COMUNE E PROVINCIA
Città metropolitana, se non ora quando

Sindaco e Presidente della Provincia rilanciano l'idea di una legge speciale per Milano e l'elezione diretta del super-sindaco.Dopo anni di dibattiti sembra  che sia la volta buona per arrivare nel 2014 al nuovo assetto istituzionale. L'intervista di Podestà a Job.

“Servirà a dare una risposta alle piene del Seveso”. Questo è l’esempio che,  Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, e Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano,  hanno fatto per spiegare l’importanza della Città metropolitana. Gli abitanti di Niguarda e dintorni, dove sotterraneamente scorre il famigerato Seveso,  saranno senz’altro contenti.  Per accontentare tutti gli altri dei 134 comuni che costituiscono l’attuale provincia che andrà a morire il 31 dicembre 2014, ci vorrà  qualcosa di più. Di Città o  Area metropolitana  se ne parla da un’infinità di tempo, ma ora sembra proprio la volta buona. Perché c’è una legge  che fissa modalità e  tempi, perché la “nuova coppia di fatto” (definizione di Podestà) costituita da  Sindaco e Presidente della Provincia sembra marciare determinata nella stessa direzione. Proprio in questi giorni, Podestà e Pisapia, hanno ribadito l’invito al Parlamento nazionale  di varare  una  legge speciali per Milano  (se è stata fatta per Roma perché non farla per  il capoluogo lombardo)  che, tra l’altro, preveda  l’elezione diretta del presidente della Città metropolitana  contrariamente a quanto previsto dal decreto del governo che indica nell’assembla dei sindaci  gli elettori del super-sindaco. Il percorso che porterà al nuovo assetto istituzionale, tra l'altro, dovrà valutare come affrontare alcune rilevanti questioni di carattere sociale ed economico "Welfare, trasporti, mercato del lavoro, partecipate. Oggi - sottolinea Renato Zambelli della segreteria di Cisl Milano - sono temi che spesso i singoli Comuni affrontano in modo diverso, per storia e per scente amministrative.  Da qui alla costituzione della Città metropolitana indirizzi comuni condivisi anche delle parti sociali che tengano conto delle esperienze  maturate  all'interno di una nuova dimesione anche territoriale. In questo senso è importante anche trovare una sintesi tra le esigenze dei piccoli Comuni e quelli più grandi".

Sull’argomento proponiamo di seguito l’intervista di Guido  Podestà  pubblicata  su Job attualmente in distribuzione

Da Massimo D’Azeglio(1860) a Guido Podestà. Poi basta. Dopo oltre 150 anni, come si dice, di gloriosa attività la Provincia di Milano Va in pensione. Al suo posto la Città Metropolitana, oggetto misterioso di cui si parla da più di vent’anni ma, almeno fino a ieri, si è andati poco oltre ai convegni, gli studi di fattibilità e buoni propositi. Ora sembra essere arrivato il momento buono. Perché lo dice la legge, quella sulla spending review che ‘razionalizza’ anche il numero delle Province destinate a diventare città metropolitane. La legge ne ha individuate 10. “Per Milano – secondo l’attuale presidente Guido Podestà - il nuovo assetto amministrativo è una necessità e una scelta. Insieme al comune di Milano e gli altri che costituiscono l’attuale Provincia, è da tempo che lavoriamo a questo progetto. Il decreto del Governo fissa e accelerato i tempi di attuazione politica ampiamente condivisa a livello locale”.

Quindi il milanese è già pronto a questo cambio di assetto istituzionale?

Il milanese è pronto perché a differenza di altre città metropolitane, rappresenta un’area già di per se omogenea dal punto di vista del tessuto sociale e produttivo e, in parte, anche infrastrutturale. Per quanto riguarda il perimetro territoriale sarà quello stabilito dal governo centrale: i 134 comuni dell’attuale Provincia.

In pratica quali saranno le novità?

Soprattutto di funzioni: infrastrutture e trasporto pubblico, ambiente e pianificazione territoriale, politiche attive del lavoro. In altre parole il governo metropolitano assume i poteri e dell’attuale Provincia e restituisce ai sindaci funzioni che con il tempo sono divenute duplicazioni, dalla cultura, al sociale, ai giovani.

A proposito di governo, il sindaco della città metropolitana sarà il sindaco del comune capoluogo?

Sarà la conferenza metropolitana composta da tutti i sindaci dell’attuale Provincia e dal sottoscritto a definire entro il 31 ottobre 2013, nello statuto, la legge elettorale della città metropolitana.

E da chi sarà formalmente designato?

Lo statuto potrà prevedere tre diverse forme di elezioni: di secondo livello (elettori i membri della conferenza), coerente con la nuova legge elettorale per le costituende province, diretta a suffragio universale da parte dei cittadini. Quest’ultima è quella che auspico per legittimare l’autorevolezza e l’indipendenza del governo del territorio.

Ogni municipio un voto, indipendentemente dal numero degli abitanti?

Bella domanda. È uno dei nodi da sciogliere per il funzionamento della conferenza, cosi come è da definire la funzione la trasformazione delle attuali zone di Milano in municipi con maggiore autonomia amministrativa rispetto all’attuale.. Il problema non è solo tecnico, ma politico. Con il sindaco Pisapia e la maggioranza dei sindaci della provincia di Milano, siamo d’accordo che la soluzione ottimale sarebbe quella dell’elezione diretta del sindaco metropolitano. L’investitura popolare conferirebbe al governo della nuova entità amministrativa quella autorevolezza necessaria a poter esercitare effettivamente il ruolo assegnato dalla legge.

Nel caso si arrivasse all’elezione diretta, lei si candiderebbe?

Non è oggi questione di chi si candiderà ma di definire un percorso costitutivo che garantisca il massimo di democrazia nelle scelte.

Facciamo un esempio: l’area c, ma si potrebbe andando indietro nel tempo, fare anche quello delle targhe alterne. Non sempre le scelte del capoluogo hanno coinciso con quelle dei comuni dell’hinterland. Se ci fosse già la città metropolitana chi deciderebbe?

Se per Area c si intende un provvedimento a tutela dell’ambiente, passando la delega passano anche le azioni di questo tipo. Restano ai comuni le politiche di limitazione del traffico e della viabilità suggerite da considerazioni diverse da quelle ambientali.

Sempre con Pisapia avete chiesto una legge speciale per Milano, perché e di che si tratta?

Il territorio di Milano ha tutte le caratteristiche, direi “il DNA” di città metropolitana. Potrebbe diventarlo davvero rapidamente in anticipo. Queste sono le principali ragioni per cui ha legge speciale darebbe forza e rapidità al percorso.

Passiamo ad un argomento correlato: il ridisegno delle Province in Lombardia. Entro il 24 ottobre la Regione deve deliberare: ci saranno ulteriori passaggi e, alla fine, quante ne resteranno rispetto alle 12 attuali?

Una prima proposta di riordini delle province sarà predisposta dal Consiglio delle Autonomie Locali, rappresentativo dei Comuni e delle Province lombarde, che la trasmetterà alla regione. L’ultima parola spetterà a governo e parlamento che, ne sono certo, vorranno rispettare le indicazioni date dal nostro territorio.

(a cura di Piero Piccioli)

17/09/2012
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