Guide
IL DECRETO SANITA'

Tutto quello che c'è da sapere sul provvedimento del Governo

Il cosiddetto “decreto sanità”, fortemente voluto dal Ministro della salute Renato Balduzzi, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri nella serata del 5 settembre. Ora dovrà affrontare l'iter parlamentare necessario alla sua conversione in legge, che si presenta come non facile, a giudicare dalle prime reazioni seguite alla sua pubblicazione. Il provvedimento è molto articolato e, al di là del filo conduttore della salute pubblica, affronta  materie tanto eterogenee quanto possono esserlo, per fare un esempio, la sicurezza alimentare e il gioco d'azzardo. Proviamo - però - ad andare per ordine, elencandone i punti più significativi.


Assistenza territoriale:

vengono modificati i principi di cui gli accordi collettivi nazionali tra medici di famiglia e SSN, le cosiddette convenzioni, devono tenere conto. In esse dovrà essere prevista l'assistenza per l'intero arco della giornata e per tutti i giorni della settimana e un'offerta integrata da parte di tutti i professionisti oggi operanti (medici di medicina generale, della guardia medica, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali) sia attraverso forme organizzative monoprofessionali (aggregazioni funzionali territoriali) che multiprofessionali (unità complesse di cure primarie). Come si vede, si tratta di disposizioni rivoluzionarie, in quanto prevedono un tipo di assistenza primaria completamente diversa da quella attuale. Non più un singolo medico di famiglia, con orari limitati, ma delle aggregazioni funzionali fra più professionisti che garantiscono una copertura del servizio 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. La norma non avrà però effetti immediati, in quanto la stipula di nuove convenzioni, per effetto delle manovra finanziaria del 2011, è bloccata fino al 2014.

Dirigenza sanitaria:

un primo gruppo di disposizioni mirano a contrastare l'ingerenza della politica nella nomina dei dirigenti sanitari: i direttori generali delle aziende sanitari saranno scelti dalle regioni attingendo ad appositi elenchi di idonei, ai quali si accederà mediante avviso pubblico e selezione effettuati da una commissione costituita in prevalenza da esperti indicati da qualificate istituzioni scientifiche indipendenti dalla regione medesima. La nomina dei primari avverrà mediante selezione effettuata da una commissione formata da tre dirigenti della medesima specialità dell'incarico da conferire, sorteggiati a livello nazionale, di cui almeno uno dovrà provenire da un'altra regione. Il direttore generale dell'azienda dovrà quindi scegliere il primario nell'ambito di questa terna, e, nel caso non scegliesse il candidato col maggior punteggio, dovrà motivare la sua scelta. Vengono po introdotti, sia per i direttori generali che per i primari, dei criteri di valutazione del loro operato, tra cui il rispetto degli equilibri economico-finanziari di bilancio e gli indici di soddisfazione degli utenti.

Farmaci:

si rende più snello l'iter attraverso il quale i farmaci innovativi sono ammessi alla sperimentazione clinica. Viene fatto obbligo alle regioni di garantire, attraverso gli ospedali e le Asl, la disponibilità di farmaci di particolare rilevanza innovativa, indipendentemente dal fatto che siano o meno già inseriti nei prontuari terapeutici ospedalieri. Analogamente, viene facilitato l'iter autorizzativo per i cosiddetti “farmaci orfani” (che non vengono prodotti o commercializzati a causa della domanda insufficiente) e per gli altri farmaci di eccezionale rilevanza terapeutica e sociale. Allo scopo di eliminare sprechi, errori e rischi di consumi impropri, le regioni vengono autorizzate a sperimentare sistemi di riconfezionamento, anche personalizzato, e di distribuzione dei medicinali agli assistiti in trattamento presso ospedali e strutture residenziali. Lo stesso potranno fare le aziende ospedaliere, previa autorizzazione dell'Aifa.

LEA, livelli essenziali di assistenza:

vengono aggiornati con l'inclusione di malattie croniche e rare e della sindrome da gioco con vincita in denaro, chiamata anche ludopatia.
Edilizia sanitaria: viene previsto che, sia per le nuove strutture ospedaliere, sia per i lavori di ristrutturazione e adeguamento a specifiche normative degli edifici esistenti da realizzarsi mediante contratti di partenariato pubblico-privato, parte del compenso dovuto a chi si aggiudica i lavori possa essere costituito dal conferimento di immobili che ospitano strutture ospedaliere da dismettere.

Mobilità del personale delle aziende sanitarie:

per comprovate esigenze di riorganizzazione della rete assistenziale, le regioni potranno attuare processi di mobilità del personale dipendente ricollocandolo anche in altre aziende sanitarie della stessa Regione ma situate in un'altra Provincia.
Attività libero professionale intramuraria, ossia effettuata dentro le aziende ospedaliere: è prevista una ricognizione straordinaria degli spazi  che sono stati utilizzati a questo scopo nell'ultimo biennio, ivi compresi gli studi professionali esterni. Sulla base delle risultanze di questa indagine, sarà avviato un programma sperimentale, da concludersi entro 28 febbraio 2015, che preveda, in via residuale, ove non esistano altri spazi disponibili, lo svolgimento di queste attività presso gli studi privati dei professionisti, collegati in rete. A tale scopo dovrà essere predisposta, entro il 31 marzo 2013, una infrastruttura di rete per il collegamento telematico tra l'ente o l'azienda e gli studi professionali attraverso la quale, in via esclusiva, dovranno essere essere fatte le prenotazioni e la comunicazione obbligatoria all'azienda sanitaria, in tempo reale, dei dati relativi all'attività del professionista: impegno orario, pazienti visitati, prescrizioni ed estremi dei pagamenti. A proposito di questi ultimi, viene stabilito che dovranno essere fatti all'azienda sanitaria e non allo specialista, con l'uso di mezzi che ne assicurino la tracciabilità, escludendo quindi l'uso del contante. Le tariffe saranno rideterminate, in modo da coprire tutti i costi sostenuti dall'azienda sanitaria e assicurare la remunerazione del medico, sulla quale verrà applicata una trattenuta supplementare del 5% che sarà vincolata a ad interventi di prevenzione o ad azioni volte alla riduzione dei tempi d'attesa.

Promozione di corretti stili di vita:

nel concreto si tratta di provvedimenti di contrasto al tabagismo e alla dipendenza dal gioco d'azzardo. Il divieto di vendita di sigarette ai minori viene elevato da 16 a 18 anni; i tabaccai dovranno chiedere ai clienti di esibire un documento d'identità comprovante la loro maggiore età, tranne il caso in cui questa sia manifesta. In caso di violazione sono passibili di una multa fino a 1.000 euro, con possibile sospensione della licenza in caso di recidiva. La pubblicità di giochi con vincite in denaro viene fortemente limitata, con particolare attenzione alla protezione dei minori, che non potranno mai comparire nei messaggi promozionali. Viene anche disposto che le nuove concessioni, in pratica i punti di raccolta del gioco e le slot machines, dovranno mantenersi ad una distanza minima da scuole, centri giovanili o altri istituti frequentati particolarmente da giovani, strutture sanitarie residenziali, semi residenziali e luoghi di culto.


Responsabilità professionale:

si tratta di interventi volti a contrastare il fenomeno della “medicina difensiva”, ossia la prescrizione, da parte dei medici, di visite, esami diagnostici o cure inutili fatto al solo scopo di proteggersi da possibili azioni legali. A questo scopo è anzitutto previsto che la colpa lieve venga esclusa qualora il medico si sia attenuto alle linee guida ed alle buone pratiche stabilite dalla comunità scientifica nazionale ed internazionale. Viene poi istituito, per coprire le restanti responsabilità, un apposito fondo assicurativo cofinanziato da compagnie assicurative e professionisti sanitari che vi aderiscano volontariamente.

Sicurezza alimentare:

chi vende latte o pesce crudo dovrà esporre in modo visibile un apposito cartello che informi dei rischi che si corrono nel caso in cui questi prodotti vengano consumati senza essere stati sottoposti a cottura. Latte e crema cruda vengono vietati nella ristorazione collettiva, comprese le mense scolastiche. I succhi di frutta dovranno contenere una percentuale di succo naturale non inferiore al 20%, contro il 12% attuale.

Sicurezza dell'attività sportiva non agonistica:

diventa obbligatoria la certificazione medica di idoneità e le società sportive dovranno dotarsi di defribillatori automatici e di eventuali altri dispositivi salvavita.

Come si accennava all'inizio, si tratta di un provvedimento molto articolato, su cui è difficile dare un giudizio univoco. Accanto a molte misure condivisibili ve ne sono alcune che lasciano perplessi, perlomeno a riguardo della loro efficacia, come l'inasprimento delle pene per chi vende tabacco ai minori o l'obbligo di esporre avvisi nei locali dove vengono venduti pesce o latte crudo. Va poi rimarcato che l'aver rinunciato alla tassa sulle bibite gassate, che nelle prime ipotesi circolanti sembrava destinato a finanziare un fondo per la non autosufficienza, ha portato il Governo a non affrontare questo tema, che resta pertanto aperto. Positivo, invece, l'accento posto sulla promozione di corretti stili di vita. Questo indirizzo, se seguito con coerenza, può portare davvero a risultati tangibili nel miglioramento dello stato di salute dei cittadini, al di là dei contenuti di questo decreto. Per fare un solo esempio, molto resta da fare nel campo della lotta all'obesità, anche attraverso la promozione di una corretta attività fisica.
Infine, per chiudere con una battuta, è da parecchio tempo che non si vedeva un provvedimento  riguardante la sanità che non parla di tagli. Prendiamolo come buon auspicio per il futuro.

12/09/2012
Giovanni Provasi - Diparimento Politiche sanitarie Cisl Milano - info@jobedi.it
Twitter Facebook