LOMBARDIA
Bisogna crescere. Di almeno l'1% all'anno

Nel 2020 la metà della forza lavoro sarà 'anziana'. Sono gli effetti della riforma Fornero. Per dare lavoro ai giovani ci vuole più sviluppo. Petteni (Cisl): "Per aggrdire la disoccupazione dobbiamo puntare sull'apprendistato"

Nel 2020  in Lombardia lavorerà quasi la metà della forza lavoro “anziana” (57-66 anni), pari al 49,4%. Oggi sono solo il 25,2%.  E' uno dei risultati prodotti dalla riforma Monti-Fornero. In assenza di cambiamenti normativi, il tasso di attività frutto di una crescita tendenziale sarebbe invece stato nettamente inferiore, pari al 33,6%. E' quanto emerge dalla ricerca illustrata oggi nel corso del dibattito “Il futuro del lavoro” organizzato dalla Cisl Lombardia.

I dati parlano chiaro: per evitare un ulteriore aumento della disoccupazione, già salita dal 4,1 del 2005 al 5,8%, sarà necessaria una crescita media annua dei posti di lavoro pari ad almeno l'1%.

“Nei prossimi anni dovremo mantenere vive le imprese, ma anche attrarre nuovi investimenti, se vogliamo avere una crescita almeno dell'1% - sottolinea Gigi Petteni,  segretario generale Cisl Lombardia -. Bisogna mettere in campo nuovi strumenti per dare risposte concrete a chi ha perso il posto, ma anche crearne di nuovi”. “Occorre aggredire il tasso di disoccupazione con interventi decisi - aggiunge -, rilanciare l'apprendistato, uno strumento fondamentale per favorire l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Occorre diffonderlo, sostenerlo in tutti i modi perché esprima tutta la sua efficacia nel creare nuova occupazione”. Nei prossimi anni, infatti, l'aumento dell'offerta di lavoro continuerà e rappresenterà il carattere distintivo del mercato del lavoro lombardo. In particolare, le forze lavoro (15-66 anni) saranno pari a 4 milioni e 900mila persone, contro i 4.484.000  del 2011, ovvero pre-riforma Monti-Fornero. La crescita, in Lombardia, sarà determinata soprattutto da una maggiore presenza di forza lavoro straniera: 875mila contro 576mila (del 2011), pari al 17,8% del totale. Meno spiccato l'aumento dell'offerta di lavoro di nostri connazionali, che passeranno da 3.908.000 a 4.026.000. In particolare, nella fascia di età 15-56 anni si scenderà da 3.620.000 (2011) a 3.429.000 (2020), mentre si salirà da 288mila a 597mila nella fascia 57-66 anni.

12/12/2012
redazione
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