miliardi di produzione aggiuntiva, i 4 miliardi di valore aggiunto e circa 80mila posti di lavoro cui si aggiungono le  10mila unità di lavoro come effetto di lungo termine per il settore.

Il modello di previsione curato dal professore Alberto Dell’Acqua ha calcolato anche gli effetti sul sistema imprenditoriale, una ricaduta di cui vanno fieri alla Bocconi, perché per l’Expo di Hannover non si erano avuti numeri così precisi: si parta di start-up che nasceranno (1,7 miliardi di produzione aggiuntiva e 12mila occupati) e di incremento degli investimenti diretti esteri (16mila occupati, 1 miliardo di valore aggiunto). Benefici anche per il patrimonio immobiliare (1,1 miliardo di produzione aggiuntiva e oltre 8 mila posti di lavoro) tra investimenti legati al sito Expo e rivalutazione del valore degli immobili dell’area milanese. Sala conferma che «l’evento che stiamo organizzando non si esaurirà il 31 ottobre 2015, con la chiusura dei cancelli. Ci saranno effetti e ricadute positive in tutti i settori produttivi anche negli anni successivi. Per questo motivo è fondamentale che le istituzioni, locali e nazionali, investano risorse, energie e idee in questo progetto. In gioco c’è molto: l’immagine del nostro Paese nel mondo, uno sprone a uscire dalla fase di stallo che stiamo vivendo e la possibilità di dare alla nostra economia un nuovo passo».

COLLABORAZIONI - Secondo Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano «i risultati della ricerca sono stati approntati proprio per essere consegnati ai governanti che si apprestano a insediarsi a Roma e alla Regione Lombardia. Expo sarà un volano per la crescita capace di dare una svolta importante alla nostra economia. Per questo è un progetto nel quale bisogna credere nonostante la grande crisi che non dà tregua. Per farlo funzionare bene c’è bisogno, sin da ora, dello sforzo costruttivo da parte di tutti e molto spirito di squadra tra istituzioni».

Resta da vedere come la domanda di posti di lavoro incontrerà l’offerta. A tal proposito Sala si è augurato che i numeri esigui di traduttori ufficialmente registrati all’albo (specie quelli per il cinese) non siano realistici. «Sono tre o quattro» ha rivelato, lasciando intendere che molto resta da fare e in breve tempo sulla corretta informazione di quello di cui c’è bisogno. «L’individuazione delle professionalità – dice Renato Zambelli della segreteria di Cisl Milano – è al centro di un protocollo per gestire il matching domanda e offerta. La cabina di regia sarà affidata a sindacati, Cgil Cisl e Uil, in collaborazione con Comune, Provincia e Camera di Commercio e Expo 2015 Spa. I nostri uffici studi stanno preparando le analisi e siamo vicini ad annunciare le aree di professioni che saranno maggiormente interessate dall’evento, la loro reperibilità e se necessario la formazione adatta a renderle fruibili».

18/02/2013
Christian D Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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