IL CASO
Scala, prima il programma e poi il sovrintendente

 Belleni (Fistel-Cisl): Sindaco e cda ci devono dire cosa intendono fare del teatro e come svilupparlo.  Il governo deve fare la sua parte.  Sul premio per i dipendenti si  è fatto il possibile e comunque la responsabilità è di Roma.  I criteri per la scelta dei nuovi vertici. La VIDEOINTERVISTA

Il premio e i mancati finanziamenti “Anche noi  avremmo voluto che il premio, per il 2012, fosse pagato per intero,  ma bisogna contestualizzare la discussione nella crisi economica che l’intero paese sta attraversando”. Silvio Belleni, segretario della Fistel-Cisl di Milano, entra  così nel dibattito di questi giorni sulla “gratifica” che, il maggio prossimo, i circa 950 dipendenti della Scala riceveranno al 50% .“ La realtà – prosegue Belleni- è che i problemi finanziari ci sono e sono seri . I tagli di 7 milioni di euro del Governo centrale del finanziamento al Teatro per il 2012 e  l’ulteriore taglio di 20 milioni di euro del Fus (il Fondo unico per lo spettacolo), deliberato settimana scorsa, che determinerà un taglio per la Scala, di 1,6 milioni di euro per il  2013, hanno determinato l’attuale situazione. Quindi nonostante l’impegno prodotto che ha concretizzato un recupero di 4,8 milioni di euro comprensivi di un milione di euro che il consiglio di amministrazione è riuscito ad ottenere dal Banco del Monte di Lombardia,  reso possibile dall’intervento del sindaco Pisapia, siamo giunti ad un attivo di 2,2 milioni di euro  rendendo così erogabile il 50% del premio ai lavoratori (il valore complessivo del premio è pari a 4,4 milioni).

L’accordo che, unitariamente CGIL-CISL-UIL e FIALS hanno firmato 4 anni fa,  prevede che il premio ai dipendenti possa essere pagato  a condizione che il bilancio chiuda in pareggio. Considerato che nei 4 anni di validità dell’accordo, che sono stati anche i peggiori della crisi, per 3 volte è stato erogato il premio per intero e quest’anno al 50%, mi sembra ingeneroso considerarlo un cattivo risultato. Crediamo che questo sia compreso dai lavoratori a patto che – prosegue l’esponente della Cisl – il sacrificio a cui sono chiamati  riguardi  tutti ,dal sovrintendente in giù, non ammetteremo deroghe a questo principio etico e di trasparenza".

Pubblico e privato Per gli anni a venire cosa succederà?  "Il vero problema, a nostro avviso - prosegue Belleni-  è trovare soluzioni che garantiscano finanziamenti strutturali per il Teatro alla Scala, concordando una forte azione nei confronti del futuro Governo, per definire nuove modalità di finanziamento che consentano il mantenimento degli attuali standard produttivi e qualitativi nel tempo. Al finanziamento pubblico va affiancato il necessario intervento dei privati (nel cda è attualmente libero un posto e per entrarvi sono necessari circa 9 milioni di euro con valenza triennale) mantenendo però la maggioranza e quindi la regia “pubblica”.  E’ anche necessaria una razionalizzazione che garantisca recupero di risorse per quanto riguarda gli immobili, partendo dalla Palazzina di Via Verdi, i laboratori dell’ex Ansaldo ed i magazzini oggi ubicati a Pero, che costano circa 2 milioni di euro di affitto. Infine deve essere finalmente valorizzato il sistema Scala analizzando alcuni dati incontestabili come quello degli incassi dove il Teatro è al primo posto con oltre 24 milioni di euro seguito dall’Opera di Roma con 6".  E poi la Scala non è solo il teatro.  Qualche anno fa è stato fatto uno studio che fissava il giro di affari del sistema Scala  in diversi miliardi di euro, superiore, per avere un riferimento, a Macdonald’s. Solo la prima del 7 dicembre produce un indotto di 750mila euro. Il sindaco sta facendo fare ulteriori studi per capire quanto genera di indotto effettivamente l’intero sistema e come valorizzarlo.  Fissare finalmente il principio che finanziare il Teatro alla Scala non è solo investire a sostegno della cultura ma anche una risorsa per l’intera economia del territorio. "Riteniamo che queste siano le  vere questioni da risolvere anche per garantire il giusto pagamento dell’ integrativo, negli anni a venire, ai lavoratori del Teatro. Ecco perché consideriamo sbagliato e ingiusto attribuire responsabilità all’attuale Consiglio di amministrazione ed al suo presidente: il sindaco Pisapia".

Il progetto e i vertici Tutto ciò deve essere accompagnato da altri e non meno decisivi interventi: la scelta dei nuovi vertici a cui affidare la realizzazione di un nuovo progetto artistico per il Teatro. " Abbiamo chiesto al sindaco e al cda che le scelte del nuovo sovraintendente e del nuovo direttore artistico siano conseguenti all’individuazione del progetto per il Teatro alla Scala per i prossimi anni–conclude Belleni – evitando condizionamenti politici. I cardini del nuovo progetto, a nostro avviso, non possono prescindere dal rapporto del Teatro con la città, dalle necessarie iniziative con particolare riferimento ai giovani, per l’ampliamento del pubblico e infine dall’Individuazione nei tempi più idonei agli interessi del Teatro di professionalità di altissimo livello alle quali affidarne la realizzazione.

Noi non abbiamo pregiudiziali rispetto al ruolo unico sovraintendente/ direttore artistico o allo sdoppiamento dello stesso. L’importante è che prima si definisca il progetto e in base a quello scegliere le persone giuste per gestirlo”.

14/02/2013
redazione
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