DOPO IL VIA LIBERA DEL COMUNE
Sea, la Borsa non basta. Ora ci vuole un piano di sviluppo

Per il segretario della Cisl di Milano Danilo Galvagni, la quotazione della società e la conferma del controllo pubblico, sono solo il primo passo. Ora bisogna  decidere cosa fare della società, definire una volta per tutte il apporto Malpensa-Linate, garantire i posti di lavoro. 

“La decisione del Consiglio comunale di approvare  la quotazione in Borsa di Sea e mantenere il controllo pubblico della società è solo il primo passo. Ora si tratta di capire cosa fare della società, quale piano industriale, con quali soldi,  la definizione del rapporto Linate e Malpensa e tutto quello che è necessario per lo sviluppo di Sea che deve prevedere, quantomeno,  la garanzia degli attuali livelli occupazione”. Questo il primo commento di Danilo Galvagni, segretario generale della Cisl di Milano, all’indomani  della maratona dell’assemblea di Palazzo Marino che, non senza problemi anche nella maggioranza, dopo 28 ore di dibattito  ha dato via libera alla delibera proposta dalla giunta Pisapia. Ora tocca al cda di Sea, in corso in queste ore, avviare le procedure per poter sbarcare a Piazza Affari  nella finestra di fine novembre-inizi dicembre. Sospiro di sollievo anche per la Provincia  che potrà procedere, evitando così il default, alla vendita delle quote in Serravalle.

Tutto finito, tutto a posto? Niente affatto. Se la Lega  con Matteo Salvinise la prende con Tabacci , troppo distratto dalle faccende romane e ne chiede  la testa ( lui replica che è stato più presente dello stesso Salvini in Consiglio); il Pdl  annuncia che ricorrerà al Tar per il mancato rispetto delle procedure e per violazione dei diritti dell'opposizione dopo il contingentamento della discussione sui 240 emendamenti, oltre a un esposto alla Corte dei Conti e alla Procura per abuso d'ufficio.

Alla fine della maratona il sindaco Pisapia ha ringraziato tutti per tour de force e ha sostenuto “Abbiamo accettato una grande sfida per il futuro di Milano”, ma ora deve fare i conti con i cocci che si sono rotti nella sua maggioranza. Alla conta finale solo in 25 hanno approvato il documento della Giunta: il presidente del Consiglio  Basilio Rizzo (Federazione della sinistra), come resto aveva annunciato, ha votato contro la delibera  così come il capogruppo dell’Idv Raffaelo Grassi. Assenti al momento del voto il radicale Marco Cappato e Anita Sonego anche lei della Federazione della sinistra. Ha invece votato sì il socialista Roberto Biscardini ma solo dopo aver criticato e definito ‘confuso’ il provvedimento. Tutta l’opposizione, per protesta, ha lasciato l'aula nel momento delle votazioni.

Rimane il problema all’interno della maggioranza, in particolare la posizione assunta da Rizzo “Ritengo di rappresentare idee che sono dentro la maggioranza. Non credo che gli elettori di Sel siano così d'accordo sulla decisione di Sel di sdraiarsi sulla giunta».  Parole pesanti che, in nottata era circolata anche la voce di possibili dimissioni da presidente del Consiglio, che sicuramente avranno conseguenze.  Questa mattina, a mente fredda, lo stesso Rizzo ha precisato che non vuole andarsene che, la questione Sea non faceva parte del programma concordato ed essendo  e, quindi, essendo una novità c’è stata “una normale dialettica”. Anche Carmela Rozza, capogruppo del Pd, ha cercato di gettare acqua sul fuoco, ha detto che la “maggioranza non è una caserma” ma che comunque vanno trovate altre di confronto fra le diverse componenti  che sostengono Pisapia . Insomma, prima di far volare gli stracci in pubblico prima mettiamoci d’accordo.  Un banco di prova ravvicinato per verificare la tenuta della coalizione, un’altra novità non prevista dal programma elettorale, è la spending review. Vedremo cosa succederà.

28/09/2012
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