FORMAZIONE
Si scrive SWAT, si legge specialista in welfare aziendale

Lo Ial Lombardia propone una nuova figura professionale. I corsi (prima a Brescia e ora anche a Milano) sono destinati a giovani inoccupati di età compresa tra i 18 e i 35 anni.

Lo SWAT, è una nuova figura professionale  che la CISL attraverso lo IAL CISL Lombardia (Innovazione Apprendimento Lavoro) e grazie ai finanziamenti previsti dall’Unione Europea (Fondo Sociale Europeo) e Regione Lombardia sta costruendo grazie all’attivazione di due corsi ad hoc. Il primo è partito lo scorso 10 Aprile a Brescia, e a breve partirà un’edizione in parallelo su Milano. Un percorso fortemente innovativo dedicato ai giovani con diploma ad oggi inoccupati, con un’età compresa tra i 18 e i 35 anni e residenti in Lombardia. L’obiettivo di fondo è quello di garantire le competenze necessarie a gestire i processi di analisi, promozione ed elaborazione delle migliori soluzioni integrate di welfare aziendale. Il pacchetto prevede 320 ore di formazione + 160 ore di stage in azienda. Paola Gilardoni Segretario della CISL Lombardia la considera “una esperienza interessante e fortemente ambiziosa. Ci rivolgiamo ad un ambito in forte evoluzione – sottolinea – dentro al quale il sistema delle protezioni sociali spesso manca o, in ogni caso,  va rinforzato sulla scorta dei bisogni emergenti”. “Oggi il welfare è combattuto, appunto, tra nuove esigenze e una questione economica che è ormai un tema dirimente e non più rinviabile. I continui tagli dello Stato centrale impongono soprattutto in ambito locale di percorrere altre vie”. Il Sindacato su questo fronte molto sta facendo e molto può ancora fare.  “Questo corso completamente gratuito – aggiunge la Gilardoni – va nella direzione della costruzione di una nuova rete di protezione sociale. Professionalità di questo genere possono contribuire a facilitare la conciliazione tra i tempi da dedicare al lavoro e quelli per la famiglia. Senza dubbio  – prosegue il Segretario della Cisl – permettere alle persone di lavorare meglio, fa sì che queste possano rendere anche di più”. Dunque, lo SWAT può servire anche e soprattutto a questo.  Tutto si tiene verrebbe da dire. “Oggi c’è il problema degli anziani in casa, ma anche dei bambini da accudire soprattutto per le donne. Ci sono i cosiddetti ‘cargivers’ , ovvero, quei soggetti che si devono dedicare pressoché interamente alla cura di un proprio caro ammalato o comunque in una condizione di non autosufficienza. E’ chiaro allora – osserva la Gilardoni – che se non si costruisce un nuovo Welfare incentrato sulle politiche di conciliazione anche la povertà crescerà. Avremo gente che non può lavorare e, di risulta, senza un reddito per la propria famiglia. Avremo nuclei monoreddito sempre più diffusi e, perciò, in difficoltà economica”.  Esiste allora la necessità, sempre più impellente, di costruire un nuovo Welfare e dentro a questa cornice ci sta lo SWAT. “E’ opportuno costruire competenze e professionalità che dentro al contesto aziendale si occupino del benessere delle risorse umane, grazie ad una lettura più puntuale di questi bisogni”. Ma il contesto aziendale per questo nuovo specialista  è solo una faccia della medaglia.  L’altra è quella che guarda al territorio. “Perché è fuori di dubbio – evidenzia il Segretario regionale cislino – che l’azienda può arrivare fino ad un certo punto, poi è necessario costruire relazioni con il territorio e i servizi che gravitano su di esso. In questa prospettiva, senza dubbio lo Swat deve servire anche per fare rete”. In altre parole, uno trasferimento di competenze in ambito in aziendale per una prima lettura dei bisogni e, quindi, la realizzazione di soluzioni integrate guardando anche alle cosiddette ‘buone pratiche’ che sono già state applicate in ambito internazionale. Il prossimo 11 dicembre terminerà questo primo cammino formativo.  “L’auspicio – conclude la Gilardoni – è che questo modello possa essere esportato e possano essere attivati presto altri corsi con queste caratteristiche”.

Per ulteriori informazioni sul corso vedi anche il sito www.ialombardia.it

26/04/2017
Fabrizio Valenti - fabrizio.valenti@tin.it
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