Dovrebbero essere i più dinamici e i più speranzosi. Ma gli italiani che navigano abitualmente in Rete sono anche i più realisti: solo il 22,9% tra loro considera il posto fisso un’ambizione, contro  il 40,5% che la pensava così lo scorso marzo. E per la scelta della sede di un ipotetico posto di lavoro, sono i milanesi ad aspirare di più alla fortuna di trovarlo vicino a casa (27,6%), seguiti dai romani (20,9%) e dai napoletani (18,3%). È quanto emerge da una ricerca, il Moire - Monitoraggio Opinioni Indipendenti sulla Rete - iniziativa della Camera di commercio di Monza e Brianza attraverso Voices From the Blogs, che ha analizzato 24mila commenti pubblicati su Twitter tra il 18 e il 25 settembre.

SOLUZIONI - Una soluzione a cui gli italiani pensano sempre di più sembra quella di trovare un’occupazione all’estero: uscire dai confini è una prospettiva che piace a quasi 1 italiano su 3 tout court,  mentre il 22,9% si sposterebbe solo per un posto di lavoro fisso. Anche se il posto fisso è considerato un lusso da sempre più italiani che navigano in rete (la pensa così il 28,1% degli italiani, con una crescita del 15% rispetto a 6 mesi fa), la flessibilità però non deve sfociare nello sfruttamento. Il 17% degli italiani chiede che l’attuale precarietà si trasformi in flexsecurity, seguendo il modello di altri Paesi europei. I più accondiscendenti con i giovani sono i milanesi: il 47,7% pensa che il problema sia il sistema e il 20,6% giustifica gli under 30 imputando le loro scelte ad una fase di scoraggiamento. I giovani sono sottopagati per il 76,3% degli italiani, una percentuale che sale rispetto allo scorso marzo quando si fermava al 39,6%.