LAVORO
DS21, lo sportello Cisl per i disoccupati

Lo sportello ha visto nel tempo un incremento di rìchieste (100 solo nella prima settimana dell’anno), equamente distribuiti tra lavoratori italiani e stranieri...

Alla Cisl Milano è presente ormai da tre mesi uno sportello dedicato agli iscritti per affrontare tutte le questioni derivanti dalla perdita del posto del lavoro . La sede è aperta per chi non si vede rinnovare il contratto a tempo, chi ha perso il posto per licenziamento, chi deve affrontare il periodo della mobilità a fronte della procedura di conciliazione. Lo sportello ha visto nel tempo un incremento di rìchieste (100 solo nella prima settimana dell’anno), equamente distribuiti tra lavoratori italiani e stranieri. Se passano 68 giorni dalla cessazione del rapporto, decade il diritto di chiedere il sussidio. I tempi dell’arrivo dell’assegno «dipendono dall’Inps» dice Mario Monti , sindacalista da  trent’anni che oggi si occupa del progetto Ds21, la sigla identificativa del modulo per la richiesta della disoccupazione.

Lo stato di disoccupazione è indennizzabile a partire dall’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro, ossia al licenziamento, se la domanda viene presentata all’Inps entro i primi 8 giorni  dall’inizio della disoccupazione. Sempre che ci siano i requisiti richiesti dalla legge che cambiano in base ai contratti che avevano i lavoratori al momento del licenziamento. Purtroppo lo sportello è particolarmente affollato, e non c’è di che rallegrarsi: badanti, quasi tutte straniere, perchè la maggioranza di quelle italiane lavorano in nero, ex lavoratori nel settore edile, operai. «Ora con la mobilità ci aspettiamo quelli provenienti dall’industria e anche un maggior incremento di italiani» dice Monti, prevedendo un sensibile incremento di richieste per i primi mesi di quest’anno.

DUE STORIE DI DONNE

La maggior parte delle persone arriva dai patronati, che non riescono più a evadere tutte le richieste di aiuto. Il 90% delle domande, viene comunque evaso e le persone che si rivolgono a questo servizio ricevono alla fine il sostegno. Lo sportello (via Tadino, 18 su appuntamento dal lunedì a venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 16.30, tel. 0236741402) è un crocevia di esperienze e disagi. Maria, cittadina ecuadoregna da 12 anni in Italia ha fatto la domestica sempre presso la stessa famiglia, ma qualche mese fa a causa di un lutto familiare è dovuta tornare in Ecuador. «Quando sono tornata, il mio posto era già di un’altra persona. Ora mi iscrivo allo sportello ma probabilmente tornerò al mio paese». Maria è la testimone di un trend che è iniziato nel 2011, quando per la prima volta in Italia le rimesse finanziarie degli stranieri verso i loro paesi di origine sono calate. Segnale che molti se ne vanno. Alessandra, invece, proviene dal settore metalmeccanico: «La mia azienda si è trasferita in un’altra regione, così appena ho potuto percepire i termini della crisi ho deciso di accettare la cassa integrazione ordinaria e, finita questa, la mobilità. Nell’azienda era presente il sindacato che ha portato avanti le sue istanze. Ho provato, prima ancora che l’azienda dichiarasse il trasferimento, a inviare curricula e spargere la voce per un altro posto e non necessariamente come impiegata, ma proponendomi per qualsiasi mansione. Tutto inutile, spesso non vengono nemmeno presi in cosiderazione». Come Alessandra tante altre donne sono in difficoltà perché non sono abbastanza giovani da poter essere inserite: «Sono la classica persona troppo vecchia per trovare un altro lavoro e troppo giovane per andare in pensione» dice rassegnata.

05/02/2013
Sveva Stallone - s.stallone@jobedi.it
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