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Le parole che (non) ti devo dire

L'ordine dei Giornalisti dell'Emilia Romagna ha realizzato un documento in cui invita ad abbandonare alcuni termini...

L’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna ha redatto un documento in cui invita a mettere al bando alcuni termini discriminatori usati correntemente dai media e ne propone altri con cui sostituirli.

Clandestino: Questo termine,molto usato dai media italiani, ha un’accezione fortemente negativa. Evoca segretezza, vite condotte nell’ombra, legami con la criminalità. Viene correntemente utilizzato per indicare persone straniere che per varie ragioni non sono in regola, in tutto o in parte, con le norme nazionali sui permessi di soggiorno, per quanto vivano alla luce del sole, lavorino, conducano esistenze “normali”. Sono così definite “clandestine” persone che non sono riuscite ad ottenere il permesso di soggiorno, a rinnovarlo, altre che sono entrate in Italia con un visto turistico poi scaduto, alte ancora che sono entrate in maniera illegale in Italia. Spesso sono considerati “clandestini” anche i richiedenti asilo. E’ possibile identificare ogni situazione con il termine più appropriato ed evitare SEMPRE di usare una definizione altamente stigmatizzante come “clandestino”.

Alternative: All’estero si parla di “sans papiers” (Francia), “non-documented migrant workers” (definizione suggerita dalle Nazioni Unite) e così via. A seconda dei casi, e avendo cura che l’utilizzo sia il più appropriato, è possibile usare parola “irregolari”. Sono sempre disponibili e spesso preferibili le parole più semplici e più neutre: “persone”, “migranti”, “lavoratori”. Altre locuzioni come “senza documenti”, o “sans papiers” definiscono un’infrazione amministrativa ed evitano di suscitare immagini negative e stigmatizzanti.

Vu cumprà: E’ un’espressione che storpia l’italiano “Vuoi comprare” ed è usata da anni per definire lavoratori stranieri, specialmente africani, che esercitano il commercio ambulante. E’ una locuzione irrispettosa delle persone alle quali si riferisce e stigmatizzante, oltre che inutile sul piano lessicale.

Alternative: E’ possibile usare i termini “ambulante”, “venditore”.

Extracomunitario: Letteralmente dovrebbe indicare cittadini di paesi esterni all’Unione europea, ma questo termine non è mai stato usato per statunitensi, svizzeri, australiani o cittadini di stati “ricchi”; ha finito così per indicare e stigmatizzare persone provenienti da paesi poveri, enfatizzando l’estraneità all’Italia e all’Europa rispetto ad ogni altro elemento (il prefisso “extra” esprime un’esclusione). Ha assunto quindi una connotazione dequalificante, oltre ad essere poco corretto sul piano letterale.

Alternative: E’ possibile usare “non comunitario” per tutte le nazionalità non Ue, o fare riferimento – quando necessario (spesso la nazionalità viene specificata anche quando è superflua, specie nei titoli) – al paese di provenienza.

( Fonte: Corriere Immigrazione )

31/10/2012
Redazione - info@jobedi.it
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