COMUNE-CAMERA DI COMMERCIO
Famiglie, consumi ancora in frenata

Meno 0,9%  la spesa dei milanesi. Cala la sanità (-14,1%), si spende di più per Internet e pc, meno per libri (-15%) e apparecchi tv (-47%). Aumentano le spese per i pasti fuori casa (+27%) e quelle per benzina (+5%) e trasporti pubblici (+13%); cala il mercato dell’auto (-28%). 

Nel 2011 in frenata i consumi dei milanesi (-0,9%) che vanno a finire sotto quelli regionali: la spesa media mensile totale delle famiglie di Milano nel 2011 è stata di 2.951€ (-26€ rispetto al 2010), ovvero, con l’esclusione della rata per il mutuo, il 6% in meno rispetto alla Lombardia (-170€), ma il 15% in più, pari a 375€, rispetto all’Italia. In leggera ripresa la spesa per i beni alimentari, che passa dai 403€ del 2010 ai 410€ attuali: il 13,9% della spesa delle famiglie milanesi è riservata al mangiare. Mentre scendono, anche se di poco, le spese per i consumi non-alimentari: -1,3% (da 2.574€ a 2.541€). Emerge dall’indagine della Camera di commercio di Milano e del Comune di Milano sui consumi delle famiglie milanesi, rilevazione consumi effettuati nel 2011 su 900 famiglie milanesi. I dati dell’indagine sono consultabili online all’indirizzo web www.mi.camcom.it e per la prima volta disponibili sul sito http://dati.comune.milano.it/.

Le principali spese dei milanesi. Con una quota pari al 25%, la voce casa è quella che incide maggiormente sul bilancio delle famiglie milanesi (tra costi per l’abitazione, 14%, mobili ed elettrodomestici, 6%, mutuo, 3% e spese per luce e gas, 2%, senza però includere il fitto figurativo pari al 21%). Nell’area milanese, le spese dell’affitto sono cresciute in media del 12,8% (l’aumento è del 3,7% se si considerano le sole famiglie che hanno sostenuto la spesa), arrivando a pesare per il 40,2% sul totale delle spese relative all’abitazione. Tra le spese dei milanesi, la voce casa è seguita da quella degli alimentari (14%), dei trasporti (9%) e della sanità, che registra la stessa quota di spesa destinata a cultura e tempo libero (5%).

Tra le voci di spesa del tempo libero . Con un importo medio di 164€ mensili a famiglia, le spese che i milanesi dedicano a cultura e tempo libero registrano nel 2011 un aumento dell’1%: in crescita le voci di spesa per hardware e software (da 6 a 16,1 euro mensili), abbonamento a TV e Internet (+32%) e giocattoli (+12%); in calo l’acquisto di libri (-15,4%) e apparecchi televisivi e hi fi (-47,3%). All’abbigliamento è riservato invece il 4% delle spese totali, mentre l’istruzione è la voce di spesa più bassa (1%).

Tra le voci di spesa per i generi alimentari , rispetto allo scorso anno aumenta la spesa per zucchero e caffè (+7,2%), per latte, formaggi e uova (+6,7%) e per frutta e ortaggi (3,9%). A fronte di un calo della voce generica pane e cereali (-4,9%), si registra una crescita del consumo di pasta e riso (2,9%). Per quanto riguarda il consumo di proteine animali, si rileva un netto aumento delle carni bianche (+46,4%), mentre il consumo di pesce rimane invariato (-0,3%). Aumenta sensibilmente la spesa per i pasti e le consumazioni fuori casa (+27,2%).

Tra le spese per i beni non alimentari . Nell’area milanese, in linea con il trend nazionale, si contrae la spesa per mobili, elettrodomestici e servizi per la casa (-11,2%, a fronte di un calo del 10% a livello nazionale). Cali importanti anche per le spese sanitarie (-14,1%) e per l’istruzione (-17,6%). In controtendenza rispetto al trend regionale (+22%) e nazionale (+11%), a Milano le spese per luce e gas registrano una forte contrazione (-8,3%), forse da imputare a una maggiore attenzione al risparmio degli utenti dovuta all’aumento delle tariffe. All’interno della spesa per la categoria dei trasporti, che nel complesso registra un calo dell’8,7%, aumentano le spese legate all’acquisto di carburante (+5,3%), ai trasporti pubblici (+13%) e alla manutenzione dei veicoli (+9,5%). Crollano invece le spese per l’acquisto di automobili (-28,2%). Diminuiscono anche, all’interno della voce “Abbigliamento e calzature”, le spese per il vestiario (-8,6%), a fronte di un’impennata di quelle per la riparazione di capi d’abbigliamento e calzature (+35,7%).

Permangono le differenze sociali : com’è regola, all’aumentare del reddito, la relazione tra spese per consumi alimentari e non alimentari si sbilancia a favore della seconda. Così, un dirigente spende quasi 2.700€ in più di un operaio, e le sue spese sono maggiormente indirizzate verso la cultura e il tempo libero. Le famiglie che hanno un reddito superiore ai 70 mila euro annui spendono quasi 6.900€ al mese; mentre le famiglie il cui reddito è inferiore ai 15 mila euro annui non hanno possibilità di risparmiare: anzi, il reddito complessivo dichiarato da queste famiglie non è sufficiente a coprire i consumi necessari.

Le spese per tipologia di famiglia . Avere figli a casa, poi, costa: se una coppia senza figli consuma 3.397€ al mese, per le coppie con figli il consumo medio sale di oltre 800€. La presenza della prole, però, fa crescere le spese familiari in modo non proporzionale all’aumentare del numero dei figli: si passa da un incremento di 495€ mensili di spesa per il primo figlio, ai 245€ per il secondo e dal terzo figlio in su la spesa aumenta di 200€ per ogni figlio. Vivere da single è una condizione sempre più diffusa (vive da solo il 50,6% dei milanesi), ma sempre meno conveniente: dividere le spese con un'altra persona, soprattutto quelle per la casa, fa infatti risparmiare quasi il 28%.

La spesa dei milanesi in base alla loro età. Rispetto al 2010, sono aumentate del 3,3% le spese della fascia intermedia in età lavorativa compresa tra i 50 e i 64 anni (da 3.384€ a 3.498€ mensili), mentre sono nettamente calate (-11,4%, da 3.005€ a 2.661€ mensili) le spese dei giovani under 34.

Centro e periferia . Aumenta il divario quantitativo tra i consumi dei residenti del centro e delle periferie: in centro si spendono 1.237€ in più che in periferia (3.926€ rispetto a 2.689€; nel 2010 il gap era di 1.200€) e la maggior parte della spesa è assorbita dall’abitazione (42,1%). In periferia invece, a fronte di una spesa per la casa del 33,9%, si spende di più per mangiare (16% contro l’11,3% del centro) e per la mobilità (10,2% contro il 6,7% del centro).

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Alimentari . Nell’ambito delle spese destinate ai beni alimentari, anche per il 2011 le voci più importanti sono la carne (22,4%, oltre 90€ al mese) assieme alla frutta e verdura (19,2%, quasi 80€). Seguono latte, formaggi e uova (12,9%), pane e cereali (11%), le bevande (10,5%), zucchero, caffè e drogheria (10,4%) e infine il pesce (6,7%). Rispetto al 2010, i consumi alimentari delle famiglie milanesi sono cresciuti dell’1,8%, arrivando a rappresentare il 13,9% del totale. Tra le singole voci, aumenta la spesa per zucchero e caffè (+7,2%), per latte, formaggi e uova (+6,7%) e per frutta e ortaggi (3,9%). Se i consumi della macrocategoria pane e cereali cala del 4,9%, quelli specifici di pasta e riso aumentano del 2,9%. Per quanto riguarda il consumo di proteine animali, si registra un netto aumento nelle carni bianche (+46,4%), mentre il consumo di pesce rimane invariato (-0,3%).

Non alimentari . I consumi non alimentari delle famiglie milanesi scendono a quota 2.541€ mensili (-1,3% rispetto al 2010, pari all’86,1% del totale dei consumi). La composizione per quote di spesa vede al primo posto l’abitazione (14%), seguito da altri beni e servizi (13%), e dai trasporti (9%). Crollo delle spese per istruzione (-17,6%), sanità (-14,1%); in calo anche la spesa per mobili ed elettrodomestici (-11,2%) e per gas e luce (-8,3%), mentre un aumento del 27% si registra per i pasti fuori casa.

La spesa per abitare . Fitto figurativo a parte (ovvero l’ammontare del canone mensile ottenibile in caso di affitto ipotetico della casa di proprietà o in uso gratuito), le maggiori quote di spesa per la casa sono assorbite dalle bollette dell’acqua e dalle spese condominiali (16,6%, +2,1% rispetto al 2010). Seguono quelle per l’affitto (16,3%) e per la manutenzione straordinaria (3%). La rata media d’affitto mensile dei milanesi, considerando solo i cittadini che hanno effettivamente sostenuto tale spesa, è lievitata nel 2011: +3,7% rispetto al 2010 (da 514€ a 533), superiore sia al dato del Nord Italia (in media 400€) che del resto della penisola (sotto i 400€).

Per zona . Se consideriamo la spesa media per famiglia milanese sulla base della zona di residenza, il consumo più elevato si registra nel centro città con una spesa media di 3.926€, seguito dal semicentro con 3.210€ e dalla periferia con 2.689€. Un gap che è da ricondurre alla differenza di reddito delle famiglie: in centro, infatti, il 16,6% degli intervistati dichiara di avere un reddito familiare di oltre 70 mila euro, rispetto al 9,3% del semicentro e al 4,6% della periferia. E la forbice tra centro e periferia non sembra destinata a ridursi, se si considera che i consumi della periferia sono scesi di 106€ rispetto all’anno precedente (in centro sono rimasti stabili e in semicentro sono cresciuti di 100€). Chi vive in centro spende di più per l’abitazione (42,1% rispetto al 33,9% della periferia), mentre chi vive in periferia spende di più per i trasporti (10,2% rispetto al 6,7% del centro).

Per età . I giovani under 34 hanno visto la propria capacità di spesa ridursi di oltre l’11% (344€ in meno) rispetto al 2010: nel 2011 spendono 2.661€ mensili a fronte dei 3.005€ dell’anno precedente. Anche la fascia tra i 35 e i 49 anni ha dovuto ridurre la propria spesa di quasi 200€ al mese (da 3.484€ a 3.288€), mentre l’inversione di tendenza si riscontra tra gli over 50, che hanno aumentato le spese di oltre 100€, arrivando a 3489€ mensili e tra gli over 65, che sono arrivati a spendere nel 2011 2.531€ al mese. A seconda delle fasce d’età cambiano anche le tipologie dei consumi: i giovani sono quelli che spendono di più in abbigliamento e tempo libero, gli anziani hanno maggiori spese sanitarie.

Per professione . Tra le professioni, chi consuma di più sono i dirigenti (4.940€ al mese), con gli imprenditori e i liberi professionisti (4.801€). I consumi medi dei lavoratori in proprio crollano rispetto al 2010 dell’11% (corrispondente a 380€), ma rimangono sopra i 3.000€. Scendono di oltre 200€ mensili anche le spese degli impiegati (da 3.105€ a 2.886€), mentre aumentano quelle dei pensionati (da 2.347e a 2.445€), che comunque consumano più degli operai (2.279€).

Per reddito. Per le famiglie che registrano un reddito annuo fino a 15 mila euro, la spesa media mensile è di 1.514€ (+2,8% rispetto allo scorso anno). Questo implica per le famiglie più povere un consumo annuo superiore al proprio reddito. Tale consumo sale a 2.564€ (+6%) per la fascia di reddito tra 15.000 e 30.000, e a 3.648€ (-0,5%) per le famiglie con redditi da 30.000 a 50.000€. I nuclei familiari con redditi da 50.000 a 70.000€, invece, registrano un calo delle spese dell’8,2% (da 5.139€ a 4.719€). Infine, le famiglie con redditi superiori a 70.000 dichiarano una spesa media mensile di 6.864€ (-6% rispetto al 2010). La categoria di reddito familiare più bassa risulta essere quella in cui la spesa per abitazione incide maggiormente (42,3%).

Per dimensione del nucleo familiare . Vivere da single non conviene, poiché comporta una spesa proporzionalmente superiore: dividere la casa e le spese con un'altra persona fa risparmiare quasi il 28%. Chi vive da solo spende in media al mese 2.230€, un dato che passa a quasi 3.000€ nel caso di madri o padri single con figli a carico. La stessa differenza si riscontra tra le coppie senza figli (consumi medi mensili: 3.397€) e le coppie con figli (consumi medi: 4.215€). Avere almeno un figlio in casa produce quindi mediamente una spesa di 800€ in più al mese, spesa che tocca il massimo per le famiglie con 5 componenti o più (spesa media mensile: 4.416€, calata del 18% rispetto ai 5.374€ del 2010).

13/12/2012
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