I SINDACATI AL COMUNE
Case popolari: la gestione deve rimanere pubblica

Preoccupazione per le polemiche e i ritardi: in ballo ci sono 30mila famiglie che vivono negi alloggi dell'Aler. Chiesto da tempo un incontro con il sindaco Pisapia  che però non ha ancora risposto.

“E’ tempo di abbandonare le polemiche ed iniziare a lavorare per garantire una migliore gestione delle case popolari, nell’interesse di tutta la collettività” Inizia così il comunicato di Cgil, Cisl, Uil e tutti i sindacati degli inquilini  sulla gestione del patrimonio immobiliare pubblico. Da tempo i sindacati chiedono di garantire l’unicità gestionale di tutto il patrimonio residenziale pubblico, salvaguardandone la funzione sociale e di pubblico servizio.

“Le recenti polemiche – scrivono- ci preoccupano, ritardi e rinvii servono solo ad alimentare ipotesi gestionali improponibili e già sperimentate negativamente, di cui tutti dovrebbero avere memoria, e non a migliorare la condizione per le 30.000 famiglie interessate. E’ giusto chiedere maggiore efficienza, ma si evitino polemiche strumentali e si tengano distinte le eventuali responsabilità individuali dalle funzioni dell’Ente Pubblico ALER.”

Deve essere a tutti chiaro che la particolarità del patrimonio di ERP – per quantità di alloggi, per le caratteristiche dell’utenza, per le ridotte risorse economiche che caratterizzano il comparto, per le normative di riferimento – non trova concrete alternative gestionali, pubbliche o private che siano, né sul livello nazionale, né tantomeno su quello internazionale, a meno che si vogliano sovvertire le predette funzioni dell’ERP. Altre ipotesi aprirebbero scenari sciagurati, già conosciuti negli anni passati, che tutti farebbero meglio a ricordare, anche perché gli inquilini ne stanno ancora oggi pagando le conseguenze. Anche per questo il Comune, se vuole effettivamente tutelare gli interessi delle 30.000 famiglie sue inquiline, deve garantire immediatamente una gestione stabile del suo patrimonio, evitando ulteriori e inutili situazioni di precarietà.

“Se è vero che i fatti accaduti in Lombardia e a Milano sono eticamente odiosi, ciò che non deve accadere è confondere eventuali responsabilità personali con le funzioni proprie dell’ALER, quale Ente e strumento di pubblica amministrazione che deve realizzare finalità sociali. In ogni caso, al di là della consueta esuberanza di qualche Consigliere, non ci risulta che il Comune di Milano abbia mai richiesto formalmente le dimissioni dei Responsabili ALER pur avendone avuta la disponibilità da parte degli stessi. Sulla gestione del patrimonio comunale le organizzazioni sindacali di Milano hanno richiesto già da alcune settimane un incontro al Sindaco Pisapia e all’Assessore Castellano e attendono di essere convocate.”

30/11/2012
Twitter Facebook