SCUOLA DIGITALE
Wi-fi: fa bene all'istruzione, un po' meno alla salute

La parola d'ordine è 'digitalizzazione', ma ci sono anche delle controindicazioni. In Inghilterra, Germania, Francia e in altre parti del mondo, le reti  'senza fili' installate nelle scuole e nelle biblioteche sono state disattivate perché provocano danni anche gravi alle persone.

E’ iniziata da pochi giorni la scuola e tra polemiche, tagli, assunzioni e ridimensionamenti circa 7 milioni e 300mila studenti, nel nostro Paese, hanno varcato la soglia del proprio istituto assolvendo all’obbligo formativo, dalla scuola primaria fino al termine della scuola secondaria.

Il ministro Profumo, aprendo il nuovo anno scolastico, anticipando le critiche sulle condizioni in cui versa la scuola italiana, nei termini di carenze dell’essenziale, a partire dalla carta igienica nei bagni, al materiale didattico di base,  ha precisato che «si è passati dai 200 milioni dello scorso anno ai 240 milioni di quest’anno, con un aumento del 33%». Ma una, tra tutte, è  stata la parole d’ordine sulla quale ha voluto concentrare il suo intervento di augurio agli studenti e a tutti gli operatori della scuola: digitalizzazione.

A fronte di un investimento complessivo pari a 24 milioni di euro, il Ministro ha affermato che da quest’anno «tutte le classi delle scuole medie e degli istituti superiori  potranno contare su un computer da utilizzare nelle lezioni e, dove questo non è ancora arrivato, sarà assegnato entro le prossime settimane». Un impegno rilevante che, se unito con l’operazione di consegna di un tablet ad ogni insegnate delle regioni del sud (Puglia, Campania, Calabria e Sicilia), rende il quadro generale credibile e coerente con l’impegno preso per realizzare una tangibile innovazione tecnologica.

Scuola WiFi

Non più di un anno e mezzo fa, pero', esattamente il 20 aprile 2011, nel corso di una conferenza stampa i Ministri dell’Istruzione e della Pubblica amministrazione, di concerto lanciavano l’iniziativa "Scuole in WiFi", mirando a che un numero crescente di istituzioni scolastiche realizzasse reti di connettività senza fili negli edifici a scopo principalmente didattico, a favore degli studenti, ma non meno degli insegnanti e delle famiglie, individuando nel 2013, l’anno in cui nelle scuole si avrebbe potuto registrare il reale cambio di passo, tra la scuola del passato e quella del futuro. Ma se gli effetti positivi di tale cammino di sviluppo non è difficile individuarli , specie se considerati con gli occhi dei giovani, di contro non possono essere trascurati gli aspetti che vanno in tutt’altra direzione e che, da parte di chi ne ha la responsabilità, non dovrebbero per nessuna ragione essere trascurati o, ancor peggio, sottaciuti. Come insegna, purtroppo, la drammatica vicenda dell’amianto che, già dai tempi in cui l’eternit veniva considerato il materiale del futuro, la dannosità delle sue fibre era ben nota agli scienziati e ai ricercatori.

Le controindicazioni

In questo senso, non si puo' che considerare che nel 2006 in Inghilterra veniva vietato a due scuole di continuare ad usufruire della rete senza fili di cui erano muniti, a seguito dei diversi casi di docenti e studenti, appartenenti alle scuole, che accusavano sintomi accentuati di nausea, rossore improvviso, perdita di equilibrio e di memoria, al punto di rendere alcuni  di questi inabili in modo permanente.  A seguito di questo allarme, negli anni successivi, in Inghilterra si è andati ad un progressivo smantellamento dei trasmettitori per l’accesso senza fili, installati nelle classi e negli spazi comuni adibiti agli studenti.  Cosa che hanno fatto anche tutte le scuole del Galles.  In un intervento, il professor Sir William Stewart, direttore dell'Agenzia governativa per la Protezione della Salute [Health Protection Agency], sostenne che le prove dell'esistenza di effetti potenzialmente dannosi delle radiazioni a microonde sono divenute molto più convincenti negli ultimi cinque anni e che la mancanza di studi più approfonditi (bloccata dalle multinazionali delle comunicazioni) sta determinando ritardi di conoscenza potenzialmente molto dannosi.

Gli stop in Europa e nel mondo

L’anno scorso il Comune di Parigi decideva di bloccare, in quattro delle sue biblioteche più importanti, la rete wi-fi, non solo spinto dalle conseguenze registrate su alcuni impiegati e alcuni frequentatori assidui delle biblioteche, ma anche guardando a quanto deciso, nelle stesse strutture, in Germania e in Canada.  Va detto, difatti, che dopo che in tutte le scuole di Francoforte il wi-fi è stato vietato, il governo Merkel si è ufficialmente pronunciato chiedendo ai tedeschi di privilegiare, in ogni contesto, l'accesso via cavo. Troppe sono oggi le situazioni in cui si è stretti nella morsa del decidere se proteggere la salute a discapito della crescita, dello sviluppo  e del lavoro o viceversa. Ma il punto non sta nello scegliere una via al posto di un'altra: occorre agire in modo sinergico, armonizzando quelle che sono le tappe fondamentali dell'innovazione con il posizionare sempre la persona al centro, tutelandone la vita, a partire proprio dai più piccoli che rappresentano il concreto futuro di un Paese.

19/09/2012
Cinzia Frascheri - info@jobed.it
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