IMMIGRATI
Una sanatoria che sana poco

Una nuova sanatoria dal 15 settembre al 15 ottobre dovrebbe far emergere i cittadini immigrati presenti irregolarmente in Italia. Ancora una volta la procedura è nelle mani del datore di lavoro, unica delle due parti ad avere la facoltà di regolarizzare il rapporto.

di Maria Grazia Bove

Sebbene molti passaggi non siano ancora chiari, è già possibile evidenziare alcune criticità in merito alla nuova sanatoria che dal 15 settembre al 15 ottobre dovrebbe far emergere i cittadini immigrati presenti irregolarmente in Italia. Innanzitutto, ancora una volta la procedura è nelle mani del datore di lavoro, unica delle due parti ad avere la facoltà di regolarizzare il rapporto. Molte famiglie e aziende oneste utilizzeranno questa possibilità per sanare una situazione nella quale il più delle volte sono state costrette, a causa di una normativa inadeguata, ma altrettanti lavoratori dovranno pagarsi tutte le spese previste pur di “convincere” il datore di lavoro a presentare la richiesta o, peggio, saranno lasciati a casa da chi sceglierà di non regolarizzare il rapporto di lavoro.

Per non parlare del fatto che anche questa volta non sono previste tutele per il lavoratore se il rapporto cessa durante l’iter della sanatoria: la pratica viene archiviata e sfuma la possibilità di avere il permesso di soggiorno. Sbagliato, inoltre, limitare la regolarizzazione ai soli rapporti di lavoro di natura subordinata e a tempo pieno: vengono così escluse, infatti, tutte quelle tipologie nelle quali trovano maggiormente impiego i lavoratori extracomunitari, soprattutto in tempo di crisi.

Davvero incoerente, infine, chiedere al cittadino straniero di dimostrare la presenza in Italia soltanto con documentazione pubblica, quando il pacchetto sicurezza ha spinto in questi anni i clandestini ben lontani dalla pubblica amministrazione. Ma il problema rimane a monte: finché non si metterà mano in maniera organica alla normativa in materia di immigrazione, saremo costretti ad assistere a periodici condoni che come unico effetto certo hanno quello di rimpinguare le casse dello Stato .

12/09/2012
Maria Grazia Bove
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