DISOCCUPAZIONE
Giovani, a Milano 20mila "scoraggiati"

Non studiano nè lavorano. E in città c'è un tatle di 72mila disoccupati. Il tasso è stabile al 5,8% ma con la crisi quasi un imprenditore su due ammette di dover lavorare di più. Senza assumere.

Ci si aspettava un peggioramento dell'occupazione, ma i dati diffusi dalla Camera di Commercio sono preoccupanti per i giovani milanesi. Attualmente ci sono circa 20mila tra la fascia dei 15 e 29 anni che non studiano nè lavorano perchè scoraggiati. Sono i cosiddetti Neet (Non in Education, Employment or Training, che vuol dire non in studio, lavoro o formazione) che rappresentano una fetta cospicua di quei 72mila disoccupati in città.

E che soprattutto sono in crescita dal 2009 del 15,4%. Si salva da questa situazione solo la componente straniera e quella autonoma. Per gli imprenditori professionisti la percentuale di crescita è del 5,2%.

«Lo stallo è nella fascia giovanile perchè è sempre più difficile entrare nel mondo del lavoro con le competenze giuste  - dice Renato Zambelli, segreteria Cisl Milano - perchè in Italia ci si preoccupa molto delle conoscenze ma mai delle competenze. Quanti usciti da un'aula scolastica sono pronti a lavorare? E molti dei disoccupati hanno professionalità che non corrispondono alla domanda. Da qui nasce la necessità di investire seriamente su formazione e riqualificazione».

E per i mesi prossimi il sindacalista non vede grossi cambiamenti, nonostante le recenti rassicurazioni sulla ripresa rilasciate dal nostro premier Mario Monti. «Non solo il dato preoccupa ora, ma ci chiediamo come si farà fronte nell'immediato. C'è circa il 18% delle aziende dell'area che prevede per i prossimi mesi un alleggerimento dell'organico. E soprattutto con la nuova riforma del lavoro, gli ammortizzatori non seguiranno più le modalità finora in vigore».

CON L'EXPO ALLE PORTE - Quello che balza all'occhio è che questa situazione di immobilismo e scoraggiamento arriva proprio in un momento in cui le sorti dell'occupazione in città sembravano doversi avviare a un risveglio in vista dell'Expo 2015. «Stiamo lavorando in questo senso - dice Zambelli - perchè con Comune, Provincia e Camera di Commercio abbiamo avviato un tavolo per evitare gli effetti negativi del mancato incontro tra domanda e offerta del mercato. Abbiamo commissionato ricerche per capire quali figure professionali serviranno per arrivare pronti all'appuntamento del 2015 e oltre. Entro fine anno dovrebbe essere pronto un "bacino" di professioni individuate che potrà essere d'aiuto a imprenditori e lavoratori».

06/09/2012
Christian D Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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