LA CRISI DEL GRUPPO CHIMICO
Ilva, Paderno in attesa dell'effetto Taranto

In ballo ci sono una cinquantina di posti di lavoro. Finora non sono arrivate comunicazioni ufficiali, ma la preoccupazione che la chiusura dello stabilimento pugliese possa vere effetti anche sul piccolo sito del milanese crescono di giorno in giorno.

«Non ci sono state comunicazioni ufficiali da parte dell’azienda - spiega il sindacalista - ma la paura dei lavoratori è tangibile e comprensibile. A Paderno c’è uno degli stabilimenti più piccoli di Ilva e non è concepibile che se i più grandi chiudano, qui non ci siano conseguenze. Stiamo ricevendo tante richieste di chiarimento da parte dei dipendenti e per venerdì organizzeremo un’assemblea straordinaria anche alle luce delle novità che emergeranno». Giuseppe Mansolillo, della Fim-Cisl, spiega così lo stato d’animo dei lavoratori Ilva di Paderno Dugnano in attesa degli eventi e delle conseguenza della chiusura dello stabilimento di Taranto imposta dalla magistratura.

Quando si parla di Ilva si pensa a Taranto e poi a Genova, Marghera e pochi conoscono  il piccolo impianto di Paderno Dugnano che finora non stato toccato dai processi di ristrutturazione. A mille chilometri dall’epicentro del disastro   c’è l’ultima fase di lavorazione dell’acciaio prima della commercializzazione. Finora niente cassa  integrazione, niente crisi. Addirittura si applica un accordo locale sull’orario in deroga al contratto nazionale. In ballo ci sono 44 posti di lavoro, una cinquantina di famiglie tra operai e ammnistrativi. Per venerdì prossimo è stata proclamata un’assemblea straordinaria per fare il punto della situazione.

28/11/2012
redazione - info@jobedi.it
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