L'INCONTRO AZIENDA-SINDACATI
S. Raffaele: tutto congelato, riparte la trattativa

L'azienda non ritira i licenziamenti ma si dice disponibile a proseguire il confronto: fissati un nuovo appuntamento per martedì prossimo.  Savoia (Cisl): "Se sacrifici ci devono essere devono riguardare tutti, dirigenza compresa".  Intanto si apre  un nuovo fronte: alla Multimedica a rischio 320 posti. 

“L’azienda non ha ritirato le procedure di licenziamento ma, nel contempo, si è detta disponibile  a riaprire il confronto” Mina Savoia, segretario della Cisl Sanità di Milano, sintetizza così il nuovo round tra la dirigenza del San Raffaele e i sindacati dopo l’annuncio della mobilità (licenziamento) per 244 dipendenti e la disdetta di tutti gli ultimi accordi sindacali.

“Di fatto –prosegue Savoia- la situazione è congelata almeno fino  a martedì prossimo 13 novembre quando ci incontreremo di nuovo per entrare nel merito della questione. Da parte nostra, abbiamo rigettato sia la procedura di mobilità che la disdetta degli accordi  e abbiamo chiesto di rivedere tutti conti dell’azienda per capire dove stanno i problemi e come si può trovare una soluzione concordata. Ad esempio, se devono essere fatti dei sacrifici questi dovranno essere ripartiti fra tutti i settori, dirigenza  compresa, visto che assorbe notevoli risorse  sia dal punto di vista del personale che economico. Abbiamo anche chiesto all’azienda – conclude la sindacalista della Cisl –  quanti  soldi ci ha finora messo e quanto intende metterci di suo per risanare la situazione, considerato che il San Raffaele è si un’impresa privata ma che usufruisce di una considerevole quantità di finanziamenti pubblici”. L’azienda, da parte sua, ho sostenuto che i dati già forniti siano esaustivi  ma, al tempo stesso, come detto, si è detta disponibile a riprendere la trattativa

L’istituto di via Olgettina non è il solo fronte aperto per la sanità milanese. In mattinata in Assolombarda c’è stato anche un incontro con il gruppo Multimedica  (presente a Milano con la clinica San Giuseppe e l’ospedale di Sesto San Giovanni) dove la proprietà è intenzionata a tagliare. Anche in questo caso  sono stati concordati ulteriori passaggi di approfondimento prima di arrivare alla decisione di mettere in mobilità 320 persone.

NO AI LICENZIAMENTI, PRONTI A TRATTARE SU TUTTO   del 5/novembre/2012

“Non accettiamo la  logica delle decisioni unilaterali e quindi respingiamo e contrasteremo con ogni mezzo, la decisone dell’ azienda di mandare a casa 244 lavoratori”. Renato Zambelli, segretario della Cisl di Milano, interviene a poche ore dall’incontro, in programma domani, tra i vertici del San Raffaele e i sindacati. “Sappiamo che l’azienda – prosegue  Zambelli- è anche intenzionata  di disdettare tutti gli accordi sindacali in precedenza sottoscritti.  Ho paura che dietro questa scelta ci sia la volontà di andare oltre i 244 esuberi appena annunciati. In ogni caso la situazione si azzera  e ha un senso trattare  se ci si confronta su tutta l’organizzazione aziendale, se si prendono in considerazione tutte le ipotesi di ristrutturazione  e c’è la volontà di trovare un accordo che non può prescindere  dalla salvaguardia dei posti di lavoro.

Ma non basta l’azienda – prosegue l’esponente della Cisl – anche la Regione deve entrare in gioco.  Due  sono le questioni da chiarire. Quella degli ammortizzatori sociali in deroga, che devono essere riconfermati  prima della scadenza di fine anno, altrimenti non siamo in grado di gestire  le  fasi transitorie probabilmente  necessarie per mantenere l’occupazione. Seconda questione quella delle risorse: è fondamentale capire per tempo quali saranno i fondi regionali al San Raffaele per il prossimo biennio”.

LA PROTESTA - In mattinata diverse centinaia di dipendenti del San Raffaele hanno bloccato per circa un'ora un tratto della Tangenziale Est di Milano . Il blocco è cominciato alle 9.30, poi alle 10.10 è stata liberata la carreggiata sud, e una ventina di minuti dopo quella nord.

IL MINISTRO - Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, auspica che la nuova proprietà dell'ospedale San Raffaele possa riaprire la trattativa con i lavoratori nei prossimi giorni per evitare o contenere i 244 licenziamenti annunciati. «Il mio auspicio va in questa direzione - ha detto a margine di un convegno sugli Irccs organizzato dal Pd - fermo restando la legittimità delle scelte imprenditoriali e della riorganizzazione. Forse ci possono essere i margini perché questo patrimonio non vada perduto».

MAJORINO E TAJANI -  "Abbiamo ancora fiducia che si possa riaprire il confronto tra le parti al fine di evitare i licenziamenti attraverso una soluzione alternativa". Lo hanno dichiarato gli assessori alle Politiche per il Lavoro Cristina Tajani e alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino.

“Il Comune di Milano - ha detto l'assessore Majorino - esprime solidarietà e vicinanza ai dipendenti del San Raffaele che, dichiarati in esubero dalla nuova proprietà dell’azienda ospedaliera, saranno licenziati. Il San Raffaele è stato nell’ultimo anno e mezzo al centro di uno scandalo e di un crack finanziario per decine e decine di milioni di euro e ora  il nuovo mangement dichiara che saranno tagliati tutti i posti non strettamente necessari. Riteniamo che questa crisi profonda non possa pesare unicamente sulle spalle delle famiglie e auspichiamo che le parti possano trovare una soluzione alternativa ai licenziamenti. Rinnoviamo infine la richiesta spesso ignorata da Regione  Lombardia di aprire un confronto ampio sullo sviluppo del sistema sanitario a Milano, a fronte di tagli drammatici annunciati su tutto il comparto e di un utilizzo delle risorse non sempre trasparente”.

"La crisi occupazionale che interessa i dipendenti dell’Ospedale San Raffaele  - ha dichiarato l'assessore Cristina Tajani - è preoccupante ed è all’attenzione dell’Amministrazione. Abbiamo già incontrato una delegazione di lavoratori, a cui l'anno scorso il Comune aveva assegnato la Civica Benemerenza, e abbiamo già formalmente espresso alla proprietà e alla direzione del San Raffaele la nostra preoccupazione. Pensiamo che ci siano le condizione per riaprire la trattativa e trovare un'alternativa ai licenziamenti".

05/11/2012
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