PISAPIA FASE2/IL PUNTO DI MARIOLINA MOIOLI (MILANO CENTRO)
Questa giunta, tutta tasse e ideologia

Hanno esaperato la questione dei conti per imporre nuove imposte e aumenti di tariffe. Hanno fatto di tutto per non vendere la quota di Serravalle. Il nuovo Pgt è un pasticcio. Peggio ancora il Piano di Zona del welfare: è solo uno studio, un elenco dei bisogni e niente più.

“C’è un dato di fatto, incontestabile.  A distanza di un anno i milanesi sono più poveri di prima e per questo non possono che ringraziare il sindaco Pisapia, i suoi assessori e la maggioranza che li sostiene”. Mariolina Moioli, attuale capogruppo di “Milano in centro”, ex assessore ai servizi sociali e soprattutto stretta collaboratrice  di Letizia Moratti, esprime un giudizio  senza appello su questo anno abbondante della giunta Pisapia  “Incompetenza, approssimazione e ideologia. Sono queste  le linee guida dell’attuale governo di Palazzo Marino. Tante  parole, promesse a non finire e poi, nei fatti,  poco o niente. Anzi, ci sono evidenti arretramenti, a partire dai servizi alla persona, rispetto a quello che avevamo fatto noi… e teniamo conto che siamo in crisi”.

Però, sostiene Pisapia, la colpa è vostra che avete lasciato in eredità un bilancio disastroso e loro hanno dovuto, prima di tutto, impegnarsi a rimettere i conti che voi avete mandato all’aria?

Ma dove?  L’esasperazione  data dall’attuale giunta alle questioni di bilancio mi sembra decisamente fuori luogo.  Di vero c’è solo che la crisi ha messo in difficoltà tutti. Anche noi abbiamo dovuto far fronte  al taglio di 700 milioni di trasferimenti statali, ma a differenza di chi  c’è ora, nonostante tutto, siamo riusciti ad incrementare i servizi. Al contrario  loro tagliano. Un esempio? Con noi i libri per le scuole medie erano gratuiti, ora si pagano.

E l’accusa di aver usato le società partecipate come un bancomat senza preoccuparsi degli equilibri di bilancio?

Ammesso che sia così, loro, come bancomat,  hanno usato i cittadini milanesi, rovesciando su di loro aumentati a raffica di  tasse e tariffe: dall’addizionale Irpef alla quota comunale dell’Imu, dal biglietto Atm a al ticket dell’AreaC per i residenti; dai passi carrabili  alla Cosap dei venditori ambulanti fino alla tassa di soggiorno  per i turisti. Un bel modo per aiutare i cittadini e chi lavora in tempi di crisi. E poi smettiamola di dare sempre la colpa a chi c’era prima! Sarebbe bene che ognuno assumesse le proprie responsabilità. Anche perché se non ci sono state nuove entrate è per le scelte sbagliate fatte da loro. Si è detto che la quota in Serravalle non si è potuta vendere per il prezzo troppo altro; ma se prima ancora l’assessore Tabacci, con le sue dichiarazioni, ha fatto di tutto per disincentivare i potenziali acquirenti! C’è poi il Piano di governo del territorio, rinviando di molti mesi l’approvazione hanno rinunciato a incassi sicuri. Per poi arrivare a quale risultato? Un pasticcio assoluto. Non ci sono tempi, strategie e  politiche del territorio. Non  c’è un’idea di sviluppo della città.

Proprio l’altra settimana la giunta ha approvato il Piano di zona, il nuovo welfare per Milano, che il Consiglio comunale  deve approvare entro il 30 settembre. La materia la conosce bene, che ne pensa?

Che dire. Sono prima di tutto preoccupata perché dentro quel Piano non c’è niente e quello che si intravvede è pericoloso. Più che un Piano, strutturato e pianificato, è uno studio come tanti altri, ben fatto quanto si vuole, ma niente più. Non c’è una strategia, non c’è un’idea portante, non c’è dietro una testa pensante  che individua strumenti e obiettivi.  Inoltre ho l’impressione che sia qualcosa di molto esterno alla struttura comunale che non è stata sufficientemente coinvolta nell’elaborazione.  In generale ne viene fuori un approccio essenzialmente ideologico: queste sono le linee guida poi,  operativamente, di volta in volta, assessore o giunta decideranno . E io in Consiglio cosa dovrei approvare:  quanti sono gli abitanti di Milano e quanti di questi sono in difficoltà? Un conto è la fotografia dei bisogni, un altro come affrontarli. Questo il Piano di Majorino non lo dice  e interviene invece in ambiti che non sono di sua competenza come il testamento biologico, che è un tema importante ma che non può affrontare ogni singolo Comune; oppure questa idea, molto sovietica, di voler controllare realtà come il volontariato.  Diverso è dire voglio rafforzare il Terzo settore, è invece contro  la promozione del capitale sociale pensare d’imbrigliare processi che nascono dal basso e che non possono e non devono essere  istituzionalizzati. Infine i soldi. Anche qui non si vengano a raccontare storie: sono sempre gli stessi di quando assessore ero io. Ma quello che è drammatico è il ruolo in cui relega la famiglia, nella premessa dell’assessore non viene neppure citata.

E’ prevedibile quindi che ci siano modifiche in Consiglio?

Lo spero nell’interesse soprattutto della città. Quello che posso dire è che l’assessore Majorino avrebbe volentieri, e ha fatto di tutto per evitare, questo passaggio. Nella stessa maggioranza ci sono perplessità e preoccupazioni. Vedremo se si concretizzeranno poi in atti concreti. Quello che mi rincuora è che la struttura del welfare ambrosiano è robusta e collaudata e saprà resistere a anche  questi tentativi di condizionamenti.

10/09/2012
Piero Piccioli - info@job1
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