DANILO GALVAGNI, SEGRETARIO CISL MILANO
Politica, se ci sei batti un colpo

Le elezioni del 24 febbraio, in Italia e in Lombardia, saranno decisive per capire se ci saranno le condizioni per avere una regia stabile e coerente della ripresa economica che ancora non si vede.

“La ripresa? Tutti l’aspettiamo ma più che attendere speranzosi vanno create le condizioni perché si realizzi e sia coerente con un progetto, serio, stabile, di politica economico-industriale che, per diversi motivi, in Italia e in Lombardia non c’è. I termini temporali non c’è da aspettarsi novità di rilievo nel primo semestre  anche perché molto dipende dagli scenari politici che, a livello nazionale e locale, si affermeranno dopo le prossimi elezioni”.

Inevitabilmente anche l’attenzione di Danilo Galvagni, segretario generale della Cisl di Milano, è rivolta al 25 febbraio prossimo quando si capirà cosa quali saranno le sorti del Governo nazionale e di quello regionale. “Quello che ci aspettiamo e  auspichiamo è che esca dalla urne un quadro di stabilità maggiore rispetto agli ultimi anni. Per essere credibili, e non solo nei confronti dei mercati finanziari, ci vuole continuità, scelte strategiche e progetti a lungo termine in cui i lavoratori non possono che  essere protagonisti attivi. Se non direttamente nel consigli di amministrazione delle aziende, perché non rientra nella cultura italiana o per altri motivi, chi lavora deve essere messo in condizione di diventare protagonista attivo dei processi produttivi. Contemporaneamente, ci vuole un nuovo welfare capace di sostenere le fasce deboli della società e rendere produttivi i tempi di chi cerca lavoro, i giovani e di chi il posto l’ha perso. La cassa integrazione è un tampone necessario quanto provvisorio; la formazione e la riqualificazione professionale sono invece gli strumenti principali per puntare a un reale ricollocamento lavorativo.

Per fare questo – prosegue Galvagni ci vuole una forte e coerente regia politico-istituzionale che sappia coinvolgere nelle scelte le parti sociali. Certo per essere autorevole la politica deve prima di tutto riformare se stesse. Non a parole ma con i fatti: vanno tagliati gli spechi e i privilegi, mandati a casa quelli che hanno rubato e anteposto l’interesse personale a quello pubblico; va abbattuto il debito pubblico e sburocratizzata la macchina amministrativa. In questi giorni  si definiscono le liste dei candidati e ogni cittadino votante potrà verificare se alle dichiarazioni di principio sono seguiti atti concreti.”

Entrando nello specifico della situazione milanese  cosa si può fare?

“Un esempio concreto è l’Area metropolitana che, nonostante il rinvio della riforma delle province, deve andare avanti perché proprio nel territorio, e quello milanese è fortemente interconnesso, si esprimono al meglio le politiche attive del lavoro che sono la sintesi tra  struttura produttiva (da noi il manifatturiero è ancora il settore che fa la differenza e va difeso e rafforzato) e il sistema dei servizi (mobilità, ambiente, sociale)  che la sostiene.

Fra le cose da non fare  ci sono i pasticci, ai limiti della farsa, tipo Sea e Serravalle. Prima la vendita diretta, poi la quotazione in Borsa che non decolla. Scontri ideologici inutili che non hanno chiarito cosa Comune e Provincia vogliono fare di queste aziende. Finora un piano industriale serio e condiviso non si è visto  e se l’obiettivo degli azionisti è solo quello di attingere risorse per sistemare i propri bilanci, deve essere chiaro che la spremitura è giunta al termine”

Un’ultima battuta sulla Giunta Pisapia che, a un anno e mezzo dall’insediamento, cambia tre pedine fondamentali: casa, bilancio, vicesindaco. Che ne pensa?

“Credo che il sindaco debba innazitutto spiegare alla città  se il programma su cui è nata la sua giunta, e per la verità solo in piccola parte attuato, sia ancora condiviso da tutta la maggioranza che lo sostiene  e se i nuovi assessori si muoveranno sulla stessa  linea dei precedenti o cambierà qualcosa".

08/01/2013
Piero Piccioli - info@jobedi.it
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