TRASPORTI
Trenord, Biesuz si è dimesso. Il caos continua

Il manager è agli arresti per bancarotta precedente al suo incarico nelle ferrovie. Ma i disservizi sono dovuti al sistema di turnazione non testato. Petteni (Cisl): garanzie subito. Abimelech (Fit-Cisl) "Troppa fretta".

Per il fallimento della società Urban Screen, che forniva servizi al comune di Milano, è stato arrestato nei giorni scorsi Giuseppe Biesuz, nominato dal presidente della Regione Roberto Formigoni nel 2008 amministratore delegato di Trenord. Ma l’azienda di trasporti, nata dalla pubblicizzatissima fusione tra Trenitalia e Ferrovie Nord in Lombardia, è al centro di una bufera dai risvolti più concreti. È dal weekend scorso infatti che il nuovo sistema di turnazione è andato in tilt e per errore nei calcoli dei turni, decine di treni sono stati cancellati. « Adesso basta – afferma Gigi Petteni, segretario generale Cisl Lombardia -. chiediamo subito un gesto concreto che risarcisca i pendolari lombardi degli assurdi disagi subiti. Vogliamo chiarezza su cosa succederà nelle prossime 48 ore e su come viene realizzato in questo lasso di tempo il pieno ritorno alla normalità. Non è possibile lasciare nell'incertezza 700mila pendolari, giocando sulla loro capacità di resistenza». La Cisl Lombardia inoltre sollecita la Regione a ridare a Trenord un assetto manageriale valido ed adeguato. «Non si può lasciare un'azienda così importante senza guida o con gestioni ad interim – sottolinea Petteni -. Vanno fatte scelte senza etichettature politiche, all'altezza del processo di miglioramento del servizio che in questi anni era già stato intrapreso, evitando logiche che riportino il sistema al passato».

ANTEFATTO - Ieri il consiglio di amministrazione di Trenord, prendeva atto delle dimissioni dell'amministratore delegato Biesuz e comunicava che «nell'attesa di nominare in tempi molto brevi un nuovo amministratore delegato, il consiglio ha nominato una task force per risolvere nel più breve tempo possibile i problemi di gestione del software di programmazione dei turni del personale che hanno creato gravi criticità ai viaggiatori in questi ultimi giorni». La società ha reso noto che i risultati del lavoro vengono costantemente monitorati dall' ingegnere Vincenzo Soprano presidente di Trenord che terrà informato il consiglio. Il comunicato di Trenord poi passava alle scuse agli utenti: «Nel rinnovare le scuse ai passeggeri per i gravissimi disagi subiti, il Consiglio ha deliberato di costituire un team specifico e di avviare una immediata indagine interna per verificare eventuali responsabilità dei disservizi e di prendere gli opportuni provvedimenti»

REAZIONI – La crisi senza precedenti interessa 4mila dipendenti e 2 milioni di pendolari in tutta la regione. Legambiente sta invitando tutti i cittadini a documentari i disservizi con scritti e foto. La Regione Lombardia respinge strumentalizzazioni politiche da parte dell’opposizione, ma i problemi restano. Domenica e lunedì sono state le giornate peggiori per i pendolari. Le soppressioni si sono concentrate principalmente sulle linee Milano-Como-Chiasso (21), Milano-Bergamo (12, di cui 4 via Carnate) e Milano-Voghera-Tortona (6).

Giovanni Abimelech di Fit Cisl, il sindacato dei trasporti, tiene a tenere separate le due vicende: «La questione degli arresti è legata alla vita precedente dell’amministratore delegato. Piuttosto ci ha preoccupato l’atteggiamento dell’azienda nel volere a tutti i costi implementare velocemente il nuovo sistema di turnazione, che all’estero ha funzionato senza intoppi». Secondo alcune indiscrezioni il software sarebbe costato 10 milioni di euro, cifra smentita dalla dirigenza Trenord. Ma le avvisaglie di un grande caos c’erano state, secondo Abimelech: «Li avevamo avvertiti circa i problemi di gestione del programma nuovo, avevamo annunciato che non ci garantiva turni del personale al momento opportuno. Loro invece hanno rischiato e hanno sbagliato, mettendo a rischio tutto il lavoro dell’accordo Trenord».

Il sindacalista si riferisce alla complessità della fusione delle due società diventata operativa l’anno scorso: due aziende diverse, con un contratto di autoferrotranvieri a 39 ore e uno per ferrovieri a 36 ore. La disparità si è risolta con un contratto aziendale a 38 ore, un monte ore che contemporaneamente ha ridefinito anche il lavoro del settore a livello nazionale. «Fin dall’inizio – dice Abimelech - noi abbiamo suggerito di adottare il nuovo sistema in sperimentazione e di andare avanti col sistema che già c’era, ma l’azienda aveva in mente di avere risultati più del dovuto. L’obiettivo di raggiungere il massimo possibile con la turnazione troppo velocemente si è infranto con l’attuazione nei fatti. Il programma è partito nello stesso giorno in cui partiva la nuova turnazione».

La Fit è comunque fiduciosa nelle risorse interne all’azienda: «Pensiamo che il gruppo dirigente sia capace di lavorare e adottare tutti i processi innovativi. Le risorse interne che sono frutto della fusione tra due grandi realtà regionali, sono all’altezza di gestire i processi e non è auspicabile che arrivino professori dall’esterno. Piuttosto l’azienda dovrebbe fare un atto di buon senso e tenere conto della richiesta di risarcimento dei consumatori. Andrebbe fatto uno sconto sul rinnovo dell’abbonamento. Vogliamo avere una posizione collaborativa. Tutti i sindacati si mettono a disposizione con i tecnici per vedere gli errori dove non vedono».

12/12/2012
Christian D Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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