Francesco Bianchi, segretario degli edili, racconta come e perchè si è scelto di andare oltre la rendicontazione contabile. Lunedì 12 novembre in via Newton, 3 a Milano la presentazione. In allegato il programma della manifestazione e del bilancio.
E’ molto di più e di diverso di una rendicontazione contabile. Ci sono anche le cifre ma insieme e oltre i numeri c’è il ‘tracciato’ di come e perché, lo scopo per cui i soldi sono stati spesi. Il bilancio sociale entra nel merito delle scelte, le spiega, le motiva, le misura in base ai programma stabiliti e ai mandati ricevuti. La Filca di Milano, gli edili della Cisl, sulla scia del ‘regionale’ e del ‘nazionale’ che sono al secondo anni, lunedì prossimo 12 novembre (vedi il programma allegato) presenta il suo primo bilancio sociale; un’ottantina di pagine in cui vengono dettagliate tutte le voci dell’attività svolta nell’arco di un anno.
. “Abbiamo scelto di fare il bilancio sociale – racconta Francesco Bianchi (nella foto) che di Filca Milano è il segretario generale- per diverse ragioni. In primo luogo per rendere conto ai nostri iscritti e in generale ai lavoratori a cui ci rivolgiamo il modo in cui abbiamo gestito le risorse che ci sono state affidate e se questo corrisponde agli obiettivi che l’organizzazione si è data. Voce per voce, capitolo di spesa per capitolo di spesa, abbiamo dettagliato le operazione fatte. Fino ai minimi particolari come la selezioni dei fornitori, scelti anche in base a criteri etici primo fra tutti il rispetto dei contratti di lavoro. Lo stesso per gli investimenti, dove, abbiamo privilegiato Banca Etica che ci garantisce prodotti al alto contenuto sociale che non si trovano nella finanza speculativa che, nonostante i guasti devastanti, continua a imperare.
Rispetto a un normale bilancio contabile chi è che garantisce la correttezza di un bilancio sociale? “Ci sono dei criteri oggettivi e ci sono delle società, a una di queste ci siamo appoggiati anche noi, specializzate in bilanci sociali. Ma quello che più conta è il coinvolgimento di chi li bilancio lo fa . Per quanto ci riguarda tutta la struttura della mia federazione ha partecipato costruzione della rendicontazione. Incontri informativi, raccolta di dati, formazione: un percorso lungo un anno che ci è servito a fare il punto e a capire in che direzione va il nostro lavoro. Un’esigenza di trasparenza nei confronti degli associati ma anche un modo per il sindacato di guardare dentro se stesso. La rendicontazione puntuale della nostra attività ci permette di andare oltre il quotidiano; capire in che modo teniamo la rotta che ci siamo dati all’ultimo congresso, come e dove è necessario correggerla anche con interventi organizzativi. Il bilancio sociale serve a poco se si riduce a pura vetrina, a fiorellino all’occhiello da esibire qua e là. Al contrario deve essere un’occasione di conferma e di aggiornamento della nostra mission sociale. Eticità, trasparenza e partecipazione da belle parole da usare nei convegni devono diventare strumenti del nostro agire quotidiano. Anche le imprese, a partire dalle maggiori, dovrebbero fare il rendiconto ai cittadini della loro attività perché, è vero che giuridicamente sono dei privati, ma svolgono al tempo stesso una funzione sociale.
Per quanto riguarda ancora noi, il sindacato, penso che iniziative come il bilancio sociale siano risposte concrete alla crescente sfiducia della gente nei confronti delle istituzioni di qualsiasi tipo. A differenza dei partiti che di giorno in giorno la rimandano, noi la partita della trasparenza la vogliamo giocare subito.”