ADICONSUM
Va bene l'Area C ma da sola non basta

Vanno rafforzate le integrazioni traiffarie per consentire ai cittadini di accedere ai vari mezzi pubblici senza aggravi economici così come devono essere incrementati i parcheggi di corrispondenza e i collegamenti con le principali fermate del metrò.

“La giunta  ritiene che la nuova delibera abbia sanato le precedenti irregolarità ma è importante che l’amministrazione tragga spunti utili dalle criticità rilevate. É vero innanzitutto che in questi primi mesi ci sono arrivate tante segnalazioni di  cittadini soddisfatti per il ripristino delll'AREA C perché è uno strumento che si è dimostrato efficace contro il traffico e l'inquinamento del centro di Milano, tuttavia i milanesi hanno il diritto di pretendere di più! Adiconsum ribadisce la necessità di un piano complessivo sulla mobilità. Non c'è dubbio infatti che la crisi economica e l'aumento del prezzo dei carburanti stiano cambiando radicalmente le scelte di mobilità”. E' questa la valutazione della nuova Area C  di Tommaso Di Buono, responsabile Adiconsum Milano.


Il trasporto pubblico su gomma e in sede promiscua non può migliorare più di tanto le prestazioni, andando oltre quei 13 km/h di velocità commerciale che lo rende più lento delle bici. La crisi economica spinge poi le imprese dei trasporti a tagliare le corse e aumentare le tariffe e quindi, paradossalmente, chi vorrebbe anche rinunciare all'auto non può farlo. Per il futuro va immaginata una mobilità cittadina caratterizzata da una forte integrazione tra diversi mezzi di trasporto per raggiungere i vari punti della città, tenendo conto di periferie e hinterland e pensando anche a un efficiente collegamento tra periferie, poiché solo offrendo alternative concrete a tutti gli utenti del trasporto pubblico si può disincentivare l’uso dei mezzi privati. L'ottimo sarebbero le metropolitane ma, visto che i fondi latitano nonostante l'Expo, allora è indispensabile un piano più forte e integrato.
Secondo Adiconsum vanno protetti i percorsi delle linee di superficie più importanti per accelerarne la velocità e aumentarne la frequenza. Il passaggio dei mezzi pubblici va sincronizzato in modo da garantire il trasbordo facile agli utenti. I semafori delle zone più trafficate vanno asserviti al transito dei mezzi pubblici. Vanno rafforzate le integrazioni tariffarie per consentire ai cittadini di accedere a diversi tipi di mezzi pubblici senza aggravi economici. Vanno incrementati i parcheggi di corrispondenza e scambio, destinati a raccogliere il traffico che proviene da fuori, e i collegamenti pubblici alle principali stazioni della metro.

Più piste ciclabili
“Un capitolo – conclude Di Buono - va poi dedicato alla mobilità dolce che va sperimentata e integrata a quella più tradizionale: va ampliata la rete delle piste ciclabili che vanno collegate tra loro, arrivando anche a prevedere di condividere coi pedoni i marciapiedi sufficientemente larghi. Milano è una città piccola e abitiamo nel Paese del sole, non è possibile che da noi si usino meno bici che in Svezia! Vanno allestiti parcheggi per le bici private lungo gli assi della metro per consentire il trasbordo ed allargate le fasce orarie di accesso alla metropolitana con bici al seguito.. Vanno estesi i servizi di bike sharing e car sharing, portandoli finalmente fuori dal solo centro città. Vanno estese le zone 30 per rallentare la velocità delle auto private e facilitare gli spostamenti alternativi. Altro punto nodale è destinare esclusivamente le entrate derivanti dall'AREA C a investimenti sulla mobilità sostenibile e non a fare cassa, altrimenti è inaccettabile. I milanesi possono fare sacrifici anche in tempi difficili purché questi servano a ottenere un bene maggiore e non a sprecare risorse preziose”.

28/11/2012
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