I dipendenti hanno bocciato l'ipotesi di accordo con l'azienda. Zambelli (cisl) "I licenziamenti sono inaccetabili, dobbiamo trovare il modo di riaprire la trattativa ma solo dopo un'attenta e approfondita verifica con i lavoratori su cosa deve essere modificato. Tutti devono fare la propria parte".
La domanda è: cosa succedere ora che la maggioranza dei lavoratori del San Raffaele ha bocciato l’ipotesi di accordo con l’azienda siglata della Rsu la settimana scorsa a Roma? Prima di tutto è necessario vedere bene i numeri: su 3100 aventi diritto hanno votato 2475, 1365 i sì e 1111 i no. Aritmeticamente non ci sono dubbi; la realtà all’interno dell’ospedale è un po’ più complessa. E’ probabile che l’azienda confermi i 244 licenziamenti anche se, come prevedono le norme, c’è ancora un po’ di tempo prima che diventino effettivamente esecutivi.
“Partendo dal presupposto che i licenziamenti sono inaccettabili, primo per i lavoratori interessati; secondo nell’interesse della qualità del servizio che il San Raffaele offre - sostiene Renato Zambelli della segreteria della Cisl di Milano - dobbiamo trovare il modo di riprendere il dialogo con l’azienda per trovare una soluzione che soddisfi tutti. Ma prima di tornare a trattare con la controporte è, secondo noi, necessario un ulteriore e più attento approfondimento di quello che c’è scritto nell’accordo. In altre parole – prosegue Zambelli- bisogna rimetterci intorno a un tavolo, sindacati e rappresentanze interne, per capire bene quali sono i punti che i lavoratori hanno maldigerito e cercare di correggerli. Per arrivare questo risultato, preliminare al tavolo con l’azienda, è necessario , magari con piccole assemblee di più gruppi, sentire di nuovo i dipendenti dell’ospedale.
Noi come Cisl siamo disponibili ad intraprendere questo percorso a cui speriamo aderiscano tutte le componenti sindacali attente alle sorti del San Raffaele. Ovviamente deve fare la sua parte anche l’azienda prima di tutto evitando scelte frettolose da cui sarebbe difficile tornare indietro. Trovare un accordo è possibile ed è nell’interesse di tutti”