L’APPELLO DELLA CAMERA DI COMMERCIO
Ambiente. Per pulire Milano partiamo dalle imprese

Sangalli propone incentivi a chi inquina meno e materiali eco. Ma il ministro Clini frena: inutile chiudere il centro. E Formigoni chiede soldi alla Ue.

Il problema ambientale è una priorità che a Milano divide ancora. Così sulla spinosa questione succede che i rappresentanti del commercio la pensino in un modo, mentre un ministro della Repubblica si mostri più pessimista. È successo oggi a Milano alla Camera di Commercio dove veniva presentato un rapporto sui rimedi all’inquinamento in città. Il presidente Riccardo Sangalli ha lanciato una serie di proposte che, per una volta, sono rivolte alle imprese e non ai cittadini: «Ci vuole un impegno comune per l’ambiente – ha detto - attraverso politiche condivise al più alto e ampio livello possibile coinvolgendo anche il mondo delle imprese. Una città sana e pulita è un valore: sarebbe importante affrontare il tema smog al di fuori della logica dell’emergenza che spesso rappresenta un costo anche per le imprese con pesanti ricadute economiche. L’obiettivo è quello di rilanciare una Milano a 3 A, Aperta, Accogliente e Attrattiva» .

COSTI GRAVOSI - La Camera di Commercio ha stimato attraverso un’indagine su quasi mille imprese che inquinamento, traffico e disagi costano a ciascun operatore circa 3.500 euro all’anno, per un totale di 1 miliardo di euro, in termini di ritardi, malattie e giorni di lavoro persi. Il settore della combustione non industriale (riscaldamento residenziale) e quello del trasporto su strada sono i maggiori responsabili delle emissioni di PM10 primario e ossidi di azoto (NOX) sia nel Comune di Milano (circa l’80% delle emissioni nocive) che in tutta la Provincia.

ASFALTO GIUSTO – Secondo gli esperti che hanno redatto la ricerca con una scelta di opportuni parametri negli aggregati minerali che costituiscono l’asfalto (materiali “assorbenti” per asfalti e costruzioni), si può ridurre il PM10 derivante dall’asfalto dal 20% al 40% del totale. L’impiego di materiali innovativi non dovrebbe risultare così difficile in un’area metropolitana dove le imprese legate all’ambiente hanno superato le 27mila unità nel 2011 (+3,5%, rispetto al +0,5% lombardo e al –1,6% italiano), pari al 2,4% nazionale e al 24,5% lombardo. E dando un impulso nuovo alla ricerca si potrebbe impiegare nel settore ben più delle 120mila professionalità attuali.

IL MINISTRO  - Le proposte della Camera di Commercio arrivano in un momento in cui il dibattito cittadino sull’opportunità di Area C è rovente. Un nuovo ricorso al Tar, ad opera del Mediolanum Parking di largo Corsia dei Servi, il garage che aveva ottenuto, con un precedente ricorso, la sospensione della congestion charge da parte del Consiglio di Stato, è stato appena rigettato. Area C va quindi avanti ma Corrado Clini, ministro per  l’Ambiente ritiene «inutile chiudere il centro di Milano alle auto quando sulle tangenziali le polveri sottili schizzano dappertutto». Per il ministro «servono misure gestionali coordinate a livello di area vasta e anche il trasporto merci è una sorgente costante ed importante d’inquinamento. Bisogna favorire il passaggio dalla gomma alla ferrovia. Servono ferrovie nuove  e chi si oppone non favorisce certo l’ambiente». Il ministro ha anche annunciato che ci sono a  disposizione, con Cassa depositi e prestiti, 600 milioni di prestito agevolato per le imprese della green economy: «Fino ad oggi non sono stati utilizzati e il ministero organizzerà un road show pere trovare nuovi clienti».

FORMIGONI ALL’ATTACCO – E visto che il problema smog è comune a tutta la regione, nel dibattito è intervenuto anche il presidente Roberto Formigoni che si è fatto carico di tre messaggi: «L'Unione europea riconosca la specificità e la criticità della macroarea padana e destini fondi per la lotta all'inquinamento; Palazzo Chigi doti il Paese di un Piano nazionale per la qualità dell'aria, così come chiede la Ue; si allarghi da 209 a 570 Comuni (ex aree critiche A1 e A2) la zona a traffico limitato A1 e A2 per i mezzi più inquinanti, rispettivamente gli Euro zero a benzina e gli Euro uno e due con motore diesel». Formigoni chiama in causa la peculiarità della pianura padana, «caratterizzata da una situazione orografica che provoca il ristagno dell'aria, una diversità che merita qualche fondo alla nostra area. Non si capisce perché nel campo della qualità dell'aria non debba esserci questo riconoscimento».

08/10/2012
Christian D Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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