TERZA ETA'
Invecchiare bene si può

Sessantenni del 2012, giovani anziani appena usciti dal mondo del lavoro che possono aiutare gli altri. Il disagio si previene con l’impegno nelle attività di volontariato, impieghi in consulenze e iniziative ricreative. La Caritas ha studiato come fare.

Tutti sanno che oggi a 60 anni la vita è ancora lontano dall’essere al capolinea. Come sfruttare al meglio le proprie risorse per metterle al servizio degli altri è però un percorso che necessita di una guida. Ci ha pensato la Caritas che ha curato un’iniziativa chiamata "Anzianità e prospettive di benessere. È possibile invecchiare in modo consapevole e attivo?", dove si è studiato cosa si può fare per gli over 60 e quali opportunità, in questo momento a Milano, ci sono per tanti di questi ex lavoratori.

Gli anziani anche in Italia sono sottoposti a una duplice pressione. Da un lato, sono costretti a prolungare la loro permanenza nei posti di lavoro; dall’altro quando finalmente raggiungono l’età pensionabile, sono chiamati a un altro impegnativo lavoro, quello di cura nei confronti di nipoti e altri anziani non autosufficienti.

RIMEDI - Il documento diffuso dalla Caritas, che è in allegato, parla di ridistribuzione del lavoro di cura sui componenti dell’intera famiglia, perché a farsi carico del nonno ottuagenario non più autosufficiente  non sia solo la figlia sessantenne, ma anche il nipote o la nipote 40enne. In questo quadro non solo la famiglia naturale, più ristretta, va valorizzata, ma anche quella allargata.

E per il lavoro? Per prevenire il disagio senile vanno riviste le modalità di uscita dalla vita lavorativa, privilegiando al posto di una brusca cesura, passaggi graduali attraverso forme negoziate di part-time.

Dopo avere dovuto affrontare la perdita del proprio ruolo sociale, gli anziani vanno poi incontro alla perdita anche del ruolo all’interno della famiglia, quando invecchiando, non possono più rendersi utili a nipoti e figli. La sola strategia per prevenire questo rischio è coltivare l’«attenzione delle relazioni umane e familiari», al di fuori di una logica «utilitaristica».  Si può infine contrastare anche la perdita d’identità personale legata al sopraggiungere di malattie gravi, se si riescono a mantenere ruoli significativi, pur modificando necessariamente i ritmi di vita.

DOVE SI VA – A Milano esistono dei punti di aggregazione e di messa in opera di quanto descritto. Alla Barona c’è il laboratorio “el ròcul” (tel. 0289125125; e-mail terzaeta@fastwebnet.it ) per la realizzazione di abiti su misura. La produzione senza scopo di lucro serve a sostenere le attività a favore di anziani in difficoltà promosse dall’associazione ASP Terza Età di via Ettore Ponti.

Anche la Fondazione Aquilone onlus si è impegnata per gli anziani. Ci sono due centri, "La Tenda", in zona città Studi e Porta Venezia, realizzata in collaborazione con la parrocchia di san Giovanni in Laterano, e "Il Cortile", avviato nei quartieri della periferia nord della città (Bruzzano, Affori e Comasina) in collaborazione con l'Associazione di Volontariato V.S.P. Bruzzano.

Dal 2008 alla Tenda (tel. 02 39430251) tre operatori e 35 volontari offrono a 400 anziani orientamento, accompagnamento negli ambulatori medici, visite domiciliari, consulenza nelle pratiche burocratiche. Ma sono gli stessi anziani ad auto-organizzare le attività sociali. Un ex insegnate di italiano promuove pomeriggi culturali, un appassionato di informatica dà lezione sul pc. Frequentano “ Il Cortile" di Bruzzano (tel. 02 6465818 ) 300 anziani del quartiere. Un operatore e 20 volontari organizzano servizi di assistenza e di socialità. Inoltre presso il centro è attivo anche una infermeria per il controllo della pressione: in un anno sono state effettuate 2mila  prestazioni gratuite. Inoltre gli anziani del centro entrano nella classi delle scuole di quartiere per insegnare la storia locale e la coltivazione dell’orto.

28/09/2012
Christian D Antonio - c.dantonio@jobedi.it
ALLEGATI
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