INDAGINE
Mille euro al mese, l'aspettativa dei laureati

La ricerca condotta dall'Università Milano Bicocca sui dati Stella e confrontata con i risultati di Almalaurea mostra le aspettative "al ribasso" che i neolaureati hanno dello stipendio.

Non sappiamo se la legge Fornero entrata in vigore proprio oggi cambierà qualcosa anche nella loro busta paga, ma per ora i laureati della maggior parte degli Atenei percepiscono redditi non in linea con le attese di guadagno. E' l'indagine realizzata dall'Università Milano Bicocca sulla base dell'indagine Stella-Cilea sull'occupazione dei laureati, i cui dati sono stati elaborati con la consulenza del professor Paolo Mariani - associato di statistica economica all'Università Milano Bicocca - a stabilirlo. Il confronto con gli altri Atenei è stato realizzato con una ricerca Almalaurea.

Dall'indagine emergono alcuni punti importanti. Il primo è che la crisi si fa sentire anche tramite le aspettative di guadagno al ribasso dei neolaureati: nel 2007 l'aspettativa superava di oltre il 18% la retribuzione che coloro che avevano trovato lavoro, dichiaravano. Negli anni successivi, si passava al 10,5% (2008), 6,7% (2009) per crollare decisamente nel 2010 a un 3,8 per cento. Un altro punto che emerge dalla ricerca è che la crisi ha reso più realistiche le aspettative di remunerazione. L'aspettativa minima di uno stipendio netto alla prima occupazione si posiziona sui 1.058 euro, con un range che parte da 947 euro (per gli studenti di Giurisprudenza) a 1.289 (per coloro che hanno scelto Statistica). Le aspettative aumentano all'aumentare del voto e dell'indirizzo di laurea.

Il divario tra il territorio lombardo e gli altri territori si comprende soprattutto nell'alleggerimento della paga di coloro che sono usciti da questi ultimi atenei: qui si è passati da 1.050 euro nel 2007 a 993 euro nel 2010, mentre è Bicocca a farla da padrona: gli studenti di questa Università hanno visto aumentare lo stipendio nello stesso range di tempo da 1.107 euro a 1.144. "Si tratta di una differenza legata al tessuto produttivo e alla complessità del territorio. Sono numerose le aziende che hanno attivato una collaborazione con l'Ateneo - ha commentato Paolo Mariani -  Nelle altre realtà accade molto meno. Nel Lazio, ad esempio, è meno ricca la presenza di aziende e maggiore quella della Pubblica amministrazione. Il risultato è che da noi le aziende - pur nella crisi - sono disposte a pagare qualcosa di più per avere un giovane più formato".

Merita un discorso a parte anche il dato che riguarda l'aspettativa di guadagno delle donne rispetto agli uomini: "Non si tratta come potrebbe sembrare di un dato sulla differenza di genere, - ha affermato Mariani - ma è più parte di un "effetto composizione". In alcune facoltà le donne sono in numero più elevato e nel numero chiuso sono ancora le donne che hanno la meglio. La differenza arriva dopo qualche anno, ossia quando sono già inserite nel mondo del lavoro e hanno anche la gestione della famiglia e dei figli".

Non è mai il caso di dire che la laurea "è solo un pezzo di carta", ma certo chi sceglie di studiare all'università e compiere tutto il lungo percorso fino alla laurea, avrebbe diritto a un sogno più ottimista. Anche coloro che non frequentano le università lombarde.

18/07/2012
Redazione - info@jobedi.it
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