DUE EUROPE A CONFRONTO
La Germania Cresce, l'Italia resta la palo

Le previsioni per  il 2013 evidenziano l'esistenza di economie a velocità diverse. I metalmeccanici tedeschi e quelli italiani chiedono di ucire dall'emergenza e la definizione di una politica comune. Il rapporto tra Paesi ricchi e meno ricchi.

Nel 2013 l’Italia avrà una “non crescita” dello 0,3%, la Germania registrerà un incremento del Pil dell’1,4%. Nel secondo semestre 2012 l’indice della produzione industriale del Baden Wurttemberg è arrivato a quota 112,9, quello della Lombardia a 97,2. Nello stesso periodo, il valore delle esportazioni della regione tedesca ha sfiorato i 45 miliardi di euro, della Lombardia i 28. Sono solo alcuni dei dati messi a confronto questa mattina nel corso dell’incontro annuale tra i metalmeccanici della Fim Lombardia e i tedeschi dell’Ig Metall Baden Wurttemberg.

“La congiuntura negativa ha prodotto effetti drammatici sull’industria lombarda, in particolare sulla miriade di piccole aziende artigiane - ha sottolineato Nicola Alberta, segretario generale Fim Cisl Lombardia -.  Nel 2011, nel solo settore metalmeccanico, i lavoratori lombardi coinvolti da cassa integrazione ordinaria e straordinaria sono stati ben 36mila”. “Bisogna cambiare passo: abbandonare la politica dell’emergenza e scegliere la strada degli investimenti in innovazione - ha aggiunto -. Bisogna incrementare la produttività del sistema e rendere i territori attrattivi di investimenti diretti esteri”. Il segretario generale della Fim lombarda ha poi puntato il dito contro una “preoccupante insufficienza di politiche coordinate di governo in Europa”.  A favore di un’azione più organica a livello europeo si è espresso anche Joerg Hofman, segretario generale Ig Metall Baden Wurttemberg.

“L’industria metalmeccanica ed elettrica europea è così interconnessa - ha spiegato - che i Paesi più forti in termini di volumi giocano un ruolo fondamentale e le economie si influenzano a vicenda”.  Hofman ha poi richiamato l’attenzione sulla necessità di alimentare una cultura europea a tutto tondo. “Non abbiamo alternative: se vogliamo un’ Europa che abbia il sostegno dei suoi cittadini, abbiamo bisogno di cittadini che non siano solo consumatori, ma anche produttori e creativi - ha detto -. Per questo occorrono misure coordinate per superare la crisi e riforme istituzionali per potenziare l’Europa politica e sociale”. Il confronto tra metalmeccanici italiani e tedeschi si è chiuso con l’intervento  di Uliano Stendardi,  membro del Gruppo di coordinamento delle politiche contrattuali della Ces, che sottolineato l’esigenza di ricalibrare il ruolo del sindacato sulle problematiche europee. “L’Europa sociale ha bisogno di un forte sindacato europeo - ha detto -. Ha bisogno di una contrattazione europea e di un forte interlocutore nei confronti del sistema istituzionale”.  “Ma la forza e l’identità delle parti sociali europee  - ha aggiunto - è offuscata dall’azione stessa dei sindacati nazionali, che temono di perdere ruolo se il livello europeo si rafforza”.

02/10/2012
redazione - info@jobedi.it
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